... dobbiamo ascendere ...

24.05.2020 07:29 “ … voi invece , tra non molti giorni ,sarete battezzati in Spirito Santo …. “ e ancora “ … Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere , ma riceverete la forza dello Spirito Santo … “. Questo ammonimento di Gesù rivolto ai suoi discepoli e che la Liturgia della Parola propone a noi oggi , fratelli cristiani , settima domenica di Pasqua e solennità dell’ Ascensione del Signore deve farci riflettere , non può non farci riflettere , non possiamo non soffermarci su queste affermazioni . L’ingresso dello Spirito Santo nella nostra vita avviene ricevendo il sacramento del Battesimo e inseguito confermato dal sacramento della Confermazione , con la quale attraverso il segno dell’unzione con il sacro Crisma scegliamo di vivere il credo che professiamo . E lo ripeto per essere chiaro e perché sia chiaro , cristallino , noi fratelli cristiani scegliamo , abbiamo scelto liberamente con atto responsabile e consapevole di vivere il credo che professiamo . Paolo nella sua lettera ai Romani ( 10,9-10 ) scrisse : “ … Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza … “ . Ma credere e confessare che cosa ? Porre fede ( perché è questo che signifa credere e confessare ) in chi , in che cosa ? Nella Parola ! Questa è la risposta che ogni cristiano , in cuor suo e con le sue labbra dovrebbe sentirsi in dovere di dare se così interrogato , e in ciò ci viene ancora una volta in aiuto l’apostolo Paolo e sempre nella sua lettera indirizzata alla comunità cristiana che era in Roma ( 10,17 ): “…. La fede dipende dunque dalla predicazione e la predicazione a sua volta si attua per la parola di Cristo … “ e per predicazione si deve intendere la predicazione di Cristo , la sua predicazione , la sua Parola , che attraverso la Tradizione è trasmessa dalla predicazione dei suoi ministri , una grande e gravosa responsabilità sottolineata dall’apostolo Paolo ai cristiani di Corinto ( 1 Cor. 15,14 ) con queste parole : “ se …. è vana la nostra predicazione … è vana anche la vostra fede … “ . La Parola dunque ! La Parola che altro non è che Gesù , il Cristo , il Verbo di Dio , il Verbo fatto carne secondo quanto afferma l’apostolo Giovanni ( 1, 1 e ss. ) nel prologo del suo Vangelo : “ … In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio … E il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi ; e noi vedemmo la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre,pieno di grazia e di verità …. “ ecco come vediamo ascendere al cielo il Signore e come noi , con Lui , ascendiamo : credendo a Lui . La Parola , non ha tempo dunque è da sempre e per sempre , la Parola è il tempo , scandisce il tempo : “ In principio Dio creò … e Dio disse … E così avvenne … E Dio vide che era cosa buona … “ si legge nelle prime righe , al principio del Libro della Genesi ( 1,1 e ss. ) , nel primo libro della Bibbia , della Sacra Scrittura . Il dire di Dio , la sua Parola crea , è creatrice , fa essere dal nulla e quell’essere dal nulla è armonia , è ordine , kosmos termine greco a cui i filosofi attribuivano un delicato significato : …. complesso di armonia ed eleganza . In quel “ … tra non molti giorni … “ che abbiamo ascoltato dall’odierna prima lettura , Gesù indica a noi che il tempo della conversione è fissato, è insito nella nostra storia temporale e personale … guai rimandare il tempo nel tempo , il passo , la decisione , la svolta della conversione , il ritornare sui nostri passi per ripercorrerli alla luce della fede , alla luce del nostro credo , per purificare ciò che di noi è passato , per pulire, lustrare il nostro essere stati per essere , per potere essere , per potere divenire , per vivere , rivivere , esitere nella pienezza e non solo esistere in parte , esistere parzialmente , ma totalmente e unicamente . Il nostro tempo è il subito , l’adesione immediata perché così è la conversione : “ … Gesù disse loro: «Seguitemi … » . E subito, lasciate le reti, lo seguirono … “ annota Marco ( 1,18-18 ) nel Vangelo a lui ascritto e con “ … il subito … “ ci si eleva , si ascende , si sale al cielo , si tocca il cielo , se ne diviene parte , si diviene divini , rimanendo umani . La conversione è la risposta alla chiamata , è l’atto di fede , un atto , l’atto con il quale si lascia , si abbandona ciò che si è stati per essere ciò che si deve divenire ovvero l’ uomo nuovo , nuova creatura come scrisse Paolo alla comunità