IL SILENZIO... DELLA PASSIONE

29.03.2015 08:22

Oggi, domenica delle palme, è preferibile una pausa di silenzio dopo la lunga lettura della Passione di nostro Signore Gesù Cristo. Un breve pensiero solo per voi amici di Chiesa controcorrente, solo per voi, al silenzio proposto dopo le letture, propongo questa riflessione sulla risposta del Cristo a coloro che si sono indignati per la rottura dei vasi di alabastro che contenevano il prezioso profumo di nardo. Gesù oltre a prendere la difesa della donna dice: “ I poveri infatti li avete sempre con voi e potete far loro del bene quando volete, ma non sempre avete me”. Dobbiamo molto riflettere su questa parola, perché era la situazione di allora, ed è la situazione odierna, per nostro volere, perché noi al Signore in fondo preferiamo i poveri: dunque non il Signore nei poveri, ma i poveri e basta. I poveri hanno un valore, sono un valore, hanno una valenza per noi cristiani, se non serviamo loro in quanto poveri, ma il Cristo che è in loro. Il solo servizio ai poveri ma che esclude, il Signore è un gesto che tutti possono fare, ma il servizio al Signore che è nei poveri è esclusivamente del cristiano. Se facciamo poi attenzione all’ultima cena raccontata da Marco, e più precisamente nella benedizione delle specie eucaristiche, l’evangelista riporta queste parole di Gesù: “questo è il mio sangue dell’alleanza che è versato per molti”. Le parole di Gesù si riferiscono ai molti, ma non a tutti, il suo sacrificio è per i molti, cioè una parte dei tutti. La sensibilità non è di tutti, è per tutti, ma a viverla sono coloro che sono parte dei tutti: i molti. Un’unica linea direttiva impartisce e propone il Signore: dare senso alle cose, sapere leggere tra le righe, cioè osservare attentamente, criticamente, fare sintesi, giudicare. Il senso è la presenza del Signore in ogni nostra azione, nella nostra quotidianità, la sua presenza è il tesoro prezioso presente in ognuno di noi fratelli, che va portato alla luce. I poveri siamo noi, ognuno di noi, poveri perché bisognosi, carenti della sua presenza, non dei beni, delle cose. Ecco perché Gesù nel racconto di Marco ci fa sapere che i poveri li avremo sempre con noi, perché siamo noi, siamo identificati nei poveri, nei bisognosi e tutti. I sacramenti sono per molti ma non per tutti, perché il senso è che li riceva chi li cerca, colui che si mette alla loro ricerca, colui che vende tutto quello che ha per acquistare il campo dove è nascosto il tesoro che sa essere lì. Non lasciamoci convincere che i poveri sono gli altri, o che lo siano (poveri), per condizione sociale o geografica; né che i sacramenti sono alla mercè di tutti, sono accessibili a tutti coloro che danno senso all’atto unitivo, all’alleanza.