NON SALVARE LE APPARENZE, MA SANARE LE DEFICIENZE

08.11.2015 07:48

Ciò che ha affermato il santo Padre in questi giorni e la lettura della prima parte di questo brano di Vangelo di Marco è una tirata di orecchie , ma meglio sarebbe dire una denuncia ad un comportamento deviato di noi ministri , sacerdoti ;  ma fratelli cristiani prendiamoci tutti le nostre responsabilità : siamo in forza del battesimo tutti sacerdoti , dunque siamo parte del tempio , della casa di Dio , da dove Gesù proferisce le severe parole che tutti abbiamo ascoltato ,dunque tutti siamo ministri e la responsabilità prima di un ministro è quello di vivere ciò che professa o almeno tendervi . Se il ministro di Dio propriamente detto , colui che dispensa i sacramenti ,il sacerdote , non ottempera al suo dovere di vivere la fede , commette un mancanza più grave del fedele , è adultero , ha tradito , infatti è Cristo a sentenziare : “ Essi ( riferendosi agli scribi) riceveranno una condanna più severa “ .  Ogni fedele è chiamato a vigilare su invito di Gesù stesso : “ Guardatevi bene dagli scribi , che amano passeggiare in lunghe vesti , ricevere i saluti nelle piazze , avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti . Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere “ , da Gesù , ognuno di noi è chiamato dunque a : “ Ricordatevi dei vostri capi , che vi hanno annunciato la Parola di Dio ,considerando attentamente l’esito del loro tenore di vita  imitatene la fede “ , l’invito a tutti i fedeli è per una critica costruttiva , doverosa , è dovere di un buon fedele non salvare le apparenze , ma sanare le deficienze .

Seduto di fronte alla perfezione umana quella raggiungibile dall’uomo rappresentata dall’immagine del tesoro nel racconto di Marco ( il riferimento è alla perfezione umana non a quella assoluta in quanto non possibile all’uomo , l’uomo non può giungervi ma tendervi all’assoluto ) , mentre Lui , Dio è Perfezione assoluta , illimitata ( cioè non limitata , non è il tesoro , non è circoscritto Dio ma ovunque ) , ebbene Gesù nel tempio , nel recinto sacro , nella terra santa , dove il popolo si consacra con l’incontro personale ed intimo con il Signore potremmo dire attraverso i sacramenti , l’alleanza , osserva il comportamento dei fedeli , del suo popolo nell’atto di donarsi , di attingere alla perfezione , di attingere a Lui stesso e amaramente si accorge che l’uomo , il fedele , il discepolo , colui che ha stretto nel suo cuore l’alleanza attinge poco , molto poco cioè : “ parte del loro superfluo “ scrive Marco e osserva Gesù . Qui ,oggi, non ragioniamo in  termini economici come una certa omiletica partigiana , oggi, con questa lettura , ha buon gioco far sorgere nei fedeli dannosi sensi di colpa su cosa economicamente fare , come comportarsi nell’elemosina , come amministrare i propri beni perché lo scopo , l’unico scopo è come accusa Gesù : “ Divorano ( questi omileti ) le case delle vedove ……. “ lo ripeto fratelli cristiani , in gioco non c’è quanto devo compromettermi economicamente o materialmente in denaro o gesti , in gioco c’è quanto prendo cioè ricevo in perfezione . Nella casa di Dio si viene per ricevere , nella vita , fuori da quella soglia si deve dare ciò che qui si è ricevuto , “ gratuitamente avete ricevuto , gratuitamente date “ ,in perfetta libertà e secondo coscienza  e qui non si ricevono denaro o cose ,ma perfezione , conoscenza , sapienza , virtù , cioè vita cristiana ,vera ,feconda , vita eterna cioè quella vita che non ha termine , né orizzonti , né limiti . Cosa riceviamo qui , nel tempio , fratelli Cristiani ? Comunione …. S.Gregorio Nazianzeno , un Padre della Chiesa nei suoi Discorsi citando la lettera di Paolo ai Colossesi scrive : “ Egli si è comunicato interamente a noi . Tutto ciò che egli è ,è diventato completamente nostro . Sotto ogni aspetto noi siamo lui . Per lui portiamo in noi l’immagine di Dio dal quale e per il quale siamo stati creati . Perciò solo lui può riconoscerci per quel che siamo . Conseguentemente passano in seconda linea le differenze e le distinzione fisiche e sociali , che pur certamente esistono fra gli uomini . Per questo si può dire che non c’è più né maschio né femmina , né barbaro, né scita , né schiavo ,né libero . Dio voglia che anche nel futuro riusciamo a diventare quello che speriamo di essere e che l’amore di Dio ci ha preparato ! Egli esige poco da noi , però ora e sempre fa grandi doni a coloro lo amano “ . Ora fratelli cristiani per amare bisogna conoscersi , vedersi , parlarsi , perdersi uno nell’altro , amanti , coniugi , questo siamo ( dico siamo perché lo sono stato coniuge ,lo sono ancora ,mi sono coniugato cioè mi sono unito, sono stato amato e amante , come la maggior parte di voi e sono vedovo e come la vedova al tempio non ho smesso di amare cioè di concedermi, di darmi e di ricevere  ) , Dio chiede un rapporto speciale e privilegiato con lui , per affinare la perfezione di quella grazia che è la vita divina conferitaci nel battesimo e che ci fa Dio in Dio ,divini come Lui è divino . Gesù , Dio , dunque osserva nel tempio nella nostra coscienza , terra santa perché da lui abitata dunque santificata ,cosa noi veniamo a prendere da Lui , quanto di Lui trasferiamo in noi , portiamo dentro di noi , perché amare , lo sanno bene i coniugi è portare dentro sé per far crescere e attendere in sé la vita , dunque donarla all’universo , all’infinito per l’infinito , perché dare la vita , riconoscere la vita è collaborazione diretta e stretta con Dio creatore  . Le peculiarità per ricevere nella casa di Dio , non è portare qualcosa , dare qualcosa , ma presentarsi bisognosi di Dio  , come la povera vedova : “In verità io vi dico : questa vedova , così povera …. “ fa osservare ai suoi , cioè a noi , Gesù . Questa è la povertà , la povertà è la mancanza del bene primario : Dio , e noi  tutti  nessuno escluso siamo bisognosi di Dio , di ciò che offre , di ciò che dona , nulla noi possiamo portare a Dio , solo le nostre preoccupazioni ,come scrive Pietro: “ …. Gettando in Lui ogni vostra preoccupazione ,perché Egli ha cura di voi “ . Portiamo le nostre preoccupazioni cioè noi stessi e riceviamo la perfezione . Ciò che brama , desidera , Dio da noi è quel tutto noi stessi , che l’amante vuole dall’amato , senza pretendere nulla se non il vedersi , il sentirsi amato , vuole sentimento altro che parte del superfluo che è l’elemosina ; è Dio che elemosina da noi la nostra presenza perché ci ama, è vero amante quell’amante tradito che attende il ritorno dell’amato sempre e per sempre perché la sua è fedeltà , fede alla Parola data . Quell’attesa è ben descritta nella parabola del figliol prodigo . Termino , come ama Dio ? Come scrive Agostino : “ Ama e fa ciò che vuoi “ chi ha orecchie per intendere intenda !