HO DA DIRTI QUALCOSA

12.06.2016 06:41

“ Simone ho da dirti qualcosa “ che riletto per ognuno di noi , amici di chiesa controcorrente suona così : “ …. ho da dirti qualcosa “ . Gesù , il Figlio di Dio ha qualcosa da dire a me , ad ognuno di noi . Dio vuole , dialogare con me , ha qualcosa da dire a me e per farlo , come scrive Paolo ai santi della comunità di Filippi ( 2,7 ): “ ….. spogliò se stesso , assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini ; apparso in forma umana ….. “ . Svuotamento ? Abbassamento ? Kenosis ? No , semplicemente rimanere nel quotidiano , nell’ordinario ,nella sana , bella e semplice vita cristiana che ogni giorno si ripropone tra i fornelli e i banchetti del mercato , tra l’ufficio ed i macchinari di una catena di montaggio , mai banale , mai ripetitiva , sempre tesa e protesa alla novità . “ …. ho da dirti qualcosa “ , Gesù ha da dirmi qualcosa , è alla mia portata , è all’altezza dei miei occhi , pari a pari , mi è accanto come leggiamo in Matteo ( 28, 20 ) “ ….. ecco io sarò con voi fine alla fine dei giorni ….“ e questo mi basta , mi deve bastare , è bastante nel mio rapporto con lui , Paolo ai Romani ( 12,11 ) scrive : “ … non aspirate a cose troppo alte …. “ e Santa Teresa affermava nel corso della sua vita ordinaria , dunque straordinaria : “ Solo Dio basta “ . In quell’ “ ho da dirti qualcosa” c’è tutto il progetto di Dio per l’umanità , c’è la sua paternità , c’è la sua presenza , la sua mediazione , c’è il suo atto creativo , non finalizzato a se stesso , ma vivo , attivo lungo tutta la storia …. eterno . Ha creato , mi ha creato , ci ha creati per dire qualcosa ,e quel dire qualcosa presuppone la volontà di avermi voluto ,e questo avermi voluto presuppone l’avermi pensato , poi atteso , accolto quindi amato … e questo , solo per dire a me la Sua parola , che è per me vita , perché senza quella volontà di comunicare , io , noi , non saremmo . La Parola , dunque è creatrice ed è creazione , si leggano e si meditino a fondo i primissimi capitoli della Bibbia in Genesi ( Gn. 1,1 ) : “ In principio Dio creò il cielo e la terra “ …… fonte della creazione, culmine della creazione , la Parola , la Sua, come scrive Giovanni nel prologo al suo Vangelo “ In principio era il Verbo … “ …. dunque nel Verbo ci sono io e non come possibilità , ma come atto …. atto dell’atto creativo , che è miracolo dunque segno … “ E Dio creò l’uomo …. “ ( Gen, 1 , 26 ) perché “ … nulla è impossibile a Dio … “ ( Lc 1,37 ) . Sono segno , miracolo cioè straordinario , l’oltre l’ordinario ….. lo straordinario nell’ordinario , che tradotto poi è la vita quotidiana , la nostra vita …. straordinarietà nell’ordinarietà . Dio dunque sempre fa il primo passo , perché ama , è l’amante che si prodiga per raggiungere l’amato , per conquistarlo , per dare inizio al rapporto che non è mai superficiale ma sponsale cioè sacramentale , un rapporto che non si consuma mai , ma si genera continuamente in una auto-generazione che è l’amore , che è divino perché analogo all’amore che Dio vive nel suo essere Trinità …. un fuoco che dal di dentro brucia e scalda e illumina per sempre … è il per sempre , la fedeltà , la fede , l’attuazione dello sperabile . Tutto ciò è racchiuso nel “ …. ho da dirti qualcosa “ che presuppone il faccia a faccia , il tu per tu , l’appartarsi , l’essere condotto fuori , in disparte , separato cioè santo , perchè quel “ qualcosa “ è annuncio , è l ‘Annunciazione , la mia annunciazione che è ben diversa da quella di Maria , ma non meno straordinaria .” Grandi cose ha fatto in me l’Onnipotente “ recitiamo nel Magnificat e quelle grandi cose altro non sono che, in Maria il suo “ fiat “ il suo “ sì “ eterno , mentre per me , per noi fratelli cristiani è quel : “ Dì pure, maestro “ la docilità dell’ascolto , la piena disponibilità dell’amato all’amante , la libera accettazione del rapporto che conduce all’intimità , all’atto generativo , all’attività di trasmettere vita , di essere fecondi , di essere ciò per cui siamo : noi stessi . Cosa dice a me il Signore è intimità , è detto nel mio mondo , ma per il mondo . E’ atto sponsale , dunque intimo , ma che genera , cioè reso pubblico , manifesto dal frutto di quel rapporto che nel sacramento del matrimonio è la prole , frutto e dono , mentre nel rapporto con il Signore l’atto sposale è quel ciò che sono , che spinge l’altro ad essere ciò che deve essere . L’esempio lo si legge in Atti ( 11, 26 ) ,quando i componenti della comunità di Antiochia vivendo straordinariamente quell’ordinarietà del rapporto sponsale con il Signore , furono chiamati cristiani : “ … ad Antiochia per la prima volta i discepoli furono chiamati cristiani “ . Ad Antiochia la Parola : “ …. ho da dirti qualcosa “ genera la risposta , “ Dì pure , maestro “ manifesta nella comunità dei discepoli , che ha come frutto e dono il riconoscimento di una esperienza , il riconoscimento pubblico della vita cristiana non più in stato embrionale , ma adulta ed esperibile . Si può dire che Gesù preceda e plauda a quanto è successo ad Antiochia 20 secoli fa con la risposta proposta nell’odierna liturgia , che Luca annota : “ Hai giudicato bene “ . Gesù dunque , sembra rispondere anticipatamente a quei pagani che intuirono ciò che per 20 secoli si è trasmesso , intuirono e compresero la vita cristiana , intuirono la Tradizione e la Parola e, consciamente , secondo coscienza , dall’osservazione diretta del paolino “considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita “ iniziarono ad imitarne la fede (Eb. 13,7 ) , così si è diffuso il nostro credo : “ ……. ho da dirti qualcosa “ … “ dì pure maestro “ .