ERRATA CORRIGE

18.09.2015 09:08

Ho ricevuto ieri una lettera, da un confratello , che mi informa che quanto è stato riportato sul sito di Chiesa controcorrente dell’8 c.m. che recava il titolo “ Caramelle non ne voglio più “,  in riferimento ad una proprietà della parrocchia di Vigliano B.se , non è corretto . La proprietà di quel bene mi si informa, è dell’Istituto Diocesano per il Sostentamento del Clero ( IDSC ) che dovrebbe garantire , con i suoi beni , la remunerazione del Clero , ma che per vari motivi ciò non avviene per cui l’IDSC deve attingere dall’ 8 x 1000 , impoverendo altre finalità quali l’evangelizzazione e la carità , mi informa l’autore della missiva.

Non ho problemi ad ammettere l’errore , ovvero che la parrocchia di Vigliano B.se non è proprietaria dell’immobile , ma non sono d’accordo che sia stato erogato , per la ristrutturazione dell’oratorio , il contributo dell’8 x 1000 , come non sono d’accordo che la ristrutturazione sia stata assegnata con la motivazione di ” nuovi edifici per il culto “ , come non sono d’accordo che il contributo sia stato esteso ed erogato  per la costruzione della casa parrocchiale del Santuario delle Brughiera e per la ristrutturazione dell’oratorio di Cossila S.Grato tutto ciò che io ritengo “ sprechi e ingiuste attribuzioni “. Sarei d’accordo invece che i contributi fossero assegnati attraverso una scaletta ragionata e condivisa ,di priorità di interventi , mettendo al primo posto lo stato di conservazione delle Chiese e soprattutto ( per giustizia ) le possibilità economiche delle parrocchie secondo la logica che chi meno ha , chi meno può , più deve essere aiutato ed incentivato a ricevere : è vero non è logico per una mentalità prettamente utilitaristica ma …… il Vangelo ci spinge a non conformarsi alla mentalità ( borghese , laica ) di questi nostri tempi , e la evangelica prudenza che viene invocata ( siate prudenti come serpenti ) ,non può prescindere dalle necessità degli ultimi , dei poveri ,dei deboli , dei meno dotati ( il discorso della montagna ) a favore dei più furbi . Il patrimonio mobiliare e immobiliare deve essere sicuramente non solo ben gestito ma gestito alla perfezione  ( più che al meglio ) appartenendo non alla classe sacerdotale ( che solo l’amministra )  ma al santo popolo di Dio , alla comunità cristiana di questa diocesi che non merita certamente la gestione a cui è stato condannata , debiti ,scelte scellerate a cui ho assistito per anni  in questi anni, e non parlo dell’IDSC perché non ne conosco la sua storia amministrativa , ma delle realtà per cui ho prestato la mia consulenza di tecnico , purtroppo o per fortuna, non di amministratore . La vicinanza a queste problematiche mi hanno confermato che l’impoverimento è dovuto all’incapacità di discernimento del  governo di questa diocesi  che impoverisce non solo il patrimonio mobiliare e immobiliare , ma ancor più il patrimonio culturale , spirituale , etico e  morale .

 Io non comprendo la frase finale della lettera a me indirizzata che riporto affinchè ogni singolo lettore di questo sito possa farsi un’opinione , riporto letteralmente : “ ….. si devono tagliare sprechi e ingiuste attribuzioni , si deve incrementare Il  - Sovvenire se si vuole che ogni sacerdote al servizio PIENO della Diocesi abbia la remunerazione - che gli spetta …… “ ecco voglio commentare solamente che se ciò significa che  “ non sono sacerdote al servizio PIENO della Diocesi “o sono nella casella “ tagli , sprechi ed ingiuste attribuzioni “ rispondo come Gesù rispose a Giuda nel passo di Vangelo secondo Giovanni : “ Quello che vuoi fare , fallo presto “ . Quello che ho capito che l’IDSC in diocesi deve tagliare sprechi ed ingiuste attribuzioni che non sono associabili al ministero presbiterale , sono altri gli sprechi e le ingiuste attribuzioni , gli sprechi e le ingiuste attribuzioni sono legate al mancato discernimento del presule nell’attribuire incarichi e nell’ordinazione di uomini non adatti al ministero ; comunque ,( a parte l’indegnità della quale non entro nel merito  ) tra chi opera non c’è “il poco che fanno o il tanto che fanno “ , perché i ministri hanno donato la loro vita e la loro vita vale il diritto al giusto salario come si leggeva un tempo nel Vangelo di Luca , oggi si legge che “ chi lavora ha diritto alla sua ricompensa “ ; ciò che conta è stabilire che cosa significa “ lavoro , lavorare “ per la mentalità di questo secolo,  per gli amministratori , laici e chierici , di questa diocesi . Se il suo significato è fare  l’opera di Dio , allora si è fatta un’ingiustizia a don Davide sospenderlo del contributo perché postulante in un ordine mendicante , se lavoro significa produrre , questa visione è attribuibile a quel parlare secondo gli uomini e non secondo Dio che pone Pietro dietro le spalle di Gesù per imparare , perché non ha ancora imparato . Una cosa è certa né a me , né al mio compagno di Messa non viene tolto il Signore , è ai margini e nell’indifferenza ( in questa condizione non ci sono solo i migranti ) che il Signore accoglie e incontra  ……. concludendo : “ Quello che vuoi fare , fallo presto “ GV. 13, 27 .