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11.05.2019 15:17
Uso il tema sul modo di proclamare la parola di Dio , cha la liturgia della parola di questa IV domenica di Pasqua propone nella prima lettura tratta dal libro degli Atti degli apostoli , per una provocazione .
Non ascoltiamo più , non siamo più capaci o abituati ad ascoltare , a porsi e disporsi in ascolto , troppe cose interferiscono e si accavallano continuamente in ogni momento della nostra giornata , in ogni nostra incombenza sia di natura materiale che intellettuale si, che l’ascolto diviene frammentato , distratto , si perde il filo , la continuità , la concentrazione .
L’ascolto è un atto , è una azione che coinvolge il corpo , la mente , lo spirito ; è un atto di umiltà che presuppone l’attenzione all’altro da sé , implica l’elaborazione e la sintesi di ciò che è annunciato , lavoro intellettuale che coinvolge la mente , la ragione , lavoro spirituale che coinvolge la coscienza , il cuore , la fede , in buona sostanza tutto ciò che comprende l’interiorità dell’uomo , il nostro intimo .
L’ascolto è dunque ricchezza , perché con esso , attraverso ad esso si acquisisce ; e l’ascolto è apertura cioè disponibilità , dedizione .
Fratelli è dal tempo della primissima comunità cristiana , quella descritta nel libro degli Atti degli Apostoli di cui l’autore è l’evangelista Luca , che si è convocati o meglio , che ci si convoca liberamente in assemblea per ascoltare la parola di Dio : “ … Erano assidui nell’ascoltare l’insegnamento degli apostoli …. “ leggiamo nell’opera lucana , Parola di Dio ( At. 2,42 ) .
Dunque ripetiamo quel gesto , quall’azione , “ l’ascoltare “ compiuto 2.000 anni or sono , compiuto per e da 2.000 anni . Ma oggi davvero ascoltiamo ? Siamo convinti di ascoltare ancora ?
L’uomo è cambiato , noi siamo cambiati , noi fratelli cristiani come fedeli ,in qualità di fedeli , di discepoli di seguaci della sequela Christi siamo cambiati , infatti , non ascoltiamo più , leggiamo . Forniamo , sbagliando , diseducando , un foglietto in cui sono riportate le letture ,la Parola di Dio , con il quale , non ascoltiamo , non compiamo più quel gesto di umiltà richiesto e manifesto sin dai tempi della primissima comunità cristiana , cioè da 2.000 anni orsono , non siamo più passivi dunque attenti alla Parola , non ascoltiamo più , non compiamo più un gesto comunitario , di comunione dunque tutt’uno con l’assemblea , con la comunità , e non essendo più in sintonia con la comunità , siamo come monadi , particelle , parti e non più un tutt’uno , il tutt’uno , unità.
Il gesto rituale dell’ascolto della Parola è l’ascolto e non altro , è orientare tutti insieme lo sguardo in alto , all’ambone , dove si proclama la Parola , dove cioè Dio attraverso la voce e la parola di un fratello fa giungere a tutti la sua voce , la sua Parola . Se leggo non ascolto e se leggo non compio più , non rendo più attivo il rito , non concedo più al Signore di parlare , non è più Dio il centro , l’attenzione , ma tutto è spostato su me stesso , dunque io e non più Dio : antropocentrismo , non più cristocentrismo .
Il Lezionario , il libro che contiene la Parola di Dio è un libro sacro e la prova di ciò è che il sacerdote , dopo averlo letto lo bacia , ad esso si inchina , spesso lo incensa e lo innalza perché tutta l’assemblea lo possa vedere , possa vedere da dove è tratta la Parola , possa vedere la Sacra Scrittura , la Dei Verbum , la Parola di Dio dunque il sacerdote con gesti rituali , antichi previsti dalla sacra Liturgia venera il Lezionario . La Parola poi non viene letta ma proclamata cioè dichiarata solennemente in un contesto ufficiale che è la Santa Messa , la sacra Liturgia dove il sacro , il divino incontra , incrocia l’umano . La Parola dunque è proclamata ossia gridata secondo l’etimologia della parola .
Lo sguardo dell’assemblea , il vostro sguardo fratelli cristiani deve essere concentrato verso un unico luogo , l’ambone dove Dio parla al suo popolo attraverso la voce e la parola del lettore e del sacerdote . La Parola è dialogo e si dialoga guardandosi negli occhi , in piedi uno di fronte all’altro . Vi ricordo fratelli che il verbo ascoltare deriva dal latino ob-audire da cui la parola obbedienza . Non si può obbedire se prima non si ascolta . La liturgia della Parola , nel corso della celebrazione della S.Messa ha le sue modalità e l’ascolto è modalità fondante . Se leggo sono impedito nell’ ascoltare , non compio più il gesto liturgico richiesto che fa della liturgia della Parola quel momento di comunione tra l’umano e il divino e tra l’umano e l’umano . Il gesto del leggere non fa altro che confermare che l’uomo oggi , che noi fratelli cristiani per nostra comodità , per nostro interesse o anche solo per pigrizia e abitudine anche in un momento in cui dovremmo esprimere la nostra umiltà , perché ci è richiesto di esprimere la nostra umiltà , imponiamo la nostra superbia , la nostra arroganza , il nostro io , non esprimendo Dio . I gesti , sono lo specchio di chi siamo , di ciò che siamo , se leggo non ascolto e se mi è richiesto di ascoltare , non mi è richiesto di leggere . I gesti sono segni , l’Apostolo Giovanni , diversamente dagli altri tre evangelisti non esprime mai la parola miracolo , ma segno e possiamo dire che la nostra religione , la nostra fede , la fede che professiamo è fortemente significata , radicata nei e dai segni . Se perdiamo i segni , e piano , piano li stiamo perdendo , piano , piano perdiamo , spegnamo la fede . Ricordiamo che tutto ha avuto inizio dalla Parola : “ In principio …. “ lo si legge nel primo libbro della Bibbia che è la Genesi al primo capitolo e al primo versetto . “ In principio … “ è parola scritta , è Parola di Dio , è l’origine del tempo del cambiamento , è l’inizio della storia della salvezza , della nostra storia fratelli crisdtiani e l’autore di quella Parola è Dio come recita la Costituzione Dogmatica sulla Divina Rivelazione la Dei Verbum del Concilio Vaticano II al capitolo III ( vers.11-21 ) :
Le verità divinamente rivelate, che sono contenute ed espresse nei libri della sacra Scrittura, furono scritte per ispirazione dello Spirito Santo La santa madre Chiesa, per fede apostolica, ritiene sacri e canonici tutti interi i libri sia del Vecchio che del Nuovo Testamento, con tutte le loro parti, perché scritti per ispirazione dello Spirito Santo (cfr. Gv 20,31; 2 Tm 3,16); hanno Dio per autore e come tali sono stati consegnati alla Chiesa [17] per la composizione dei libri sacri, Dio scelse e si servì di uomini nel possesso delle loro facoltà e capacità [18], affinché, agendo egli in essi e per loro mezzo [19], scrivessero come veri autori, tutte e soltanto quelle cose che egli voleva fossero scritte [20]. Poiché dunque tutto ciò che gli autori ispirati o agiografi asseriscono è da ritenersi asserito dallo Spirito Santo, bisogna ritenere, per conseguenza, che i libri della Scrittura insegnano con certezza, fedelmente e senza errore la verità che Dio, per la nostra salvezza, volle fosse consegnata nelle sacre Scritture [21]. Pertanto «ogni Scrittura divinamente ispirata è anche utile per insegnare, per convincere, per correggere, per educare alla giustizia, affinché l'uomo di Dio sia perfetto, addestrato ad ogni opera buona».
Come Concludere ? Così , in questo modo , il sacerdote dopo avere proclamato il Vangelo sottovoce recita , secondo quanto stabilito nel Messale Romano , queste parole : “ La parola del Vangelo cancelli i nostri peccati “ . Dunque fratelli cristiani la Parola merita il nostro sguardo ?