EPIFANIA

06.01.2017 15:14

Epifania ,oggi celebriamo la solennità dell’Epifania del Signore …. Epifania un termine con il quale i greci indicavano l’apparizione della divinità , dunque ciò che si faceva visibile , prossimo , alla portata dei sensi , sensibile , ciò che si manifestava , ciò che si rendeva pubblico , alla portata . La manifestazione , l’ epifania , dunque la possiamo indicare oltre che ad apparizione , anche come una forma di espressione soggettiva o collettiva solitamente pubblica , forma di espressione destinata a fare o a farsi conoscere , a rendersi o rendere pubblico …. se stessi o un altro o delle idee …. le mie idee o le idee di altri …. quindi possiamo definirla , l’epifania o la manifestazione , una forma di rivelazione . Rivelare significa appunto manifestare fatti riservati , il dire di sé , il dire la propria intimità , la propria identità , il proprio io . Rivelare , cioè manifestare la propria intimità dunque , è l’atto con cui Dio sceglie di comunicare con me , proprio con me …. anche con altri … ma ciò che conta è ciò che manifesta di sé a me …. è come appare a me e come si rivela a me …. e qui entra in gioco la mia intimità soggettiva …… ma ciò che è oggettivo , per tutti , è che Dio si fa conoscere , si manifesta , si rivela con un atto di amore che è un atto di intimità rivolto alla mia intimità , Lui , Dio , rinuncia alla sua intimità per dividerla con me …. con ognuno di noi ….. non ci sono più segreti , si lascia spogliare e portare dove vuole l’uomo e con le modalità scelte dall’uomo …… dalla sequela alla follia della Passione ……. la morte in croce . L’intimità di Dio è la sua natura divina , che gli è propria , che lo caratterizza, è la sua identità e per dividere la sua intimità con me , mi porta al suo livello , mi eleva , mi conferisce la sua dignità , la sua identità : la vita divina …… così comunica , mi parla perchè io comprenda : “ Piacque a Dio , nella sua bontà e sapienza rivelare se stesso e far conoscere il mistero della sua volontà , mediante il quale gli uomini , per mezzo di Cristo , Verbo fatto carne , nello Spirito Santo hanno accesso al Padre e sono così resi partecipi della divina natura “ …. leggiamo nel Catechismo della Chiesa Cattolica che attinge ciò dalla Costituzione dogmatica Dei Verbum del Concilio Vaticano II ; e non si ferma qui il Catechismo ma afferma anche che : “ Dio ….. vuole comunicare la propria vita divina agli uomini da lui liberamente creati , per farli figli adottivi nel suo unico Figlio . Rivelando se stesso , Dio vuole rendere gli uomini capaci di rispondergli , di conoscerlo e di amarlo ben più di quanto sarebbero capaci da se stessi “ , e ad abbundantiam prosegue : “ Il disegno divino della Rivelazione si realizza ad un tempo – con eventi e parole – che sono – intimamente connessi tra loro - e si chiariscono a vicenda . Esso comporta una – pedagogia divina – particolare : Dio si comunica gradualmente all’uomo , lo prepara per tappe a ricevere la rivelazione soprannaturale che egli fa di se stesso e che culmina nella Persona e nella missione del Verbo incarnato , Gesù Cristo “. Fratelli cristiani siamo Dio , siamo chiamati alla vita divina , ad essere in Dio , Dio , nel Figlio , figli … e questo , da parte di Dio …. a quale scopo ? Per “ Far conoscere il mistero della sua volontà ….. “ e accedere a lui , al Padre . Niente più segreti , niente più differenze ma diversità …. certo non sono Dio …. ma sono io , non sono altro o altri , sono la mia identità e questa è la mia dignità … il mio vanto …. Ecco allora che non ha più importanza se sono libero o schiavo , ricco o povero : “ Non c’è più giudeo né greco ; non c’è più schiavo né libero ; non c’è più uomo né donna , perché tutti voi siete uno in Cristo “ scrive Paolo ai Galati ( 3,28 ) e circa il vanto , il nostro vanto fratelli cristiani , sia quello che Paolo rivendica ai Galati ( 6,14 9 : “ Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo …. “ . Salire sulla croce significa identificarsi , manifestare la nostra diversità , rivelare la nostra identità ….. che non è la gioia a buon mercato … il buonismo nei gesti e nelle parole …. ma il sacrificio per l’altro …. e qui devo citare le parole del venerabile Don Oreste Fontanella , prete biellese dimenticato dal buonismo dei gesti e delle parole e di cui si è aperto il processo di beatificazione e che , oltre a ripeterlo , viveva quello che è stato il suo motto : “ La gloria a Dio , il piacere agli altri , il sacrificio a me “ …. è la cristica manifestazione è l’ Epifania del Signore spinta alla perfezione ….. è amore , amore sponsale , sano realismo …. vita cristiana …… è ciò che siamo chiamati a vivere : manifestare il Signore ….. come ? Lo ripeteva sempre un altro “ santo “ sacerdote biellese , discepolo di don Fontanella , premiato dalla superficialità degli uomini con la costruzione di una bella tomba , ma dimenticato nel suo pensiero e nella sua sobria vita vissuta sotto l’egida di questo suo motto : “ Se possiederete la carità , manifesterete il Signore “ …… la carità , fratelli cristiani , cioè l’amore perché “ Dio è carità … Deus caritas est …. “ ( 1 Gv. 4,8 ) e non la perbenista elemosina ……