... la Parola zittì chiacchere mie ...

31.10.2020 13:36 Fratelli cristiani , “ … La solennità odierna … “ ,si legge nelle note introduttive del Messale Romano ,“ … onora quegli amici di Dio , canonizzati o no che sono in possesso della gloria del cielo . La Chiesa viatrice sulla terra ha la gioia di esaltare questi suoi membri eletti che formano l’assemblea festosa … “ . Questi membri della Chiesa sono indicati e definiti dalla Costituzione Dogmatica Lumen Gentium (50 ) come coloro che sono “ … divenuti modelli di vita e insieme potenti intercessori … “ . La solennità odierna dunque indica membri eletti , amici di Dio , modelli di vita , potenti intercessori , ma noi che posto occupiamo in seno a questa solennità che la Chiesa ha istituito ? Dove siamo collocati , o meglio ancora dove ci collochiamo , dove vogliamo collocarci ? Chi siamo e come siamo conosciuti dalla Chiesa ? Se siamo solamente spettatori allora la nostra collocazione è la comoda e accomodante poltrona in platea o nei palchi o in loggione a seconda della nostra apparteneza a questa o a quell’altra classe sociale ( perché queste esistono ancora , eccome esistono e pesano ancora , eccome pesano ) , ma in tutti i casi siamo spettatori ma non attori , passivi ma non attivi . Eppure fratelli , Dio ci chiama sul palco , ci invita a salire sul palco della vita , ad assumere una nuova identità , la nostra identità quella dell’attore colui che a detta del dizionario della nostra lingua si fa interprete di un’azione , colui che prende parte , diviene parte attiva di una vicenda , colui che partecipa non colui che subisce , sopporta , cede, delega o si adatta . Dio desidera , e più ancora ci invita a prendere parte attiva all’azione umana , alla vicenda umana che se è umana , con l’Incarnazione di Gesù Cristo è divenuta divina , anche divina . Dunque umana e divina , perché l’uomo , come ci insegna San Paolo è sì corpo , ma anche anima e spirito e , come figlio di Dio , per sua grazia , assume la divinità , lo abbiamo sentito poc’anzi proclamare nella seconda lettura tratta dalla prima lettera dell’apostolo Giovanni che la Liturgia della Parola ci ha proposto : “ … Carissimi , vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio , e lo siamo realmente ! … “ . Siamo stati creati , il nostro corpo è stato plasmato dalla terra e in esso è stato insufflato lo Spirito di Dio l’essere , dunque ci è stata infusa l’anima , ci siamo animati , abbiamo acquisito , acquistato vivacità , vita come si legge nel Libro della Genesi ( 2,7 ) : “ … allora il Signore Dio plasmò l'uomo con polvere del suolo e soffiò nelle sue narici un alito di vita e l'uomo divenne un essere vivente …. “ poi , come scrive Giovanni , per amore di Dio, ne siamo divenuti figli , a cui venne affidato , è stato affidato il regno di Dio , dunque ai figli il regno del Padre . A tal proposito vi leggo testualmente le parole di Gesù che Luca ha trascritto nel suo Vangelo ( 12,32 ) : “ … Non temere, piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo regno … “ . Ora, fratelli se siamo figli , per analogia siamo come Dio che è nostro Padre e se Dio è Santo , analogamente , anche noi siamo santi e ciò era già scritto nelle Sacre Scritture ; si legge infatti nel Libro del Levitico ( 20,26 ) : “ … Mi sarete santi, poiché io, il SIGNORE, sono santo e vi ho separati dagli altri popoli perché foste miei … “ . Se poi ricerchiamo l’etimologia della parola santo , che ha origine dalla lingua latina , veniamo a conoscenza che il significato dell’aggettivo – sostantivo santo è separato , che è quanto riporta Il Libro del Levitico . Dio dunque separa il suo piccolo gregge , il suo piccolo resto , come insegnano le Sacre Scritture , perché possa essere suo , perché noi in qualità di figli potessimo appartenergli , potessimo vivere , accompagnarsi a lui separatamente , intimamente . Scopo di Dio dunque è creare , far sgorgare tra Lui , Dio e l’uomo l’unione , l’unità e l’intimità , un rapporto profondo , sponsale , quello per intenderci che vivono tra di loro gli sposi , che trasmettono gli sposi perché Dio è sposo della sua Chiesa si legge infatti nella lettera che Paolo indirizzò alla comunità cristiana che era in Efeso (5,31-32 ) : “ … Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà alla sua donna e i due formeranno una carne sola. Questo mistero è grande; lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa! … “ . Questo rapporto , il rapporto sponsale