GLI ALTRI NON SONO LUI

13.09.2015 08:59

“ E ordinò severamente di non parlare di lui ad alcuno “ , questa frase emblematica , stupisce sempre l’ascoltatore o il lettore del versetto del capitolo del Vangelo di Marco , che abbiamo appena proclamato fratelli cristiani . Perché Gesù non vuole che si parli di lui …  non si parli di lui con altri ? Sembra un assurdo , un paradosso : allora la catechesi , l’omiletica , la teologia , il Nuovo Testamento , che ragione hanno di esistere , o perché sono stati scritti ? …. e ancora quando Gesù invia i 12 li invia a fare cosa? E tutta la predicazione di S. Paolo che senso ha ? Il Signore sembra dirci che non è tanto importante ciò che ci dicono di Lui , ma ciò che diciamo noi di Lui …… ciò che comprendiamo noi di Lui …. l’esperienza che io , personalmente , ed ognuno di noi fa di Lui, del Signore Gesù . “ La gente , chi dice che io sia ? “ ….. “ Ma voi , chi dite che io sia ? “  . I discepoli , gli apostoli , coloro che dividono la quotidianità con lui fanno una esperienza diretta , e di quella esperienza diretta , cosa capiscono del Signore ? Pietro , ci dice un altro evangelista Matteo , si azzarda a rispondere , non perché guidato da una sintesi del suo ragionamento , ma perché secondo le stesse parole di Gesù , guidato da Dio afferma : “ Tu sei il Cristo “ insomma ci lascia intendere che quell’affermazione, quella intuizione  non è farina del suo sacco  . Noi oggi abbiamo vissuto quell’esperienza ? Eravamo lì ad ascoltare Gesù nell’atto di interrogare i suoi discepoli ? No , siamo 2000 anni dopo , ma quella domanda è la stessa , e quella domanda ora è rivolta a noi direttamente , da Gesù stesso , Verbo di Dio , cioè Parola di Dio , che oggi noi qui abbiamo ascoltato , direttamente Lui ci ha parlato , il sacerdote alla fine della lettura ha esclamato Parola del Signore , e l’assemblea ( tutti voi ) ha risposto “ Gloria a te o Signore” , che significa ciò che hai detto , ciò che abbiamo udito sia la tua gloria , dunque la nostra gloria, il tuo innalzamento , il nostro innalzamento ; lo abbiamo ringraziato ( glorificato ) per ciò che ha detto e per ciò che abbiamo ascoltato . Gesù dunque , il Cristo come è stato riconosciuto da Pietro , cioè l’unto di Dio ( perché è questo il significato della parola Cristo ,  quello che Dio ha scelto dunque unto , e attenzione fratelli cristiani noi , ognuno di noi , battezzato e cresimato è stato unto due volte , siamo dunque gli unti di Dio e unti da Dio , questa è la nostra dignità ,un’ alta dignità, ricordate che si ungevano i re , i profeti e i sacerdoti e tali siamo per Dio ) , ebbene il Cristo oggi è da noi riconosciuto , deve essere riconosciuto attraverso la Scrittura , la Sacra Scrittura , che è quella esperienza quotidiana che ogni uomo può decidere di vivere perché cristiano , seguace di Cristo : come ? Con l’incontro con il Cristo nella Parola , nella sua Parola , che è Lui stesso in corpo , anima e spirito , l’incontro con il Verbo . Occorre che ognuno di noi vada alla fonte , si disseti direttamente alla fonte , non per interposta persona , è vero ci si può dissetare ugualmente bevendo ciò che ci viene servito  , ma non è la stessa cosa di bere quell’acqua che sgorga dalla fonte , dalla sorgente . Gesù chiede a me personalmente “ Ma tu chi dici che io sia ?” e mi ordina di non parlare di lui con nessuno affinchè anche gli altri godano di quella sorgente fresca , inesauribile , direttamente ,raccogliendo con le proprie mani quell’acqua e portandosela alla bocca , dentro di sé . Gesù ci invita all’esperienza diretta , a toccare con mano , a sporcarsi le mani , a prendersi delle responsabilità  dirette , a rispondere ad una chiamata , a cercare e ricercare , a vivere la gioia di trovare personalmente , di scoprire e scoprirsi che è poi la vita sponsale , scoprirsi per essere disponibili e la disponibilità è dialogo , apertura , fecondità , trasmissione , tradizione .  Con quella frase Gesù chiede , invita all’uomo a fare esperienza di Lui , come Filippo che avendo precedentemente incontrato Gesù , propone a Bartolomeo  “ vieni e vedi ” , lo invita a fare esperienza diretta , non si ferma a parlare della sua esperienza , ma vuole che Bartolomeo viva si, la sua stessa esperienza, ma personalmente . Gesù dunque severamente , è la parola usata dall’evangelista vuole …. ( e quel severamente lo sottolinea ) che ognuno di noi parli con Lui . Di un santo , San Domenico , fondatore dell’ordine dei Predicatori , i domenicani, di lui si diceva che parlava di Dio e parlava con Dio . Parlo di Dio quando parlo con Dio , quando la mia esperienza è completa , come faranno i discepoli dopo la morte del Cristo , quando lo Spirito Santo sarà disceso su ognuno di loro , quando cioè la loro esperienza vissuta , sarà maturata . Noi dobbiamo ancora passare attraverso l’esperienza petrina che è quella di pensare secondo gli uomini e non pensare secondo Dio : “ …. Tu non pensi secondo Dio , ma secondo gli uomini “ . Quel pensare secondo gli uomini , non significa pensare da uomini ; il pensare secondo gli uomini ,significa farsi mettere morso e briglie e farsi condurre , spesso , spessissimo contro la nostra volontà ; il pensare da uomini , è il pensare secondo Dio cioè fare l’esperienza diretta , scoprire da soli , cercare da soli , faticare da soli per trovare chi si lascia trovare che trasforma quella scoperta , quella ricerca , quel faticare in un atto non solitario , ma comune con chi cerco , con colui che si lascia trovare ( dialogo non monologo, pilastri della vita sponsale ) . Gli altri non sono Lui , dopo che sarò andato e avrò visto allora potrò vederlo anche negli altri , ma se non faccio l’esperienza diretta difficilmente  lo potrò scoprire negli altri . Nell’atto di dividere la mia vita con l’altro da me , cioè dividere la mia esistenza con il mio complementare , con la mia metà e la mia meta , quell’atto ,non lo vivo  per procura o per interposta persona , ma faccio della mia metà , di lui o di lei,esperienza diretta , non esiste più il mio ed il suo ma il nostro , che è l’unico , non parlo di lei o di lui agli altri , ma vivo  lei o  lui ,vivo di lei e di lui , porto in me  dentro me lei o  lui  , perché resti in me ….. augurando che questo modo di vivere l’altro ( amare ) sia possibile anche agli altri . Gesù ci dice questo , basta parole , amare e amore , esperienza totale cioè dono totale di sé fino all’estremo sacrificio  che è dare la vita per l’altro da me , il mio complementare , la mia metà , la mia meta . Gesù dopo avere proferito la frase che abbiamo commentato preannuncia  la sua Passione , Morte e Resurrezione  , cioè l’amore di Dio per me , per me uomo ; così come la preannuncia, la profetizza , Isaia nella prima lettura . Siamo dunque chiamati , fratelli cristiani , all’incontro diretto ,alla quotidianità , che è esperienza diretta con Cristo che è sintesi della nostra stessa esistenza e sintesi dell’universo intero ciò che Paolo definisce : ricapitolazione .