DOPO LE ELEZIONI, ASPETTANDO IL BALLOTTAGGIO. UOMINI DI CHIESA S'INTERROGANO
Consentimi di commentare il titolo che è apparso venerdì 30 maggio sul bisettimanale cattolico locale, caro Direttore : “ Buon giorno Biella sceglie : Gentile o libertà di voto “ . Voglio commentarlo perché ,come prete, è chiamato in causa il mondo cattolico, si legge infatti nell’articolo che chi guidava la lista sconfitta : “ ha sempre esibito con orgoglio la sua appartenenza al mondo cattolico, del volontariato , dello scautismo “.
Mi sento di dire che non eletto, l’aspirante sindaco ha solo il dovere di sedersi nei banchi dell’opposizione e di farla ; il comportamento descritto nell’articolo ci riporta a modi da prima repubblica a personaggi alla stregua di Casini che con una manciata di voti hanno condizionato l’azione di governo .Plaudo al candidato Cavicchioli nel chiudere la porta ad un modo di pensare e agire vecchio , finito da dimenticare , sul quale la storia ha sentenziato che non è possibile costruire . Il diktat , l’out l’out , il o…. o , sono segno di una arroganza che non appartiene al mondo cattolico né al mondo del volontariato ,ma che purtroppo è manifesta in giovani prelati in carriera che hanno sponsorizzato e che continuano a sponsorizzare ,(di fatto e non tanto velatamente), l’insuccesso della lista . L’elettorato non appartiene a nessuno , non si può ma soprattutto non si lo deve condizionare per nessun motivo , ma farlo crescere e maturare ; i diktat , gli ordini , la sudditanza al capo vanno bene forse nel mondo scout , ma non tutto l’elettorato della lista in questione porta o ha portato pantaloncini corti .
I toni poi sono da imprenditore , infatti l’aspirante sindaco nella sua campagna elettorale vantava di essere a capo di una azienda di 60 dipendenti , e questo atteggiamento è di berlusconiana memoria , il quale manifesta pubblicamente l’orgoglio di essere il capo del suo elettorato . Con ciò capisco che l’aspirante sindaco, che si dice sensibilmente di sinistra , di fatto è marcatamente di destra .
In fondo la storia del giovane imprenditore che dalla sconfitta vuole emergere e contare è eloquente :
già consigliere comunale e assessore ,lascia per obbedienza , ( a chi non si sa), il suo posto a Palazzo Oropa,
(e se no sbaglio ad un suo parente primo fra gli esclusi ),per assumere per oltre un decennio la presidenza del Cordar, aprendo il CDA a suoi personali amici e trasformando la sede stessa dell’ufficio, ( basta visitarla ), in una mostra permanente di lavori artigianali di un altro suo amico . Alla vigilia di questa consultazione elettorale forte di suoi incarichi all’interno dell’OFTAL organizza una tre giorni a Roma con gli associati . E’ il modo di intendere il bene comune ? Dov’è di casa in ciò l’etica , la morale ? E poi , è così importane segnalare l’ appartenenza al mondo cattolico ? O è piuttosto una chiara indicazione o strategia di quella parte di confratelli preti che credono di contare in diocesi ?
Il motto della sua campagne elettorale è stato : ci metto la faccia ; dopo l’articolo pubblicato dal bisettimanale cattolico potrebbe essere ripensato in : ho perso la faccia .
31 maggio 2014 Visitazione della beata Vergine Maria