EMMAUS
“ ….. Solo tu sei forestiero a Gerusalemme ! ….. “ lo abbiamo sentito affermare dai due discepoli di Emmaus , nella lettura del brano tratto dal Vangelo di Luca che oggi la liturgia della Parola propone in questa III domenica dopo la Pasqua ….. e questa è , fratelli cristiani , una affermazione e non una domanda . Dio è tenuto all’oscuro , Dio è tenuto fuori dalla nostra vita … per questo è ritenuto forestiero , il forestiero , lo straniero , alla stregua di colui che proviene da fuori , di colui che non conosce tradizioni , usanze , la storia , la geografia del luogo dove si trova e per questo è all’oscuro ed è tenuto all’oscuro , per questo non conosce e non va conosciuto . Verso lo straniero spesso c’è diffidenza e per questo si tiene all’oscuro , non si vuole farlo partecipe , integrarlo , perché per dare inizio ad un processo di integrazione , lo straniero deve essere avvicinato , ci si deve confrontare , e il confronto incute paura , genera insicurezza , ansia . Certa omiletica , dopo questa introduzione comincerebbe a parlare dei migranti …… non questa omelia . Il primo straniero , per coloro che si riempiono la bocca della parola “ straniero “ è proprio Dio , il Signore , e coloro che si riempiono la bocca della parola “ straniero ” sono troppo spesso e sempre di più i cristiani , i discepoli , nella fattispecie quelli di Emmaus , cioè noi , discepoli del Cristo , coloro che vantano il contatto con il Signore . Se il Cristo in persona è stato ritenuto sconosciuto dai suoi discepoli , lui presente , ….. più che mai oggi è sconosciuto a noi ….. mentre il forestiero è riconosciuto , accolto e ben pasciuto per buona pace della nostra coscienza . E’ passata la Quaresima ,la Settimana Santa che introduce alla Pasqua , poi è passata anche la Pasqua …. ma se oggi fosse rivolta a noi la domanda posta nel brano di vangelo appena letto : “ …. non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni ? … “ cosa risponderemmo ? Noi, cosa risponderemmo ? Cosa ? Nulla , non risponderemmo nulla ….. perché non sappiamo …. ciò che è veramente accaduto , non sappiamo cosa ha portato e cosa porta in seno , con sé la Pasqua …… ma andiamo un attimo con la mente , con il ricordo , alla celebrazione eucaristica della solennità dell’Epifania quando il ministro che presiede la liturgia dopo la proclamazione del Vangelo , proclama solennemente o canta l’annuncio del giorno della Pasqua con queste parole : “ …. Centro di tutto l’anno liturgico è il Triduo del Signore crocifisso , sepolto e risorto …. “ …. dunque non conosciamo la nostra identità … chi siamo ….. e da chi proveniamo ….. I cristiani non conosco loro stessi né colui per i quali sono stati chiamati cristiani : il Cristo . Di sé Gesù stesso , manifestandosi nei modi più diversi , meravigliando i suoi uditori e chi , in quel tempo , lo osservava trasse questa conclusione affermando : “ …. un profeta non è disprezzato se non nella sua patria , tra i suoi parenti e in casa sua ….. “ ( Mc.6,4 ) ….. Dunque Dio è disprezzato e forestiero , per coloro che si dicono suoi discepoli e se poi rileggiamo il racconto dell’incredulità di Tommaso , uno dei 12 apostoli , possiamo affermare definitivamente che Dio non è neppure creduto , non è fonte di fede , non induce e introduce alla fede … e ciò proprio tra coloro che si dicono suoi seguaci …. dunque ….. questa è l’identità del credente , del cristiano credente e praticante o chi si dice o si reputa tale . Non basta dirsi e reputarsi per identificarsi , l’identità del cristiano è vivere e dimostrare e se occorre testimoniare ciò che si dice di sé e ciò che si reputa di essere , è convergere a ciò , è convertirsi , è quel riconoscersi , riconoscere l’identità che mi identifica … dico che il Signore è forestiero perché non è chiara la mia identità , infatti mi arde il cuore quando lo ascolto , quando ascolto la sua Parola , quando cammino con lui …. ma se non provo , non faccio esperienza dello e nello spezzare il pane con Lui , allora resto e resta straniero , sconosciuto Lui , Dio , e sconosciuto io …. senza identità , cioè alla mercè , in balia , sballottato , non saldo , non fondato su ciò su cui si può costruire . L’Eucarestia , sacramento disatteso , è sempre meno celebrata , sempre meno assunta …. senza l’Eucarestia vana è la nostra fede , vana la nostra predicazione ( scrive Paolo nella sua prima lettera ai Corinti 15,14 ) è vero resta la Parola , ma non basta , la completezza , l’unità è radicata e scaturisce nella e dalla celebrazione della Parola e dell’Eucarestia , questa è la Messa , l’azione liturgica che unisce il cielo con la terra, il divino con l’umano . Sempre più invece celebriamo l’uomo … sempre meno Dio …. dunque sempre più l’uomo non è lo straniero , il forestiero , e sempre più Dio è da noi voluto , relegato , identificato, ridotto a straniero , forestiero e se releghiamo Dio alla non identità , all’inidentità allora , di conseguenza condanniamo noi stessi all’inidentità. Là dove l’uomo riduce l’identità di Dio all’inidentità, riduce se stesso all’inidentità , si condanna a non essere , in un mondo che non è conoscibile ….. dunque sconosciuto , inconoscibile …. scriveva Montale nei suoi Miraggi : “ ….. ma ora se mi rileggo penso che solo l’inidentità regge il mondo , lo crea e lo distrugge per poi rifarlo sempre più spettrale e inconoscibile ….. “