ECCELLENZA REVERENDISSIMA: DIRITTO ALLO STUDIO O MANCANZA DI DISCERNIMENTO?

13.10.2014 08:52

Eccellenza reverendissima le faccio giungere nel bueno ritiro dorato di Spotorno queste mie considerazioni che potrà estendere e condividere con i confratelli presenti. C’è chi tra i suoi favoriti vanta la ripresa degli studi per conseguire il baccalaureato, che come lei m’insegna da diritto all’insegnamento della religione nelle scuole e anche l’iscrizione presso le facoltà teologiche. Voglio fare un passo indietro e ricordare a lei e ai confratelli che mi leggono che il soggetto (suo favorito) giunge a Biella dopo essere stato allontanato da un altro seminario  e di questo fatto e per il fatto, lei e i suoi formatori ne siete a conoscenza. Ha poi vagato, e uso proprio il termine vagato in altra realtà ecclesiale nelle quale è stato da lei ordinato sacerdote, poi dopo l’uscita anche da questa è approdato con sua approvazione tra il clero diocesano. Studente mediocre non ha conseguito il baccalaureato a suo tempo perché non ritenuto all’altezza. Inserito in diocesi ha iniziato a vagabondare tra le parrocchie biellesi non trovando una collocazione a lui ottimale, (l’allontanamento da altro seminario non era del tutto casuale). Ora è spinto da lei o ha richiesto a lei di conseguire il baccalaureato per l’insegnamento, per l’ingresso alle facoltà teologiche o solamente per cultura personale? L’ingresso in diocesi l’ha trasformato e di ciò siamo tutti contenti, mi ricordo avendolo avuto compagno di corso che non sapeva leggere, circa lo scrivere e il comporre… Copia incolla… Roma per toma… Eccellenza ancora una volta complimenti per il discernimento, un danno per la santa Chiesa che scusi la franchezza che è chiarezza non le appartiene, quindi ci metta la dovuta attenzione, anche perché questo è una ciambella con il buco, non come me, che sono venuto senza buco…. Si ricorda? Letteralmente salto ora ad un’altra realtà a lei ben nota, per informarla che i parrocchiani del suo moralista (quello che in cinque anni non ha finito un corso di due, il prete di montagna come ama definirsi ), mi chiedono e si chiedono se uno studente deve andare così spesso in biblioteca a Milano per la composizione della sua tesi: penso che la domanda sia lecita, in quanto lo mantengono loro, non certo lei eccellenza. Riscrive forse la Summae di Tommaso? O più furbescamente, scaltramente tesse la tela di Penelope?