EPILOGO

21.08.2016 09:00

Ma è solo il Cristo , preposto a insegnare ovunque , come scrive Luca ( 13,22 ) : “ … per città e villaggi … “ ? E’ solo il Cristo destinato a giungere a Gerusalemme , cioè al suo epilogo ? Ho scritto epilogo , perché Gerusalemme per il Cristo è stata l’ultima parte del suo lungo discorso , è la sua porta stretta , attraverso la quale anche lui , come predica , deve passare , deve varcarne la soglia . Come cristiani , praticanti o non praticanti , ma se battezzati ,abbiamo il dovere di porci queste domande , per comprendere se noi siamo esclusi da ciò che il Cristo insegna e testimonia , cioè ciò che vive come Dio e come uomo …. e se a noi il comportamento del Cristo interessa , tocca , intriga sia intellettualmente che fisicamente , cioè se il suo insegnamento , la sua dottrina , entra nella nostra vita , se penetra nel nostro intimo , se sconquassa la nostra coscienza , se la mette sotto sopra , la rivoluziona , la incanala contro la corrente , come i salmoni che sentono che quella fatica continua , estenuante , quando è il momento , va vissuta , che quel percorso insidioso va affrontato con tutti gli annessi e connessi , sino all’epilogo , che è il dare la vita, è l’essere fecondo non solo in potenza …. non basta …. ma in atto , altrimenti quella generazione di salmoni da quella fatica originata, non scenderà mai la corrente per poi risalirla e perpetuare così il moto . Il Cristo , ci fa intendere Luca , percorre avidamente la strada , perchè la brama , la brucia : “ Sono venuto a portare il fuoco sulla terra ; e come vorrei fosse già acceso “ si legge in un altro passo di Luca ( 12,49 ) , il Cristo va incontro alla sua fine che è principio , inizio , cammina verso la sua maturazione perché è per quello che è stato gettato , come il seminatore getta un seme …. il seme …. che se non muore , non si disfa , non porta frutto : “ In verità , in verità io vi dico : se il chicco di grano , caduto in terra , non muore , rimane solo ; se invece muore , produce molto frutto “ . ( Gv. 12,24 ) Quante volte il Signore a Gerusalemme , passata la porta stretta , varcatane la soglia è caduto, quante volte ? ….. A noi è dato saperlo nel ripercorrere le stazioni della via Crucis , e come è prodiga di descrizioni la Passione , sul disfacimento fisico del Signore per opera dell’uomo , irriconoscibile dopo le percosse , le derisioni e la flagellazione è presentato pubblicamente : “ Allora Gesù uscì , portando la corona di spine e il manto di porpora . Pilato disse loro : – Ecco l’uomo ! – “ . ( Gv.19,5 ) Quell’Ecce Homo , quella figura , quell’epilogo tragico ispirò a Nietzsche un testo il cui titolo completo è “ Ecce homo . Come si diventa ciò che si è “ uno scritto fortemente autobiografico , pubblicato sul finire della sua produzione letteraria , in cui il filosofo rivide criticamente e corresse molte delle sue idee espresse durante la sua speculazione filosofica . La figura del Cristo presentato da Pilato , ha scosso nel profondo , e continua a scuotere ,ad avvicinare ma anche ad allontanare . Chi , chiedo ….. chi ha il coraggio di percorrere quella strada , di immettersi in quel cammino , di condividere e consegnarsi alla logica della Passione chi ? ….. Il piccolo resto che Paolo ai Romani ( 9 , 27 ) citando il profeta Isaia indica , ne svela l’identità : “…. se anche i figli d’Israele fossero numerosi tanto quanto i grani della sabbia del mare , solo un piccole resto sarà salvato “ … il popolo dei battezzati , dunque si assottiglia … esi assottiglia sempre di più . Siamo dunque chiamati ad essere gettati da mani sapienti , morire ed essere disfatti nel corpo e nello spirito , in un camino sempre contro corrente e , sfigurati , essere presentati a noi stessi e agli altri : “ Ecce homo ! “ e guardandosi intorno , contandosi , rendersi conto di essere non un …. ma il piccolo resto , coloro che varcano la soglia di quella porta scomoda e stretta , in cui si fa fatica a passare . Per passare , varcare e quindi entrare nell’aldilà che inizia qui , per nostro volere , per nostra libera scelta , su questa terra , che è già parte della nostra vita dobbiamo insegnare … ma come ? Camminando , per ciò che siamo , alla volta di Gerusalemme , alla volta del nostro ultimo discorso ; questo è quanto il Signore ci chiede …. a Gerusalemme non c’è gioia , ma il raggiungerla è già motivo di gioia , lì c’è la nostra gloria , persino un uomo come il discusso Nietzsche , percepisce l’Ecce homo e lo indica per ciò che è veramente ovvero colui che diviene ciò che è . Il Cristo a Gerusalemme svela e attualizza le scritture , è colui che le scritture annunciano , è lui l’atteso che sarà appeso , è lui il capro espiatorio , colui che varca la soglia della porta stretta , è lui l’agnello di Dio , il sacrificato è colui che è e diviene ciò che deve divenire : “ Io sono colui che sono !“ ( Es.3,14 ) dice di sé Dio a Mosè dal roveto ardente , nella terra santa . A Gerusalemme dunque , quando si entra a Gerusalemme si deve capovolgere tutto , il condannato è l’assolto , colui che muore in verità è colui che riprende vita , che resuscita , colui che è sconfitto è il vincitore , dalla morte emerge la vita e dal dolore la gioia , gli ultimi sono i primi e i primi gli ultimi , a Gerusalemme entra come vincitore chi cavalca un asino e non chi cavalca un bianco destriero . In quel tempo , già in quel tempo …. Ma rispondiamo ancora all’ultima domanda , all’ultima provocazione … ma davvero c’è stato solo quel tempo ‘ …. e questo che viviamo non è quel tempo ? Ma noi siamo cristiani di quale tempo ?