... è l'ora di scuotersi dal sonno ...

29.09.2018 21:30 I ricchi a cui Giacomo , l’apostolo Giacomo , fa riferimento nella sua lettera che la liturgia della Parola ci ha proposto come seconda lettura di questa XXVI domenica del Tempo Ordinario , possono essere accumunati a coloro che detengono il potere e di esso vivono e si compiacciono , e con esso giocano e si impongono . Quel potere li ha resi grassi proprio come quegli animali che venivano avviati alle are sacrificali , quindi ben pasciuti , dunque statici e facilmente conducibili , arrendevoli . Il potere , quel potere a cui Giacomo fa riferimento è quello che ha : “ …. condannato e schiacciato il giusto …. “ . Il potere fa valere la sua forza con l’ausilio di ogni tipo di violenza , sia fisica che psicologica e se serve anche spirituale , e con essa si impone e sovrasta il giusto , l’umile . La vittoria del potere sul giusto è qui , su questa terra , in questo mondo , scontata , ma è pagata a caro prezzo , e il prezzo è la rovina del mondo stesso cioè di tutti i giusti che in questo mondo sono un piccolo resto , quel piccolo resto cui si riferiscono i profeti Isaia , Geremia , Ezechia , Michea , Sofonia , Zaccaria , Baruc e l’apostolo Paolo nella sua lettera ai Romani . Fratelli cristiani guardiamoci intorno siamo tutti in sovrappeso , grassi , statici ; noi stessi rappresentiamo il potere , ne siamo parte , in un mondo che sta crollando su se stesso , che sta implodendo , che sta incurvandosi sotto il suo stesso peso . L’apostolo Giacomo parla di ruggine e di tarme che consumano le ricchezze ammassate che noi ammassiamo , ben pasciuti e quindi incapaci di recuperare la forma perfetta , cioè quello stato per cui siamo stati pensati , voluti , attesi e amati . Siamo nel nostro piccolo mondo , in punta di piedi occupiamo la piastrella sulla quale viviamo e della quale ci compiacciamo e sulla quale esercitiamo il nostro potere e ammassiamo le nostre ricchezze e , se così siamo è perché siamo grassi ,statici e soggetti alla ruggine , alle tarme e al marcio , alla corruzione . Non ci sono più profeti in mezzo a noi come leggiamo nelle due letture che hanno preceduto e succeduto quella di Giacomo . Ciò che rimane di profetico è la Scrittura , la Sacra Scrittura , la Parola di Dio . Tutto ha inizio da essa . Essa è principio , infatti si legge nel primo capitolo del Libro della Genesi : “ In principio … “ e la conclusione la si legge nella frase di augurio dell’Apocalisse : “ … La grazia del Signore Gesù sia con tutti “ . La Parola , la Parola di Dio dunque è il principio perché pronunciata da colui che fa essere , che dà vita …. è la prima cosa che accade , è ordine infatti ha un inizio ed una fine e un fine ecco perché è auspicabile per noi tendervi e ad essa riferirsi . La Parola è ciò che si deve ascoltare e accogliere . Essa è ! …. E’ stata voluta perché l’uomo sia … fosse eterno dunque inattaccabile da ruggine e tarme . Eterno nella forma che ha ricevuto all’origine , essenziale , snello , non appesantito dal di più …. perché quello , il di più , il superfluo viene dal demonio : “ …. il di più viene dal maligno … “ parole pronunciate da Gesù e trascritte da Matteo nel suo Vangelo ( 5,37 ) . Il superfluo appesantisce la forma originale , è l’esatto contrario dell’essenziale dove l’essenza è ciò di cui non si può fare a meno cioè l’irrinunciabile , quello che noi fratelli cristiani spesso e volentieri confondiamo quando no lo scambiamo , permutiamo , per il superfluo cioè ciò che appesantisce e ingombra . Non cerchiamo più profeti perché essi sono già venuti , sono già stati e hanno vissuto per la Parola e ….. l’hanno trasmessa . In essa si trova il nostro divenire cioè ciò che c’è oltre , e nell’oltre c’è la novità ovvero noi stessi nella nuova dimensione , nella nuova realtà , quell’eternità che ci è stata consegnata , donata , una dimensione di cui noi poco comprendiamo perché poco inclini ad ascoltare i profeti , cioè non leggiamo più la Parola e ad essa non più aderiamo . Il giusto ,l’umile , il piccolo resto colui di cui Giacomo scrive il condannato , lo schiacciato è quell’uomo nuovo indicato da Pilato ( il potere ) al potere ( il popolo ) . Senza nome , anonimo e non nominato ma indicato , solo indicato , cioè portato ad esempio tanto da essere innalzato , elevato : “ E Pilato disse loro : - Ecco l’uomo ! “ Al vederlo i sommi sacerdoti e le guardie gridarono : - Crocifiggilo , crocifiggilo – “ (Gv.19,5-6 ) questa è la novità . Ora sta a noi riempire ciò che manca all’identità di quell’uomo attraverso un viaggio che dura una vita , la nostra vita fratelli cristiani . Se non vogliamo essere accumunati al potere , se vogliamo riprendere la nostra forma dobbiamo riscoprire quell’identità per riappropriarci della nostra che ci è stata tolta , sfilata . Dobbiamo incamminarci lungo la strada della Parola , perché non c’è più nulla da scoprire , tutto è già stato svelato infatti : “ ….. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato , nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce ….. “ ci insegna Gesù ( Lc. 8,16-18 ) . Ma tutto deve essere compreso , attentamente vagliato e compreso . Siamo bombardati e violentati costantemente dall’idea che dobbiamo correre per progredire , ma a correre nell’inferno dantesco erano gli ignavi condannati a seguire eternamente anonimi vessilli . La scrittura, la Sacra Scrittura al contrario invita a fermasi , stazionare perché non c’è fretta , infatti : “ ….. Non c’è nulla di segreto che non sia manifestato , nulla di nascosto che non sia conosciuto e venga in piena luce ….. “ e ancora nella Scrittura pochi giorni fa si poteva incontrare Gesù ritirato , in preghiera : “ …… un giorno Gesù si trovava in un luogo solitario a pregare …. “ ( Lc.9,18 ) . Spesso oltre a fermarsi è necessario anche ritornare sui propri passi, per proseguire il viaggio e progredire verso la meta ….E’ necessario sapere attendere il momento propizio e il modo più appropriato per continuare lungo la strada della vita . Si pensi a Benedetto , ai Padri del deserto ,ad Antonio Abate uomini che vissero la Scrittura e di Scrittura , proponendo e aprendo vie indistintamente a tutti i credenti , una prova a ciò che dico ? Benedetto nel versetto ottavo del suo Prologo scrive , naturalmente riferendosi e citando la Scrittura , ( lettera ai romani 13,11 ) : “ Alziamoci , dunque , una buona volta , dietro l’incitamento della Scrittura che esclama : - E’ l’ora di scuotersi dal sonno ! – “ .