IL NUOVO UMANESIMO: FRA CRISTOFORO

19.03.2015 06:17

Ricordo la lettura e lo studio del romanzo di Manzoni “I promessi sposi”, a scuola 40 anni fa. Da allora non l’ho più riletto. Ciò che colpisce il mio ricordo è la considerazione che Manzoni si era fatto del clero impersonificato da don Abbondio e dagli ordini mendicanti impersonificati dal cappuccino fra Cristoforo. Don Abbondio è servo, sempre stato servo, ciò che in fondo vede nel ministero è un lavoro, che gli procura un certo rispetto, dunque potere proporzionato a ciò che è e che gli rende il suo mantenimento, non patisce certamente la fame.  Ha degli obblighi cioè la parte del suo lavoro, gli obblighi derivategli dal ministero, e quelli non scritti, ma inscritti nelle sue paure: l’asservimento al potere. Don Abbondio fa quello che deve fare perché è insito in lui per educazione l’idea che quello che deve fare è ciò che gli viene imposto di fare: don Abbondio è per paura obbediente. Servo, schiavo dunque ad un potere effimero che serve per paura ed opportunismo, trincerandosi dietro un silenzio omertoso (diremmo oggi). L’immagine del clero, possiamo dire che è massacrata da Manzoni, certamente non tutti sono così, non certo il cardinale Federigo, che è comunque nobile di animo oltre che di estrazione sociale, e quest’ultima caratteristica ne fa la differenza di fronte al potere costituito. Il cappuccino fra Cristoforo è figura nobile, s’indigna all’ingiustizia, si ribella, non è prete dalla nascita, ma per vocazione, una vocazione maturata attraverso una forte esperienza che lo ha preparato e forgiato. Non conosce paure perché amico di Dio, non conosce opportunismo, ma sincera schiettezza, è l’uomo che, risveglia gli animi e rovescia gli schemi impersonificati dal curato don Abbondio. E’ l’uomo controcorrente che si batte apertamente contro il potere non essendogli asservito, quel potere che si convertirà per grazia di Dio, ma anche per quel fare schietto e coraggioso di quel frate. Ricordate cari amici di Chiesa controcorrente ciò che scrive l’apostolo Giacomo nella sua lettera, di come la fede che è dono della grazia, (di quell’intervento di Dio nella storia di ognuno di noi), e le opere siano complementari. Cristoforo, fra Cristoforo è il nuovo clero, fotografato e proposto due secoli fa da un poeta, scrittore; quel personaggio è la Chiesa in uscita, lotta, spera per chi non ha voce. Penso ai giorni nostri, alla mia realtà, quanti don Abbondio…