IL NULLA, IL VUOTO DEL SEPOLCRO… IL TUTTO DI DIO

05.04.2015 08:51

Che cosa vedono i due discepoli giunti di corsa, (è la cronaca di Giovanni), al sepolcro? Non vedono nulla, perché nel sepolcro non c’è nulla, se non i teli, “posati là”, scrive Giovanni, “e il sudario… non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte”. La speculazione di parte, partigiana, spesso, su questo brano si sofferma su due aspetti: il giovane discepolo che attende ad entrare nel sepolcro benchè sia arrivato per primo (  anche se ne ha dato una sbirciatina), perché attende Pietro, il capo, l’autorità, il referente, riconosciuto e scelto dal Cristo stesso per condurre la sua Chiesa; e poi l’altro aspetto più “commerciale”, ovvero che i teli posati là sono la sindone e che il credere dei discepoli è legato al vedere l’impronta del corpo sui teli. Banale, se fosse così che ragione ci sarebbe per essere cristiani, per credere? Tra le altre cose se fosse andata così i vangeli non l’avrebbero riportato un evento di questa portata? Il tangibile prende come sempre il sopravvento sul non tangibile, sull’intangibile. Il mistero è svelato banalmente con ciò che si può toccare, vedere, assaporare, odorare, udire… Sensi, solo sensi… Poche sensazioni. Invece Giovanni e Pietro non vedono nulla, non sono andati per vedere teli, teloni, lenzuola o sudari, ma per cercare il corpo del Signore, che non c’è più, non c’è più nulla di lui, se non la memoria, il fare memoria. Constatato che non c’è più, allora lui il più giovane dei due, benchè non designato alla guida della Chiesa, vede e crede. E’ la fede, che non ha bisogno di cose, di roba, di sensi, è la fede che S Paolo descrive: “ pone il fondamento nelle cose che si sperano e ha come prova le cose che non si vedono”; ecco perché Gesù rimprovererà Tommaso: “ non essere incredulo ma credente”. La fede che accetta e si nutre del mistero, entra nel mistero, quel mistero che è racchiuso nella Parola, perché più volte, Dio, ad una banda di uomini curiosi, affascinati, ma tutt’altro che credenti, più volte aveva loro accennato che sarebbe morto, e dai morti risorto, sentendosi anche rimproverare, lui Dio, Il Signore, e proprio da colui che lo avrebbe rappresentato, dopo quel giorno, quella domenica qui in terra, in successione sino alla fine del mondo. Il mistero, ciò che non è nascosto, celato, il non risolvibile, il non tangibile, l’irraggiungibile, ma ciò che è la nostra identità, il limite, l’orizzonte dopo l’orizzonte, cioè il cercato, lo scopo, la nostra stessa esistenza. Attenzione, nel vangelo di Giovanni, lo stesso Giovanni scrive: “allora entrò”, questo moto a luogo, in questo caso il sepolcro, è l’inizio del viaggio, Giovanni entra non nel sepolcro ma nel mistero di quella Parola udita, ma mai accolta, mai ruminata. Quella Parola che non gli aveva fatto aprire gli occhi, ora quella Parola lo fa vedente “vide”, apre gli occhi Giovanni, è sanato, guarito, vede, crede; ed è la Parola che glieli fa aprire, non certamente i teli, e Giovanni percepisce l’assenza del Signore, di Dio che lo svela. Dio dunque c’è, ed è più presente quando non c’è, entra in noi, perché noi entriamo nel mistero, non vedendo lo speriamo, compiamo l’atto di sperarlo, cioè lo portiamo dentro di noi, dunque liberamente aderiamo e liberamente egli entra in noi. Come Giuda, che preso il boccone entra nella libera dimensione del male, come Adamo che liberamente, di sua volontà prende il boccone. Giovanni entra, ed entra nella vera realtà, la sua di Lui, e perché entra nella sua vera dimensione, nella sua essenza vede; questa è la visione, diviene per se stesso veggente, dunque crede. Il credere è la vittoria di Dio sull’uomo, la lotta di Giacobbe con Dio, Giovanni è vinto, ha lottato, è stato vinto, si è lasciato vincere, ha sciolto le sue catene, ha capito il valore della sua esperienza, dunque se vede, è perché la luce gli permette di recepire ciò che gli sta intorno, e se vede può comprendere e valutare, dunque scegliere, cioè agire liberamente e se si agisce liberamente si è liberi, e dove c’è la libertà c’è verità: “ la verità vi farà liberi”. Perché la pietra è stata tolta dal sepolcro? “vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”, perché? Per permettere di entrare, di vedere e di credere, per permettere di vivere il e nel mistero, cioè comprendere, sapere, conoscere. Siamo cristiani, dunque siamo ciò che crediamo: buona Pasqua!