LA MIA CASA SARA' CHIAMATA CASA DI PREGHIERA. VOI NE FATE UN COVO DI LADRI
“Osservando attentamente l’esito del loro tenore di vita…” Scrive Paolo ed è Parola di Dio che interessa ognuno di noi. Ebbene amici di Chiesa Controcorrente, ho osservata che un ospite della casa famiglia fa spesso la spola tra la cattedrale e la casa parrocchiale portando i generi alimentari che i fedeli lasciano in chiesa per i poveri, ora se penso che settimanalmente distribuivo una borsa ad una persona bisognosa che frequentava l’adorazione eucaristica e che il sacrestano del duomo rimproverava asserendo che i generi alimentari raccolti in cattedrale era destinati alla sola casa famiglia, la quale poi si sarebbe occupata di distribuirli secondo loro criteri, criteri nei quali quel povero non era compreso, ecco se penso a queste cose m’indigno e mi vergogno. Aveva ragione Liliana Cavani nel film Francesco anche tra i poveri c’è una gerarchia e Francesco ne fa esperienza, la regista coglie, lo ha colto. La seconda osservazione sempre spinto da Paolo, “osservando attentamente l’esito del loro tenore di vita…” è che la cassa comune della casa famiglia è presumibilmente composta da più voci: il contributo dell’associazione, presumibilmente l’apporto economico del parroco, presumibilmente le pensioni d’invalidità dei componenti della casa famiglia e chiedo al parroco per trasparenza e chiarezza se di smentire o confermare pubblicamente. Inoltre gli ospiti della casa famiglia godono sicuramente dell’esenzione del ticket sanitario e dei pass per l’uso dei parcheggi disabili cose che io per mio figlio ho dovuto lottare per ottenere dalla commissione preposta per il rilascio: ergo alla casa famiglia tutto è concesso, alla famiglia no! Con vena polemica pensioni d’invalidità a mia mamma e mio figlio, invalidi civili, non sono stati rilasciati; è chiaro al prete si concede l’impossibile agli altri neppure il possibile. A tutto ciò si aggiunga che il moralista, parroco di montagna ha vissuto li per anni e non si è mai posto questi problemi anzi è sbocciato e maturato li il suo amore per la morale. Forse avrebbe fatto meglio a ribellarsi ed avere disgusto e ribrezzo dei privilegi. Un invito a chi mi legge: aiutate chi ne ha veramente bisogno. Al caro Lele scrivo che questa è la centesima volta che sente queste cose e da buon non vedo, non sento e non parlo non farà nulla, ma io continuo a ricordargli che il suo comportamento non è corretto è ingiusto e connivente. Chi porta generi alimentari in chiesa rischia di alimentare la tavola dei ricchi, cioè di coloro che si possono comprare da mangiare e che tolgono il cibo dalla bocca dei poveri. Lele tutto dev’essere controllato e regolamentato la storia si fa con i documenti scontrini e pezze giustificative mi ha insegnato in seminario il mio professore di storia; voglio vedere e come Tommaso santo e apostolo, (sei suo successore) voglio metterci le mani.