INDISCIPLINATI
Proprio in questi giorni , di passione morte e resurrezione , a contatto con altre realtà mi chiedevo cosa manca al clero diocesano , al mio clero diocesano , perché io sono calato in una realtà ben precisa … non mi permetterei di fare di ogni erba un fascio . Credo che sia mancante al , e nel clero diocesano biellese la disciplina , mancano ciò quelle regole di condotta finalizzate all’educazione sia spirituale che morale che i membri di una comunità, proprio perché condividono una vita associata , dovrebbero darsi per poi rispettarle . E’ grave in una comunità , soprattutto se cristiana , la mancanza di disciplina perché emerge la mancanza di regole educative …. se manca la disciplina manca la vita associata . E’ vero che il clero non vive una vita associata , non vive la comunità se non di passaggio , non solo non è toccato da problemi quali lavoro , famiglia , ma spesso è sordo ad ogni problema . Una sordità anche giustificata , non sono toccati direttamente , non vivono quelle esigenze , né sono loro quelle finalità ; al contrario il prete dovrebbe sentirle sue , immergendosi nelle problematiche sociali e nel rapporto con Dio . Dal rapporto con Dio emerge il rapporto con se stesso dunque con gli altri , da cui la disciplina , regole che educano il rapporto …. ma se manca Dio , manca totalmente non solo il rapporto , non solo la socialità ma è mancante la dignità , la personalità e ciò che rimane è la professionalità ….. il prete dunque è il professionista del sacro , ma non è un disciplinato , dunque non è educatore . Le regole che impone ( nell’imporre sta quel suo non essere educatore ) sono finalizzate alla sua realizzazione personale ,alla sua autorealizzazione , la riprova di ciò è quella continua proposta di giochi , segno evidente che non sono cresciuti, eterni adolescenti che restano prigionieri degli standar , degli slogan e dei luoghi comuni . Muzzano domani imporranno è l’esempio eclatante , ma tutta la pastorale è orientata al gioco …. e da anni è scontata , inflazionata perché pensare costa , mettersi in gioco costa , copiare è comodo , sfruttare quel che già c’è è meno faticoso . Il clero per come vive non è disciplinato , non ha regole , non si dà regole , malgrado queste siano scritte , la sacra Scrittura le propone , la Parola le riporta ,la Presenza le presenta ma bisogna avere voglia , in essa nella Scrittura di cercarle , dunque di stare, di rimanere nella e sulla Parola , partire dalla Parola , non certo dal fare …. è pazzesco educano , da buoni calvinisti , ai lavori manuali , la legna , la pulizia dei prati , il volontariato fine a se stesso , nessuno propone la Parola , l’adorazione Eucaristica , la Messa , la meditazione , la preghiera , la contemplazione ….. insegnano ad usare gli sgabelli ma non la prostrazione ….. per loro è il gioco , il fare l’impegno ……… è quello perché riempie un vuoto , il vuoto di quel clero incapace dell’incontro , incapace della convivenza con il Signore , che è la regola , che è l’educazione , la disciplina . Non si può vivere la vita di certo clero il cui motto è fai ciò vuoi e pensare di essere credibili , darsi la disciplina significa confrontarsi sempre con la Parola , non tanto con l’uomo ma con la Parola : Dio e attendere dall’incontro la disciplina , l’educazione ….. “ andate in tutto il mondo e predicate il Vangelo ad ogni creatura “ …. “ non portate borsa , né bisaccia , né sandali “ …. questa è disciplina che cambia, che mette di fronte l’essenziale …. se stessi nudi e crudi e ciò fa male , fa vedere quale schifezza siamo , si siamo …. compreso il monsignore che governa questa diocesi che crede che le schifezze siano solo gli altri , perché lui e quelli che decide lui , sono gli onorabili , coloro nei quali è riposta la perfezione e tutto il resto , loro non hanno bisogno di disciplina , ma di disciplinare , così si coprono le porcherie …. si legga digitando su google il resoconto che Ariel S. Levi di Gualdo fa degli ambienti clericali in cui manca la disciplina, si digiti il suo none seguito da “ Pedofilia : Il caso Spotlight “ per avere il quadro dell’odierna situazione e si associ a ciò che papa Francesco ha elevato all’Episcopato questo sacerdote …… questi sono segni … i segni dei tempi … i preti non si disciplineranno , non ne hanno una convenienza e il nostro vescovo si accontenta degli onori che la carica porta e non gli oneri , insieme ai suoi preti scelti , i suoi pretoriani stanno raschiando il fondo della pentola , sfruttano le poche risorse rimaste , parlo dei fedeli , perché questa marmaglia ( perché chi vive il sacerdozio in questo modo è marmaglia ) considerano i fedeli il fondo del paiolo della polenta …. che da noi è detto il “ Tacun “ che non è polenta , è buono , ci si accontenta … ma non è polenta … è ciò che rimane attaccato al fondo ed alle pareti del paiolo . Solo la disciplina salverebbe , perché disciplina significa credere e questa gente i professionisti del sacro credono ormai , da buoni borghesi , alla loro professione , ma non a Dio .