IN FILA INDIANA
In fila indiana a due a due , ordinatamente mano nella mano come le buone scolaresche di un tempo , ciò che resta della … da sempre bistrattata classe operaia , e quelli che per opportunismo si definiscono cattolici e ancor di più …. democratici , entrano oggi insieme nella casa del padrone . Il padrone , che sia chiaro , sposterà la produzione della Panda fuori dal Paese ( e poi si vedrà ) , quel padrone ( bontà sua ? ) ai gaudenti scolari presta , concede lo spazio per fare merenda , per far festa ( ma quale festa ? ) . E’ surreale , in un Paese dove il debito pubblico continua a salire e la crescita economica si attesta “ trionfalmente “ , allo 0,…. un Paese dal quale si è costretti emigrare , scappare , fuggire , ministri , presidenti di regione e ex segretari di comitati di affari piuttosto che partiti , con i proventi dei “ rimborsi “ elettorali ( quelli di un referendum vinto …. ma perso dagli elettori ) girano il patrio suolo da nord a sud per promuoversi … per dire , dimostrare e ribadire : “ Sono il migliore ….. dei peggiori “ . Mi rivolgo , a quella parte di scolari ben inquadrati che varcheranno i cancelli di casa d’altri , della casa dei ricchi , stendendo , allungando le mani per ritirare … poi …. la merenda , e mi rivolgo per ricordagli che da quel palco si alterneranno coloro che vantando e millantando , un fazzoletto rosso al collo , citando la Costituzione ( e proprio per questo mentendo ) cercheranno di convincerli che sono loro quelli che faranno dell’ l’Italia una Repubblica fondata sul lavoro …. si metteranno “ in bocca “ dei principi che da sempre hanno tradito , sporcato , perché non sanno e non sapranno mai cosa significa lavorare e faticare , perché come affermò tempo fa un prete , Lorenzo Milani e ancor prima di lui lo scorrere della Storia , Pierino resterà sempre Pierino e il figlio del dottore sarà sempre il figlio del dottore … e così sia …. perché su quel palco si alterneranno solo i figli del dottore . Questa parte di scolari è già stata abbondantemente umiliata ….. con il fazzoletto rosso nel cuore hanno assistito all’affossamento delle loro sofferte conquiste sociali e sindacali da parte proprio dei loro stessi rappresentanti , a favore di coloro che oggi gli prestano casa … i padroni . ( Art. 18 docet ) Mi rivolgo anche alla restante parte dei sorridenti scolari che frequentano l’oratorio e che non hanno mai portato il fazzoletto rosso al collo o nel cuore …. state ben attenti che di quel padrone o quei padroni che vi prestano la bella casa e di cui Isaia ( 58, 1,9a ) ne descrive l’indole : “ …. curate i vostri affari , angariate tutti i vostri operai … “ Gesù , per bocca di Luca ( 10,7 ) fa giungere il suo urlo , il suo monito : “ … chi lavora ha diritto alla sua ricompensa … “ non certo la distaccata e formale elemosina . A chi porta il fazzoletto rosso del cuore dico che le rivoluzioni non nascono nei profumati salotti per bene , ma dal basso , dal sudore di chi spera , e la speranza è pur sempre una forma di fede . A chi frequenta gli oratori dico , che per sua stessa scelta e per il credo che professa deve sentire il dovere di cercare quell’identità che solo la Sacra Scrittura conferisce …. non certo la tessera di un partito .