FARAON'S VALLEY: LA VALLE DELLA MISOGENIA
Iniziano i lavori di rifacimento di piazza del faraone ; ieri mattina il faraone in persona ha attraversato la sua valle ( faraon’s valley ) i suoi possedimenti , cattedrale e piazza, per guardare compiaciuto i lavori anche se non è casa sua infatti sia la cattedrale che la piazza sono proprietà del capitolo della cattedrale , che purtroppo cala le brache al volere del vescovo quando, storicamente , la chiesa , aveva individuato nei capitoli dei canonici organi per limitare il potere dilagante dei vescovi . Il nostro poi è uomo di potere che lo esercita prendendosi sempre e per ogni cosa la ragione ,la pretende la ragione in tutto ,ed in ogni campo , dimostrando di essere, di fatto, più che un monarca un dittatore e lo dimostra ogni giorno di più in ogni sua azione . Ma non sono qui per raccontarvi la passeggiata di monsignore per osservare compiaciuto i lavori nella piazza e nella cattedrale , che si è fatto consegnare dal capitolo , entrambe segnate dalla rovina , perché prive di vita , di vita cristiana .
Oggi vi voglio parlare di Marta , di Santa Marta di cui ieri si è fatto memoria , la Chiesa ha fatto memoria .
I vangeli che la liturgia propone , nella memoria di S. Marta , sono due , uno scritto da Giovanni e l’altro da Luca . Io nella breve riflessione che ho proposto nelle due S. Messe che ieri ho celebrato ( per grazia di Dio io non seguo il diocesano e scellerato progetto del più Messa meno Messe ) ho ricordato come Giovanni attribuisca anche a Marta la frase rivolta a Gesù : “ Tu sei il Cristo il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo “ . Questa frase è la stessa che Pietro pronuncia, rispondendo alla provocatoria domanda che Gesù rivolge ai suoi discepoli : “ Ma voi chi dite che io sia ? E Pietro d’impeto risponde : “ Tu sei il Cristo , il Figlio del Dio vivente “ . E’ questo il riconoscimento del ruolo delle donna in seno alla Chiesa , pari a quello del Vicario di Cristo in terra scelto direttamente dal Cristo , da Dio . E qui cari amici di chiesa controcorrente potrei dirvi che sta la risoluzione del gravoso problema del gender , siamo unità ,uomo e donna, unità , è cancellato da subito la diversità di genere da parte di Dio ,tanto che Dio pone sullo stesso piano , una umile donna che ospita il Maestro e l’apostolo scelto come capo della sua Chiesa , la Chiesa di Dio . Entrambi ci dice la Sacra Scrittura, rispondono allo stesso modo ,fanno la stessa professione di fede , dunque nella fede non c’è distinzione di genere ma unità di intenti , tanto che la Chiesa sapientemente nella liturgia usa , rivolgendosi all’assemblea, il termine fratelli o popolo , mentre il termine sorelle è usato solo nei foglietti che sono distribuiti nelle messe domenicali , che di sacro hanno poco , per non dire niente . Dunque il santo popolo di Dio è unico , unità perché proviene dalla Trinità che è unità nella diversità , un solo Dio in tre persone distinte . La stessa Parola, la Sacra Scrittura, usa il termine fratelli , bisogna leggere le lettere di S. Paolo per rendersene conto . Se poi pensiamo che la donna nella Sacra Scrittura , specie nei racconti delle Passione ,fa una bella figura rispetto agli apostoli ,uomini, si comprende il perché dell’attenzione, degli ultimi tre Papi , nell’affermare il fondamentale ruolo femminile nelle Chiesa . Vi ricordo i discepoli impauriti che fuggono dall’orto degli ulivi e si rinchiudono in casa tanto che il Risorto deve attraversare i muri , le porte, per portare a loro il suo saluto : “ Pace a voi e mostrò loro ……. “ ; mentre le donne sono state sotto la Croce sfidando il giudizio popolare, che al tempo poteva spingersi oltre all’oltraggio sino al linciaggio e poi corrono al sepolcro e , incontrato Gesù si fanno annunciatrici presso gli stessi apostoli , annunciano per prime la Resurrezione del Cristo ,il primo Kerigma .
Una chiesa dalla “c” minuscola per secoli ha limitato il ruolo delle donna conferito in origine dalla Chiesa universale quella con la “ C “ maiuscola , e oggi ai nostri giorni non è cambiato nulla , nel seminario diocesano prima che monsignore lo chiudesse , spesso sono state irrise le religiose , mentre sono le uniche che fedelmente e pubblicamente portano ancora il loro tradizionale abito e con esso la testimonianza di una vita cristiana , non parliamo poi dei comportamenti decisamente misogini di alcuni preti , per cui le donne non devono prendere determinate decisioni o devono tenere un contegno da essi dettato , sono i racconti di alcune giovani ragazze che prestano la loro collaborazione nei centri estivi , che subiscono queste piccole vessazioni giornaliere solo perché donne , date quindi in pasto ai misogini , comportamento questo riscontrabilissimo nei componenti il governo di questa diocesi . Nel nostro seminario i formatori , misogini , non hanno mai prestano attenzione a questo problema di natura psicologica solo per opportunismo . Questa gente è, ed è stato un problema , altro che il sottoscritto , che l’unico problema che crea è quello di denunciare questi fatti e raccontare esperienze di vita vissuta . La visione del prete d’altra parte per questa gente è quella di un pezzo in più nel meccanismo , un pezzo di ricambio , che deve essere solo ben oliato , con vizi , agi , compensazioni . Il prete non è persona ma una pedina ad uso e consumo della classe dirigente , la classe che lo dirige , il potere temporale e secolare . Ma mentre gli ultimi tre Vicari di Cristo in terra, hanno esaltato l’operato ed il genio femminile , ( papa Francesco tra l’altro e non a caso vive a S .Marta e non a Palazzo ), il faraone con il sottoscritto ( e se con me chissà con quanti altri ) delle donne che coabitano con lui ,religiose consacrate ,( le stesse che coabitavano con Gesù ) ha avuto il coraggio di presentarle così : “ una mi fa un po’ di cucina , l’altra da segretaria “ Alla luce di ciò pensate ,cari amici di Chiesa controcorrente, alla considerazione che Gesù dimostra per una sua discepola che coabitava con Lui che faceva vita comune con Lui , tanto da inviarla agli altri discepoli per annunciare l’avvenimento che è , e sarà celebrato sino alla fine di questo mondo : la Resurrezione . E pensate al precedente vescovo di Biella, Mons. Massimo Giustetti di venerata memoria , che condivise la sua vita , coabitando con due laiche consacrate, insegnanti, con la quali costituì una comunità , visse cioè con loro una vita comunitaria , ma mai per rispetto a loro e della Santa Chiesa di Dio e del suo popolo , scese nei dettagli della loro coabitazione , della loro vita privata , se non per raccontare e condividere i momenti della loro vita di preghiera, in perfetto stile cristiano .
Di S. Domenico , si legge nella sua agiografia , che parlava di Dio e parlava con Dio . Questo è la stile e la sensibilità cristiana non certo il pettegolezzo e la misoginia che si è insediata ed instaurata a palazzo .