IL DI PIU'... VIENE DAL MALIGNO
Mi sono soffermato sulla domanda posta all’inizio del brano : “ Che cosa dobbiamo fare ? “ , chiedono le folle a Giovanni il Battista , uno che non aveva certamente peli sulla lingua , che si lasciava andare , come Gesù d’altra parte , a commenti anche piuttosto pesanti contro il potere costituito , contro la burocrazia , come ci insegna e ci spinge a fare il Santo Padre . E’ la domanda di sempre , insita nel cuore dell’uomo da sempre e lo sarà per sempre , è l’inizio di ogni trasformazione , cambiamento , rivoluzione tanto che Lenin intitola una delle sue più importanti opere “ Che fare ? “ con il sottotitolo “ Problemi scottanti del nostro movimento” . In nuce, , cioè allo stato embrionale ,emerge già in Giovanni , che precede il Cristo , il progetto , che definirà la comunità cristiana . Giovanni veramente precede il Cristo perché accoglie l’istanze di un popolo alla ricerca , teso alla ricerca che pone domande esistenziali …. come vivere ? L’oggetto è accordare la vita spirituale alla vita sociale , dunque politica , ecclesiale . Il livellamento per Giovanni è la Giustizia , la giustizia è la spinta al cambiamento , alla rivoluzione interiore e personale , come ? Seguendo , ascoltando , ponendosi all’ascolto della propria coscienza , della propria interiorità ,della propria intimità , di quel Deserto ( con la D maiuscola ) da cui Giovanni proviene e vive , da quel Silenzio ( con la S maiuscola ) da cui è stato formato , plasmato , da quella assenza che è preponderante Presenza , da quella aridità , alla vista priva di vita che invece altro non è che rigogliosa e inesauribile fertilità dello spirito che è vita che dà la vita perché è Vita . La sua stessa persona umile , ieratica , castigata , ascetica …. di vita e condotta sobria , la sua integrità morale , la sua coerenza , la sua predicazione libera da ogni schema e condizionamento il suo esempio , gli guadagnano la simpatia del popolo che lo ritiene saggio , santo , profeta , uomo a cui fare riferimento , da ascoltare e seguire . Giovanni propone la giustizia , quella giustizia insita nel cuore dell’uomo , nel cuore di ogni uomo , tanto che Giovanni si rivolge , richiama , ci fa notare Luca , tutte le categorie di quella folla lì rappresentata . A tutti indica come risposta la generosità attraverso il gesto di dare ciò che va oltre l’essenziale , ma che è anche spogliazione , togliere il di più , rinunciare , dividere e condividere il superfluo , mettersi a nudo , lasciare emergere la propria interiorità , intimità perché “ …. il di più ….. “ insegnerà Gesù “ …. viene dal maligno “, e la spogliazione non solamente riferita ai beni materiali è quel gettare in Dio ogni nostra preoccupazione come esercizio di umiltà come scriverà Pietro nella sua prima lettera : “ Umiliatevi sotto la potente mano di Dio ……… gettando in Lui ogni vostra preoccupazione , perché Egli ha cura di voi “ è l’affidamento , quella vita nel deserto che Giovanni vive prendendo ciò che la Provvidenza dà senza chiedere , vivendo in questo modo di carità cioè di Dio che è amore , il Battista dunque vive l’amore di Dio che è amore e se è amore è giustizia e provvidenza . In tutti i casi la condivisione , la spogliazione é giustizia , è far partecipe l’Altro e gli altri di noi stessi, di parte di noi . Giovanni poi risponde ai pubblicani , che erano coloro che esigevano le tasse per conto dei romani , degli occupanti , degli invasori , erano esattori invisi al popolo . La giustizia per loro non era rinunciare al loro lavoro , ma siccome in ciò che riscuotevano era fissata la loro ricompensa Giovanni chiede a costoro , a questi esattori , di essere giusti nell’applicare la percentuale ; così ai soldati che praticavano l’estorsione con la violenza , chiede di accontentarsi delle loro paghe . Attraverso questi segni , costoro possono manifestare quindi testimoniare il cambiamento , la trasformazione , la rivoluzione interiore dunque esteriore , quell’andare controcorrente che sarà il comportamento del Cristo nel suo pellegrinare per la Giudea , che è ciò che propone il Santo Padre e che è la proposta che i suoi predecessori hanno rivolto con il loro tenore di vita al popolo loro affidato a riprova che la Tradizione ha radici lontane nella storia della Chiesa e che la coerenza con la Sacra Scrittura, malgrado l’operato dell’uomo, ritorna sempre , così come la domanda “ Cosa dobbiamo fare ? “ “ Che fare ? “ .
La giustizia di Giovanni , la sua coerenza lo porta a svelare la sua vera identità , che non è facile per un uomo nella sua condizione , ma a riprova della sua integrità morale , della sua trasparenza , della sua capacità di spogliazione e condivisione dice chi non è …. che è dire chi si è . Giovanni non è il Cristo , cioè non è Dio , pensiamo quanti , e sono tanti , oggi in capo politico , sociale ma anche ecclesiale che si credono dio , adulandosi , proponendosi , indicando se stessi come risolutori delle preoccupazioni dell’uomo e compiendo disastri …. questi sono i nostri amministratori e spesso anche i nostri pastori, coloro che come ci fa notare Gesù pongono sulle nostre spalle pesi che non possiamo sopportare e loro non ci aiutano a sostenerli neppure con un dito . Giovanni dicendo ciò che non è , ci invita ad essere ciò che siamo e che dobbiamo essere , come il Cristo insegnerà che ognuno di noi deve caricarsi della sua croce , cioè di se stessi , quindi con quel carico , il carico di noi stessi , che è grave non certamente leggero , perché essere ha il suo peso ……. seguirlo .
Chiudo , fratelli cristiani ponendo alla vostra attenzione le ultime parole del brano di Vangelo : “ Giovanni evangelizzava il popolo “ , frutto dell’evangelizzazione è dunque riconoscere i nostri limiti , sapere , conoscere , prendere coscienza della nostra identità e viverla, amandola , accettandola . Inoltre scrive Luca che Giovanni evangelizza , quando il Vangelo o meglio i Vangeli non erano ancora stati scritti , né il Cristo aveva ancora proferito parola …….. la sua Parola …. ma fratelli cristiani ….. la Parola è sulla bocca di chi ha Dio nel cuore .