genera , propaga vita , tramanda vita , e se da una parte vita biologica ( le genarazioni ), dall’altra vita cristiana , generazioni cristiane , comunità . E così è stato , così fu , così è e così sarà fratelli cristiani , si legge infatti negli Atti degli Apostoli ( 11,26 ) che ad Antiochia i seguaci della dottrina di Gesù ( dunque tra i molti se paraganati al numero dei cittadini di Antiochia , i pochi ) : “ … per la prima volta i discepoli furono chiamati Cristiani … “ ma ciò era già stato predetto , dal profeta Geremia secoli prima e trascritto nel suo omonimo Libro ( 14,9 ) : “ … tu sei in mezzo a noi, Signore,e noi siamo chiamati con il tuo nome …. “ ; e che il Signore fosse con noi , sia con noi , in mezzo a noi è per la promessa fatta direttamente da Gesù che Matteo ( 28,20 ) riporta dunque trascrive nel suo Vangelo : “ … Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo … “ . Tutto ciò per dimostrare fratelli chesiamo noi i santi e oggi questa solennità è celebrata per noi , per tutti noi cha oggi abbiamo voluto riunirsi qui a renderla con la nostra presenza ancora più solenne ; e , se cristiani , siamo santi perché figli di Dio . La nostra condizione di figli di Dio fa porre a Paolo , nella lettera inviata alla comunità cristiana che era in Roma ( 3,9 ) questo interrogativo : “… Che dunque? Dobbiamo noi ritenerci superiori? Niente affatto! ... “ e osserva ancora l’apostolo che noi siamo : “ … giustificati gratuitamente per la sua grazia, in virtù della redenzione realizzata da Cristo Gesù …“ ( Rom.3,24 ) . Ma non finisce qui fratelli , l’insegnamento dell’apostolo delle genti , il suo ragionamento sviluppa che se siamo uomini , se siamo figli , siamo anche peccatori , lo si legge nella lettera indirizzata alla comunità cristiana che era in Roma ( 3,23 ) : “ … tutti hanno peccato … “ e pertanto e proprio per questa nostra comune condizione osserva Paolo : “ … laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia … “ ( Rm.5,20 ) . La santità dunque presuppone anche il peccato quindi la misericordia e il perdono di Dio ma l’accettazizione di questa condizione da parte dell’uomo , del credente , il riconoscimento e l’accettazione della propria debolezza . Dunque siamo santi in virtù del fatto che Dio è Santo e lo siamo per analogia , lo siamo divenuti , lo diveniamo , lo siamo realmente , così siamo stati identificati perché discepoli di Gesù , definiti dai pagani cristiani , appartenenti alla comunità , alle comunità cristiane , ecco perché Paolo nelle sue lettere si rivolge ai santi delle Chiese , cioè a coloro ai quali nelle diverse città indirizza le sue pedagociche lettere di insegnamento , esortazione ed ammonimento ; e siamo beati cioè felici , appagati , realizzati , sereni , gioiosi che è come Gesù chiama , indica , nomina e in un certo senso battezza . Siamo coloro che ascoltano perché prima di noi qaulcuno ascoltò le sue parole , coloro che lo seguirono e che ancora oggi lo seguono , che si posero e che ancora oggi scelgono di porsi alla sua sequela , coloro che liberamente si sforzano di vivere i suoi insegnamenti , il suo Vangelo . Beati duqnue , come abbiamo sentito proclamare nell’ odierna lettura del Vangelo nel famoso brano conosciuto come il discorso della montagna . Beati e santi , dunque cristiani , ecco delineata la nostra identità , il nostro credo , il nostro essere . Ma cosa implica ciò ? Quali i risvolti di questa appartenenza ? Fratelli , alla luce di ciò che accade oggi nel mondo e nella Chiesa di cui siamo parte , credo , e sono pienamente convinto, è necessario ritornare all’ascolto della Parola . L’ascolto è azione, attività e non passività , l’ascolto è l’anticamera della fede in un mondo dove regnano e si divulgano le parole e non la Parola , le libertà e non la Libertà , le giustizie e non la Giustizia , le verità e non la Verità dunque il superfluo e non l’essenziale , il divertimento e non il rigore . L’ascolto della Parola, nella sua attiva passività che è la contemplazione , è dunque l’anticamera della fede e il grande poeta cattolico Clemente Rebora così descrisse l’incontro con essa: “ … Quasi maestro agli altri mi porgevo; / ma qualcosa era dentro me severo: / Ferma il mio dire, se non dico il vero./ La Parola zittì chiacchiere mie. La Provvidenza sue vie dispose: / mi fece attento a Pietro e alla sua Chiesa; / dei martiri la Fede venne accesa … “ . Fratelli cristiani , santi e beati di questa Chiesa ,buona festa a tutti .