cristiana che era in Efeso ( 4,22 – 24 ) : “ … dovete deporre l'uomo vecchio con la condotta di prima …. e rivestire l'uomo nuovo, creato secondo Dio nella giustizia e nella santità vera … “ e ancora a proposito dell’uomo , ai colossesi Paolo (3,1 ) scrisse : “ …. Vi siete infatti spogliati dell'uomo vecchio con le sue azioni e avete rivestito il nuovo, che si rinnova, per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore … “ . E’ nostro dovere , è nostro credo vivere questo rinnovamento , rinnovarci , divenire nuovi , novità non secondo i nostri tempi , non rincorrendo la nostra tempistica ma come recitiamo nella preghiera che Gesù ci ha insegnato secondo la volontà divina : “ …. sia fatta la tua volontà … “ e questa dichiarazione esclude la nostra volontà , i nostri tempi che sono biblici mentre quelle biblici , fratelli cristiani sono immediati , sono l’immediatezza , il subito , l’istantaneo : “ … E subito, lasciate le reti, lo seguirono … “ . L’uomo nuovo risponde così : “ … E subito, lasciate le reti, lo seguirono … “ o così : “ … Allora Maria disse: «Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto» … “ ( Lc.1,38 ) o anche : “ … Poi io udii la voce del Signore che diceva: «Chi manderò e chi andrà per noi?». E io risposi: «Eccomi, manda me!»… “ ( Is.6,8 ) . Come abbiamo sentito proclamare nella prima lettura : “ … Non spetta a voi conoscere tempi o momenti che il Padre ha riservato al suo potere , ma riceverete la forza dello Spirito Santo … “ non siamo noi dunque i padroni del tempo , non appartiene a noi il tempo , esso è riservato a Dio è come l’albero del giardino , non è lecito , non ci è permesso mangiarlo , assumerlo , farlo nostro come d’altra parte ogni componente foss’anche la più invibile del creato . E’ lecito per noi usare , amministrare la creazione non possederla . Fin dalla primissima comunità i cristiani , secondo quanto legge in nel libro degli Atti degli Apostoli ( 4,32-35 ) , non possedevano ma condividevano : “ … nessuno diceva sua proprietà quello che gli apparteneva, ma ogni cosa era fra loro comune …. Nessuno infatti tra loro era bisognoso, perché quanti possedevano campi o case li vendevano, portavano l'importo di ciò che era stato venduto e lo deponevano ai piedi degli apostoli; e poi veniva distribuito a ciascuno secondo il bisogno … “ questo significa ascendere , salire , divenire parte del cielo , divenire divini , rimanendo umani . Sicuramente il linguaggio proposto è un linguaggio duro , scomodo , costoso e doloroso , nel capitolo 6 ( vers. 60 ) del vangelo di Giovanni leggiamo che i discepoli ascoltata la predicazione del Cristo , la proposta del Cristo dissero : “ …. Questo linguaggio è duro; chi può intenderlo?... “ . E Gesù rispondendo ai discepoli domandò: “ … Questo vi scandalizza? … “ e agli apostoli : “ … Forse anche voi volete andarvene? ... “ e tutto ciò per provocare la risposta di Pietro che dovrebbe , che deve essere la nostra risposta : “ … Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna; noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio … “ , ma malgrado ciò Giovanni ( 6,66 ) annota : “ …. Da allora molti dei suoi discepoli si tirarono indietro e non andavano più con lui … “ . Costoro , coloro che Giovanni indica , vogliono stabilire tempi , momenti e modi , sono coloro che sistematizzano il tempo , sono la maggioranza , sono coloro a cui piace contarsi , come si legge nel secondo libro di Samuele (1-10 ), perché radicati nella terra , nelle cose di quaggiù ( 3 ,1-4 ) come si legge nella lettera di Paolo alla comunità cristiana che era in Colossi ; coloro che sono impediti dalle loro radici di ascendere , di salire su ali d’aquila di guardare la quotidianità dall’alto , da un’altra prospettiva ,dalla nuova prospettiva che si coglie con gli occhi della fede , sono coloro che non sanno sognare che non sanno sperare , e noi , fratelli cristiami che non siamo maggioranza , siamo dunque il piccolo resto , celebrato dalla Scrittura da sempre , si legga il libro del profeta Baruc ( 2,29 ) o la lettera di Paolo ai Romani ( 1,5 o 9,27 ) dove l’apostolo richiama i profeti Osea ( 2,1 ) e Isaia ( 10,22-23 ) sulla nostra identità di piccolo resto ; siamo o dovremmo essere coloro che ascendono , che si staccano da terra ,che lasciano le loro radici per la radice , coloro che ambiscono a incarnarsi nel divino per completare la santità del loro percorso , del loro esistere .