LA SAPIENZA DELL'IGNORANZA
“ L’uomo per sua natura ha sete di conoscenza “ questa affermazione di Seneca , ci introduce alla nostra riflessione su questo brano dell’evangelista Giovanni . Gesù invita l’uomo , l’ascoltatore , il discepolo ,il fedele ad un percorso , magari ripetitivo ,ma altamente teologico . Fa teologia , parla delle cose di Dio ,ragiona le e sulle cose di Dio , spiega con un linguaggio figurato la vera essenza del cristianesimo ,il fulcro del cristianesimo , l’origine del cristianesimo Passione , Morte e Resurrezione di nostro Signore Gesù Cristo , il Figlio di Dio . Gesù , Dio , Creatore , il Creatore cioè per definizione colui che conosce a fondo le sue creature avendole appunto create , sa che l’uomo ha sete, è assetato ,è proteso alla ricerca della conoscenza , conoscenza della verità ,conoscenza di se stesso . La sua conoscenza è finalizzata , ha un fine , uno scopo , giungere alla sapienza , che è il dare sapore ad ogni cosa , renderla gustosa cioè appetibile dunque perseguibile ,dunque riconoscerla ed affrontarla , non per soggiogarla ma comprenderla . Sapere, la sapienza , essere sapiente , giungere alla sapienza significa comprendere , dunque giustificare quindi non condannare . Per ignoranza si condanna , si estromette , si abbandona , si ignora , azioni queste che escludono a priori la conoscenza dunque la sapienza . Dio immette nella vita dell’uomo la sapienza , la conoscenza e Gesù le stimola, attraverso la sua Parola cioè attraverso se stesso ; è per questo che Seneca osservando attentamente ,intuisce che l’uomo per sua natura ha sete di conoscenza ; la sua natura gli viene da Dio che è somma Sapienza , somma Conoscenza ed in ciò che il filosofo , non certo cristiano , intuisce solamente , senza cioè affermarla ,la divinità dell’uomo , divinità per grazia , grazia di Dio . Il filosofo non esplicita ciò , Dio non si era ancora incarnato , Cristo non aveva ancora fatto il suo ingresso nel mondo , ma i segni c’erano , c’erano tutti , come ci sono oggi e sempre ci saranno attraverso la conoscenza , attraverso l’osservazione e la parola . Ma dobbiamo osservare che il brano appena proclamato è spaccato in due parti, parti in cui il Cristo compie l’atto dell’insegnare , del far conoscere , del proporre la sua visione alla nostra capacità conoscitiva , intellettiva , rivolgendosi all’intelligenza della mente e del cuore . Il suo discorso , il suo ragionamento , il suo insegnamento , il suo atto di conoscenza è spezzato dall’intrusione dei Giudei che Giovanni così annota : “ Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro : << Come può costui darci la sua carne da mangiare ? >> “L’intromissione dei Giudei nel brano lo spacca in due , la conoscenza ,la ricerca della sapienza viene ad essere spezzata , è la diabolica introduzione dell’assurdo , del non possibile , del dubbio , già presente in Genesi , all’inizio della creazione . Con la creazione emerge il dubbio per rompere , spezzare la continuità ,è il gioco del maligno di una intelligenza al contrario , della non conoscenza , della non sapienza , l’ignorare , il volere ignorare , dell’ignoranza, della sapienza e conoscenza dell’ignoranza , dell’intelligenza dell’ignoranza : la cattiveria . Non adducono motivazioni i Giudei , agiscono psicologicamente, sulla psiche di chi ascolta , loro dotti vivono nella convinzione che chi li ascolta li ritiene dotti , sapienti , dunque senza addurre nulla introducono il dubbio dando per scontato che ciò che Gesù afferma non è possibile è assurdo ,fuori dal reale , umano …… non divino , negando di fatto che nulla è impossibile a Dio , che è l’affermazione di Dio stesso a Maria , attraverso il suo emissario l’angelo Gabriele , circa la giustificazione dello stato di gravidanza di Elisabetta . I Giudei si escludono dal comprendere dal conoscere , che è il metodo di chi volutamente vuole ignorare, dell’ignorante . I Giudei si escludono volontariamente non perché non capiscono , non perché sono privi delle elementari capacità cognitive , ma per opportunismo ,per convenienza di casta , di classe ; Gesù sta togliendo loro potere perché è uno che parla con autorità , non come gli scribi , si afferma in un altro brano di Vangelo . Tra di loro , tra i Giudei non c’è nessuno in grado di confutare , dunque non si cerca di comprendere , ma di distruggere attraverso il dubbio , che porta alla menzogna , alla violenza , attraverso l’isolamento , l’esclusione che è bieca ignoranza . Quanti esempi ….. soprattutto osservando attentamente ,come ci insegna S. Paolo , il tenore di vita di chi ci governa : istituzioni politiche o religiose che siano .
L’intervento dei Giudei dunque spezza il brano , lo divide in due , ma non lo stoppa ,non ferma la sua potenza creatrice , il Cristo riprende il suo insegnamento progressivo , un continuo crescendo , dal basso verso l’alto , raccoglie l’uomo e lo porta in alto , guidandolo nel suo ragionamento attraverso la fede offrendogli la fede , proponendogli la fede, fiducia in Dio e in se stesso . La fede è il faro , la fede è la chiave di lettura , la fede è chi mi prende per mano e mi guida alla vetta . Portare dentro di me Dio , lasciarlo dilagare , consegnarsi nelle sue mani è cooperare al suo disegno , al suo progetto , che è innanzi tutto conoscenza di se stessi dunque conoscenza di Dio ,conoscenza dell’altro da me e quindi conoscenza degli altri da me, del mio prossimo , incluso Dio che è il mio prossimo cioè chi mi sta più vicino perché so per bocca di Gesù che il Signore è con me tutti i giorni della mia vita . La conoscenza di sé e di Dio , riconoscere la mia identità di creatura e l’identità di Dio creatore è programma di vita , dunque è vita e la vita di Dio è eterna e se io porto in me Dio che è eterno ( perché conoscere biblicamente significa portare in sé , fisicamente in sé ) eterno sono io , cioè la mia vita è eterna , diviene eterna con l’atto del credere : la fede , perché il credere ,dunque la fede , è atto in quanto è parte della vita e la vita è sensibile legata ai sensi , si manifesta attraverso i sensi , tatto , gusto ,udito ,odorato , vista ; la vita dunque è esperibile , è atto perché nasce da un atto ,l’atto creativo . Quell’atto ,l’atto creativo imprime alla vita il suo carattere , che è eterno , infatti nei racconti del dopo Passione , quando il Cristo è il Risorto e il suo corpo è glorioso cioè definitivamente eterno , i suoi discepoli constatano , fanno esperienza che Gesù , il Risorto , vede , sente , tocca , gusta . I discepoli toccano con mano che la vita è eterna è per sempre e che il discepolato, l’essere seguaci del Cristo implica ricevere la sua natura che per S.Paolo si manifesta nel divenire figli di Dio , per adozione , non per generazione come il Cristo, ma per adozione ,ma comunque figli , voluti , cercati , attesi e da subito amati ……… conosciuti .
P.S Oggi celebrerò la S.Messa in Pavignano, presso la Chiesa parrcocchiale di S Carlo Borromeo ore 17,30