... dono di una quotidiana intimità ...

10.02.2018 09:10 Il rapporto …. e più ancora la riservatezza del rapporto …. questo è , a mio avviso , ciò che traspare dalla lettura del brano di Vangelo proclamato in questa VI domenica del Tempo Ordinario . Il rapporto con il Signore , se rapporto , è intimità , e l’intimità è quel riservato , quella complicità tra l’amato e l’amante , al pari del rapporto sponsale . L’intimità si innesca come una scintilla che accende e fa divampare un fuoco , un incendio inestinguibile . Abbiamo sentito proclamare e , con l’aiuto della nostra fantasia figuriamoci , raffiguriamo il lebbroso del racconto , che come scrive e descrive Marco “ … supplicava in ginocchio …. “ . Quell’atteggiamento lascia intendere un comportamento di totale affidamento , di dipendenza dall’altro , il mettersi nelle mani dell’altro , il consegnarsi all’altro , riconoscendo dunque l’altro …. riconoscendo nell’altro la mia parte mancante , riconoscendo dunque , del rapporto , dell’intimità : la complementarietà . Nella supplica , con la supplica , riconosco i miei limiti e le possibilità dell’altro e la speranza nell’altro . Se la supplica è conseguenza di un rapporto , l’intimità del rapporto completa o rende unità attraverso la fiducia , il rapporto fiduciario e l’amore , la carità che si esplica nella complementarietà . Il rapporto è dunque un valore , valorizza , tende ad innalzare , elevare , non è mai banale , ordinario , consueto bensì il suo contrario ovvero particolare , singolare , tipico , insolito , nuovo , straordinario , raro …. come l’amore che è anche speranza e fede , fedeltà . Il rapporto se intimo , è lo straordinario , uno straordinario vissuto nell’ordinario , nella quotidianità , che fa sì che l’ordinario divenga straordinario e viceversa , e lo straordinario ricordiamolo …. porta con sé sempre lo stupore ….. e lo stupore è la sua naturale conseguenza . Così è per il rapporto sponsale …. stupore …. puro stupore , stupore da svelare e comprendere e …….. così è il rapporto con il Signore . Come l’intimità , come il rapporto sponsale ( l’atto sponsale ) così il rapporto con il Signore non è condivisibile con altri , è personale perchè quell’intimità non la si può dividere è riservata agli attori del rapporto . Non c’è bisogno di “ …. proclamare e divulgare … “ e Marco lo evidenzia , scrivendolo . La mia intimità non è mai propriamente mia , ma condivisa con il partner , con l’altro , con la parte , l’altra parte , l’altra metà , l’amato , l’altro attore colui che condivide con me , e solo con me , l’atto , e ciò è vitale tanto nel rapporto con il Signore che nel rapporto sponsale . Io , amante mi svelo , lascio cadere i veli , mi spoglio solo con e per l’amato , non con e per qualsiasi altro e non mi riferisco alla sola fisicità . Vivo la mia intimità di fede , di fiducia con l’altro da me , colui che amandomi , cioè donandosi a me , mi fa essere , mi fa esistere , mi fa emergere , mi eleva , mi valorizza ; colui che vuole e cerca per me il mio bene , l’assoluto , il tutto . Gli effetti di questo intimo rapporto ha la straordinaria potenza di generare vita , vita che si manifesta ad extra cioè all’esterno , attraverso la quotidianità che così diviene quell’ordinario che muta divenendo straordinario … quell’ordinario santificato . Spesso , nelle nostre comunità siamo chiamati , invitati ad ascoltare quelle che sono dette testimonianze , sicuramente interessanti , ma pedagogicamente irrilevanti , solo orientate alla straordinarietà , all’eccezionalità di un evento o di un fatto . Se convincono , se persuadono , se inducono al cambiamento , alla “ conversione “ non è per l’eccezionalità o per la straordinarietà né tanto meno per la natura dell’evento o del fatto ma per l’ordinarietà quel vivere ogni giorno il mio credo ,quel credo che mi identifica , come la comunità di Antiochia che i pagani , nella sua quotidianità , riconobbero una straordinarietà …. e la battezzarono con il nome di cristiana . La straordinarietà che ho ricevuto è l’ordinarietà che vivo e che dunque manifesto . Gesù non vuole , non ha piacere che il lebbroso sveli la loro intimità , il loro rapporto , ciò che c’è stato tra di loro quella scintilla che è scoccata “ …. guarda di non dire niente a nessuno … “ Gesù auspica che il lebbroso viva quella straordinarietà , la purificazione dalla lebbra ( il miracolo , il segno ) , nella quotidianità di una nuova esistenza , di una vita normale , nella quotidianità degli eventi e a riprova di ciò , invita il lebbroso a presentarsi al sacerdote per l’offerta , perché quello prescriveva la legge di Mosè . Ciò che divulga e proclama il lebbroso purificato è la sensazionalità del fatto , la componente miracolistica , circoscrive nel fatto e nella sua sensazionalità la purificazione , riduce l’incontro , il rapporto ad un fenomeno da baraccone . Fratelli cristiani ciò che il Signore ha purificato è il cuore del lebbroso , la sua intimità . Il lebbroso è divenuto nuova creatura tanto che il suo aspetto esteriore cambia a riprova e a testimonianza che dentro è diverso ; ma il lebbroso avverte solo il suo cambiamento esteriore , guarda al suo aspetto e non al cuore come si è letto poche settimane fa nel primo libro di Samuele ( 16,7 ) . “ …. l’uomo guarda l’apparenza ,il Signore guarda il cuore …. “ . Marco , nel suo vangelo , annota ciò per i posteri , per coloro che come noi leggendo comprendano ….. ma pur leggendo … comunque non riusciamo a comprendere . Lo stesso Signore raccontando la parabola detta di Lazzaro e del ricco Epulone sui miracoli , sui segni , sull’eccezionalità , sull’esteriorità , sulla straordinarietà ammonisce i credenti con queste parole :” …. se non ascoltano Mosè e i profeti , non saranno persuasi neanche se uno risorgesse dai morti …. “ … è storia , storia del Cristo . Ad abbundantiam e per stare ai giorni nostri : qualche decennio anni fa , dunque nel secolo scorso, una donna polacca madre di una numerosa famiglia scampata da bambina al campo di sterminio di Auschwitz, ammalatasi di cancro , fu guarita per l’intercessione di Padre Pio richiesta dall’allora Vescovo di Cracovia Karol Wojtyla divenuto in seguito papa Giovanni Paolo II . A chi la intervistava , in risposta alla domanda se si sentiva miracolata per la sua inspiegabile guarigione disse che il solo miracolo che riconosceva tale si manifestava ogni giorno durante la celebrazione dell’ Eucarestia nella S. Messa . Eccezionalità ? Si ! Straordinarietà ? Sicuramente ! Ma soprattutto dono di una quotidiana intimità ..