DOMENICA
Cosa vuole dirci Luca ? Cosa bolle in pentola ? Cosa c’è sotto queste parole : “ I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua “ . Sono le parole che abbiamo ascoltato e che introducono il racconto lucano , di Luca , che ci fanno assaporare la sua attenta e precisa cronaca . Luca vuole introdurre la comunità, la prima comunità , le prime comunità che ad Antiochia saranno chiamate cristiane , quindi noi …… alla vita cristiana , piano , piano con dolcezza , con tatto , modo , metodo , pedagogicamente . Luca scrive questo racconto quando la festa della Pasqua del Signore è divenuta la domenica , ogni domenica, si ché la nascente comunità cristiana alla domenica , liberamente , disciplinatamente , rigorosamente si raduna in quelle case , quelle domus , in assemblea , in Ecclesia , per celebrare la Pasqua del Signore . Si innesta così con semplicità ma con metodo una tradizione su di una tradizione , ha inizio la genesi di una tradizione che prosegue e completa una tradizione , si trasmette ciò che si è sempre trasmesso e creduto : DIO .
Quel “ ogni anno “ profuma di disciplina e metodo , profuma non puzza , perchè è libera scelta , non obbligo o forma , ma libera scelta , non precetto ….. se precetto , obbligo , forzatura, allora è puzza cattivo odore . La porta della casa del Signore , della Domus Dei , è una porta che si apre al cielo , è una porta che si varca liberamente , senza forzature , attraverso una proposta non una imposizione o ad un dazio. La Pasqua è festa scrive Luca , come ogni domenica è festa , tutto si ferma , tutti i ritmi scendono di tono , tutto è sommesso , ovattato ,perché il pensiero va oltre , oltre l’orizzonte , oltre i confini della tempo e dello spazio . Nella festa esplode la gioia , la grazia , la benevolenza , la pace , attraverso gesti tradizionali cioè gesti di sempre , ancestrali : l’unità con chi si conosce , a cui si vuole bene , i famigliari , gli amici e con loro si condivide il tempo e lo spazio , che è il nostro mondo limitato , ma che quella gioia , la gioia dell’unità , dell’incontro , porta oltre i limiti e i confini del nostro piccolo mondo . Il cristiano , il seguace di Cristo , non è , dico , non è prigioniero del tempo e dello spazio è inserito nel tempo e nello spazio , ma non prigioniero perché erede della vita eterna che vive già qui , da subito , in questo mondo , si nasce alla vita eterna e si sceglie la vita eterna , perché la vita eterna è proposta e non imposta . L’eternità , la vita eterna ci porta ad essere ovunque e con chiunque , ciò non è altro che l’espressione della totale libertà da ogni obbligo e da ogni vincolo . Questo è il nostro mondo , questa è la domenica , questa è la Pasqua …. libertà da ogni obbligo e da ogni vincolo , Cristo infatti non è prigioniero del sepolcro . Il mondo di un cristiano è nei gesti che si compiono in quel giorno nel giorno del Signore , la Parola : Dio che parla ; l’Eucarestia : Dio che incontra , con metodo ,metodicamente e con disciplina . Ci si reca ordinatamente nella casa del Signore per l’incontro e lo scambio : …. se stessi per se stessi …. cioè per ricevere se stessi , novità , per ritrovarsi dunque …. e iniziare il viaggio , mettersi in cammino , per recarsi alla festa ,perché l’incontro con se stessi , che è Dio in noi , è festa , perché è strada alla realizzazione , a ciò che mi fa sentire uomo , persona non un ingranaggio che può essere sostituito o una pedina che è per definizione , manipolabile, manipolata da un altro o da altri . Ogni domenica si compie questo viaggio e si ripete questa festa , come recita la preghiera Eucaristica della domenica : “Ascolta la preghiera di questa famiglia , che hai convocato alla tua presenza , nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale “ e lo ripeto , nel giorno in cui Cristo ha vinto la morte e ci ha resi partecipi della sua vita immortale , questa è la domenica , vittoria su ogni tipo di schiavitù ( perché la morte per l’uomo è la massima schiavitù , ma la vera schiavitù è il peccato che è morte cioè non partecipazione alla vita , all’eternità ) . La domenica è dunque acquisizione della massima libertà la vita eterna , quell’ovunque e con chiunque eternamente , eternamente persona cioè pensato , desiderato , voluto , atteso , accolto , amato , confortato , perdonato .
La domenica si è convocati, cioè si è invitati a partecipare , non bisogna qualificarsi o fare anticamera per entrare nella casa del Padre , perché siamo famigliari , siamo figli del Padre , abbiamo le chiavi di casa , perché quella casa è nostra , in quella casa noi possiamo manifestare il nostro pensiero , parlare direttamente con l’Eterno , senza chiedere udienza , e quando entriamo nella dimensione ecclesiale siamo parte del Tutto , siamo nel Tutto … Tutto … siamo Dio , perché figli , sentiamo in noi che la divinità ci appartiene , è nostra , che interagiamo nella creazione . Tutto è stato fatto per il Figlio , dunque per i figli , questa è la nostra responsabilità tanto che Luca del Figlio , dunque di noi , riporta queste parole : “ Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio ? “ . E’ la nostra responsabilità , le cose del Padre nostro sono nostra responsabilità e sono scritte dentro ognuno di noi , nella nostra coscienza e fanno parte di quella totale libertà di cui presso il Padre godiamo , che non è seguire questa o quella fazione o corrente , in società , in politica o nella Chiesa stessa , ma di seguire la nostra coscienza perché in essa c’è la nostra vera identità , cioè un Padre , il Padre che parla direttamente a noi e ci istruisce per il nostro bene , perché il nostro bene è il bene degli altri . Le cose del Padre noi le conosciamo bene , sono quella Parola che ci viene proclamata e alla quale possiamo attingere ogni volta che lo desideriamo . In quella Parola incontriamo il Padre e noi stessi . Dall’ascolto e dai gesti , noi , come Maria …. e questa è la seconda volta che lo sentiamo proclamare in questi giorni nella lettura del Vangelo : “ Sua Madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore “ , portiamo dentro di noi , nel nostro intimo , nella nostra coscienza i fattori per il dialogo …… siamo a Gerusalemme fratelli cristiani è il giorno del Signore , occupiamoci delle cose del Padre , cioè di noi stessi , perché è questo il suo progetto , perché custodendo queste cose nel nostro cuore , possiamo noi crescere “ in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini “.