GIOCANDO A SCACCHI CON PAPI

06.08.2014 11:06

Continua il nostro viaggio, cari amici di Chiesa Controcorrente, in un mondo che dice poco di sé, ma molto di te, ed io infiltrato a pieno titolo appartenente al mondo ecclesiale, cerco di presentare con molta ironia quegli intoccabili dottor Jekyll e mister Hyde che governano noi, santo popolo di Dio. Il prete che nell’articolo apparso su Eco di Biella lo scorso anno, io indico come quello che si faceva soffiare ancora il naso è il giovane rampollo, il feudatario della valle Oropa, che sfogliando l’annuario diocesano sfoggia una serie di titoli che superano di gran lunga il medagliere di Idi Amin Dada, il pittoresco presidente dell’Angola negli anni ’80. Tra le onorificenze che il sanguinario dittatore angolano sfoggiava, una medaglia di fine corso ricevuta in una località sciistica. Banalità e chi vive di banalità è banale e accettare la banalità significa che si è contenti di essere banali. Chi ha tante cariche, chi le colleziona, le sfoggia con orgoglio, costui è una pedina, lui il giovane rampollo che ritiene gli altri pedine da spostare nella scacchiera durante le interminabili partite con papi. Chi distribuisce alle stesse persone tante cariche è perché è incapace di fare discernimento, quindi se ne sbarazza immediatamente senza pensare alla persona giusta nel posto giusto, l’unico discernimento che opera è cercare chi tra i tanti è appagato dall’accumulo di cariche, è un fenomeno politico quindi ecclesiastico, siamo uomini, tutti uomini o sarebbe meglio dire siamo tutti mezzi uomini. Leggerete, cari amici di Chiesa Controcorrente che il giovane rampollo si è permesso, con me ex ragazzo di quell’esperienza unica in terra biellese, di tacciare transfughi dell’azione cattolica i ragazzi del prof. Bruna. Premetto che ho fatto parte della comunità del prof. Bruna e non di azione cattolica. Ora permettetemi di rivolgermi direttamente al rampollo:” Ebbene caro rampollo le persone che hanno vissuto gli anni in cui tu ancora consumavi pannolini, nella loro vita si sono realizzati lavorando, crescendo una famiglia, facendo scelte legittime e ponderate come ad esempio uscire da azione cattolica. Essi, come Pietro, sono scesi dalla barca per camminare sulle acque con la paura e il rischio di affondare, tu invece nel corso della tua vita hai scelto di rimanere saldamente seduto sulla barca guardando Pietro camminare sulle acque pronto a vederlo affondare per deriderlo”. Dopo le sue esternazioni di bassa leva, di quell’ironia da acida zitella, lui provetto musicista, insigne docente privo di titolo, lui uomo di cultura e capetto di quartiere, propone ai transfughi una pubblicazione su di un uomo che conosciuto l’ambiente in cui il capetto veniva educato, assumeva una posizione critica tanto da fondare con altri giovani una nuova realtà.

 

Sono passati 35 anni dalla morte del prof. Piercarlo Bruna . Si è celebrata la S. Messa di suffragio presso la chiesa della comunità cristiana di Cossila S. Grato a cui apparteneva .

Mi aspettavo almeno la presenza del parroco considerando il valore ,lo spessore della persona e ciò che ha rappresentato 40 anni fa per la Chiesa il professor Bruna , ma così non è stato .

Ciò che conta veramente , penso , ( sicuro di non essere smentito da quello che era il suo modo di sentire e vedere ), è ciò che siamo stati noi , “i suoi ragazzi” ,oggi ex ragazzi che abbiamo gravitato attorno a lui 40 – 45 anni fa .  Non ha nessuna importanza se alla S. Messa di suffragio eravamo tanti o pochi o se il parroco ha celebrato o meno , ciò che importa è ciò che siamo . Se siamo ciò che siamo , se siamo  ciò che siamo stati è perché qualcosa di lui , di ciò che ci ha insegnato è penetrato , è passato nei “suoi ragazzi” : gli altri , l’altro da sé , l’Altro .  C’è chi ha scelto di servire nel sociale , alcuni hanno fatto , di quelle scelte , un mestiere ,una professione , nei centri sociali , nei sindacati , nei partiti , nelle case famiglie , o chi in quelle realtà si è impegnato nel volontariato , c’è chi è divenuto prete .

Abbiamo creato delle famiglie educato dei figli , abbiamo vissuto portandoci dentro anche qualcosa di lui .

Oggi sarebbe fiero di noi , felice , avrebbe oggi qualche capello in meno ma quel bel sorriso che lo contraddistingueva , come il sorriso di un padre nel giorno del matrimonio o della laurea del suo figliolo . Ciò che è contato è l’averlo incontrato e conosciuto ed avere attinto da quel bagaglio di valori che ci ha trasmesso , valori che ci hanno permesso di camminare da soli : ripensando , l’abbiamo perduto presto .

Ci ha sempre assistito , non ci ha mai abbandonati e oggi più che mai , è sempre stato fedele come scrive Paolo nella lettera a Timoteo , che leggeremo nella XXVIII domenica del tempo ordinario , Paolo lo afferma del Cristo . Siamo “ i suoi ragazzi” , che ha raccolto, accolto ,radunato e amato . Siamo “ i suoi ragazzi “solo  “ i suoi ragazzi” senza etichette , e non come ebbe a dire un giovane prete , ( che 40 anni fa si faceva ancora soffiare il naso ) i “transfughi dell’Azione Cattolica “ ; fuoriusciti come Carlo Carretto massimo esponente dell’A.C. che ben prima dei  “ i suoi ragazzi”, ( come scrive una rivista cattolica che ha ricordato i 25 anni della morte) , ruppe con l’associazione  . Come lui, come Carretto , i ragazzi del prof. Bruna seppero scegliere altro, perché c’è altro , c’è anche altro oltre gli schemi .

Dobbiamo , come ci è stato suggerito ,tributargli un ricordo attraverso ad una pubblicazione ? Dico la mia come ai tempi in cui l’opinione personale e dibattiti liberi e non pilotati ,erano all’ordine del giorno , erano il giorno  e alla luce del giorno . No ! Ne sono già stati scritti e tributati ricordi nella Valle d’Oropa , ragazzi ,teniamocelo dentro e ascoltiamo quel suo fare riservato , mite , umile , semplice come lo è stata la sua morte , lontano da tutti , dai suoi affetti , dai “ suoi ragazzi “ , nella terra di Francesco , e ciò dice molto di lui.  I segni, cerchiamo i segni, seguiamo i segni lui che è stato segno .

 

Biella, 4 ottobre 2013 nel 25 anniversario di fratel Carlo Carretto

 

 

donandreagiordano .