LA FRUSTA E IL BAMBINO
Ho la mente vuota questa sera , privo di idee , di pensieri , scrivo perché devo scrivere , ascolto un latrato di cane che arriva dall’esterno , da lontano e guardo fuori dalla finestra per vedere le stelle e sullo sfondo il profilo delle montagne e le luci delle case vicine , e quelle dei paesi a ridosso delle montagne , è un’anticipazione del presepe . Attendo l’arrivo del mio cane , che ho lasciato appisolato accanto alla stufa , lo attendo , ho necessità di sentirlo salire la scala che conduce alla mia stanza , e ho necessità di vederlo comparire da quella porta che lascio socchiusa quel tanto che basta perché possa intrufolarsi e quando giunge ammiro , come ad una sfilata , il suo passaggio a testa bassa con il muso quasi piantato a terra , guadagnare il suo posto e giuntovi attendo di udire il tonfo del suo corpo che pesantemente si accascia a terra , guadagnando il pavimento . Malgrado questa mia sensazione di vuoto , sono in vostra compagnia cari amici di Chiesa Controcorrente , una compagnia fatta di parole , un mondo mio e vostro … nostro , fatto di confidenza e complicità . Tra poco mi appresterò a celebrare l’Eucarestia , portando voi e me stesso in quel grande mistero , nel grande mistero , all’interno di quel grande mistero , sentirò riecheggiare , proclamandola per l’universo intero , la Parola dentro di me , una frusta …. al mio essere limite , uno schiocchio secco , come uno sparo , che spaventa perché giunge sempre non atteso , mai si è preparati alla Parola , sempre sciocca , lascia ammutoliti , sgomenti e mai ci si abitua e sempre coglie impreparati . Quanto sono fortunato in quell’essere a tu per tu con il Mistero per l’imposizione delle mie mani . In quell’attimo sono potenza di Dio , trasformo , muto , Dio si fa pane tra le mie mani e lo tocco , lo elevo , lo ripongo , lo consumo , lo assumo nel modo più indegno che è l’unico modo che conosco per incontrarlo per portarlo dentro di me . Guarderò quella lampada accesa , fisserò durante la celebrazione la fiamma salire , e come un bambino , catturerà la mia attenzione , la mia immaginazione , come la catturava quando ero bambino , quando servendo Messa guardando i ceri che si consumavano e che io avevo acceso prima della celebrazione e che io spegnevo dopo la celebrazione , sfiorando la cera liquefatta , sopportando un lieve dolore per poi vedere la cera fusa rapprendersi e divenire bianca come il latte per giocarci nel tragitto che separava la Chiesa da casa mia . Sono rimasto bambino e ne sono fiero ed è con l’entusiasmo di un bambino che celebro …. non con la consapevolezza e la maturità dell’adulto … mi lascio trasportare dalla fantasia che scaturisce durante la liturgia ,perché la liturgia evoca ed è via alla fantasia , perché è la fantasia che manifesta il Signore . Si entra in un altro mondo e la liturgia aiuta , introduce , induce . Il mondo raccontato da Gesù attraverso parabole , storie , paragoni e analogie … hanno risvegliato la fantasia in una umanità matura , riportati nel disilluso mondo infantile , un mondo fatto di giochi e di dolci , di attenzioni e di spazi liberi , non costretti . Quegli uomini che si misero alla sequela e aderirono al contenuto di quei racconti accettarono di ritornare bambini , vissero una seconda infanzia intellettuale , riprovarono le sensazioni della fantasia e con essa potenziarono i racconti ascoltati rendendoli vita , azione , realtà ,quotidianità , non di una fantasia mediata ( la fantasia adulta ) , ma di quella esperita nell’infanzia e sentirono dentro di loro crescere e maturare la loro realizzazione sopita , toccarono il cielo con un dito e diedero la loro vita . Se non arriviamo lì , non ci possiamo definire cristiani , il cristianesimo travolge , sconvolge , scombussola , rivoluziona l’essere , il ciò che si è e fa essere ciò che si deve essere e fa fare ciò che si deve fare e rende conoscibile l’inconoscibile , anticipa la conoscenza e la matura in sapienza , fa cogliere i segni dei tempi . Il bambino usa un linguaggio libero e non mediato , anzi immediato …. la invece mediazione è frutto e conseguenza dell’ esperienza e del compromesso , cose che il bambino acquisisce con il tempo ,ma nel suo stato non sa usare e quando le adotterà ….. sarà notte !