... è vana la nostra fede e la nostra predicazione ? ...
28.12.2018 22:56
“…. Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio ? …. “ .
Lapidarie e categoriche sono le parole di Gesù poco meno che adolescente , parole impegnative ,infatti sono l’annuncio del suo programma di vita che Luca, accurato ricercatore e cronista di “ …. ogni circostanza …. “ come ama definirsi , ha annotato nel suo Vangelo che oggi la liturgia della Parola propone alla nostra riflessione , ma ancor più al nostro cuore.
Quali sono le cose delle quali Gesù deve occuparsi e che il Padre gli ha assegnato , gli ha ordinato ?
Forse la risposta è contenuta nelle parole che Gesù stesso rivolge al Padre e che Giovanni ( 11,42 ) annota nel racconto della resurrezione di Lazzaro : “ Padre …… l’ho detto per la gente che mi sta attorno , perché credano che tu mi hai mandato … “ . Missione di Gesù dunque è che la gente , il popolo , le folle , noi fratelli cristiani possiamo credere che Gesù è il Figlio di Dio , Figlio del Padre . In gioco dunque è la fede , il credere , il nostro credo .
Dunque io , noi fratelli cristiani a che cosa dobbiamo credere se crediamo ? Qual è l’oggetto della nostra fede , del nostro credo ?
Noi per tradizione crediamo , che le cose vere , reali , quelle provate , quelle che sono dunque materia dei nostri sensi , sono le cose che si sperano e che non si vedono , secondo la celebre affermazione di Paolo che possiamo leggere nella sua lettera agli Ebrei ( 11,1 ) : “ … La fede è fondamento delle cose che si sperano e prova di quelle che non si vedono … “ anche perché : “ … le cose visibili sono di un momento , quelle invisibile sono eterne … “ scrive ancora Paolo , ma questa volta alla comunità di Corinto nella sua seconda lettera ( 4,18 ) .
Crediamo dunque noi cristiani , all’impossibile ? In fondo per l’uomo , per il mondo , per il mondano , ciò che non si vede , ciò che non è esperibile , ciò che non è oggetto di prova o di verifica non esiste , dunque non è possibile quindi è impossibile .
Si fratelli , crediamo come cristiani all’impossibile, e possiamo aggiungere che crediamo all’impossibile perché siamo figli di Dio e siamo realmente figli di Dio , come afferma Giovanni nella sua prima lettera ( 3,1 ) : “ … Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio , e lo siamo realmente … “ . E crediamo all’impossibile perché noi siamo di Dio , siamo di Cristo portiamo infatti il suo nome : “ … e noi siamo chiamati con il tuo nome … “ si legge nel libro del profeta Geremia ( 14,9 ) e ancora , ad abbundantiam come si legge negli Atti degli Apostoli ( 11,26 ) “ ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani … “ . Sì cristiani …. già cristiani , cioè coloro che seguono il Cristo colui che si occupa delle cose del Padre suo .
Dunque , fratelli cristiani , per formazione crediamo all’impossibile perché l’impossibile è il possibile di Dio lo afferma l’angelo Gabriele nel racconto lucano ( 1,37 ) : “ … Nulla è impossibile a Dio … “ .
Le cose del Padre , il possibile di Dio è dunque alla nostra portata fratelli cristiani ; le cose del Padre sono accessibili e fattibili a seconda delle nostre possibilità , secondo il nostro modo di essere e non secondo il nostro modo di fare , perché noi siamo prima ancora di fare , e facciamo per ciò che siamo e perché siamo e se , cristiani , crediamo che sia l’essere che spinge a fare e ad agire e non il contrario . Facciamo , operiamo a seconda della nostra fede : “ … Se avete fede quanto un granello si senape ,potrete dire a questo monte - passa da qui a là – e passerà ; e niente vi sarà impossibile … “ ci ammonisce Gesù ( Mt. 17,20 ) . Noi cristiani crediamo dunque all’impossibile , possiamo l’impossibile , abbiamo il dovere di osare l’impossibile .
Fratelli , siamo cristiani cioè seguaci di Cristo , di Dio , e siamo figli adottivi di Dio , scrive Paolo ai Romani ( 8,16 ) : “ … Lo Spirito stesso attesta al nostro spirito che siamo figli di Dio . E se siamo figli siamo anche eredi : eredi di Dio , coeredi di Cristo … “ . Dunque se siamo figli , se è vero che siamo figli , non possiamo non occuparci delle cose di Dio perché le cose di Dio sono di fatto le nostre cose , fanno parte di noi , del nostro essere , come ogni cosa che interagisce con la famiglia , cioè con la comunione , allo stesso modo …. e questo è fede , questo significa avere fede e vivere la fede . Scrive Giovanni nella sua prima lettera ( 1,1-4 ) : “ …. quello che abbiamo veduto e udito , noi lo annunciamo anche a voi , perché anche voi siate in comunione con noi …. “ . Ecco spiegata la famiglia, la comunione ,cioè la divisione dei beni e la loro condivisione atteggiamento che è tipico della primissima comunità cristiana ben descritto da Luca nel libro degli Atti degli Apostoli , storia della prima comunità che muove da sola i primi passi dopo il passaggio del Cristo : “ … Erano perseveranti nell’insegnamento degli apostoli e nella comunione , nello spezzare il pane e nelle preghiere …… Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune … “ , comunità , famigliarità , comunione .
Dunque se Cristo perché Figlio come noi , vive per occuparsi delle cose del Padre , allo stesso modo anche noi come cristiani , come figli , siamo chiamati ad occuparci delle cose del Padre e siamo chiamati come Gesù a fare la volontà del Padre ; sono parole di Gesù che recitiamo nella preghiera del Padre Nostro “ … sia fatta la tua volontà … “ e che leggiamo nel Vangelo di Giovanni ( 4,34 ) : “ … mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato a compiere la sua opera … “ . Ma a cosa si riferisce Gesù quando ci invita a compiere l’opera di Dio ?
Ascoltiamo ancora le sue Parole trascritte dall’evangelista Giovanni ( 6,28 ) e dopo averle ascoltate e gustate raccogliamoci un attimo in silenzio e ruminiamole : “ …. Gli dissero allora : - Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio ? - . Gesù rispose : - Questa è l’opera di Dio : credere in colui che egli ha mandato – “ .
Adesso , fratelli cristiani , sappiamo che è nostro dovere occuparsi delle cose del Padre nostro, se fosse il contrario allora vale ciò che scrisse Paolo nella sua prima lettera ai Corinti ( 15,14 ) : “ …. allora è vana la nostra predicazione ed è vana anche la vostra fede … “ .