LA TRAGEDIA: COGLIAMO IL SENSAZIONALE NON L'INSEGNAMENTO, ANTEPONIAMO L'OBBEDIENZA ALLA LIBERTA'
Sento il dovere di mettere in evidenza due aspetti contrapposti che mi sembra di cogliere nel brano di vangelo appena proclamato fratelli cristiani. A Cafarnao, nella sinagoga, leggiamo all’inizio del racconto che Gesù insegnava, il verbo e il sostantivo da lui derivante è ripetuto tre volte in due righe “insegnava” “ insegnamento” “insegnare”. Il racconto c’informa che gli viene riconosciuta autorità in ciò che insegna, non come agli scribi, ai quali evidentemente non è riconosciuta nello stesso modo che è riconosciuta a lui. Ciò che dice Gesù piace,per come si presenta Gesù piace, riceve consensi, raccoglie consensi, è credibile, spendibile, cattura, interessa, desta interesse, è novità tanto che ciò che insegna raccolto in più libri (i vangeli), è detto la buona notizia, la buona novella. Ciò che abbiamo da poco proclamato è l’inizio del vangelo di Marco, siamo all’inizio del suo racconto, appunto al capitolo primo. Gesù dunque è convincente, ma non leggiamo, non si legge all’inizio del racconto ciò che si legge alla sua fine, cioè che la sua fama si diffonde in tutta la regione della Galilea, no, non si legge ciò, ma solamente che i presenti nella sinagoga quel sabato si sono stupiti, colpiti sì, ma il lettore e l’uditore in quello stupore non colgono un diffuso entusiasmo. Si rimane piuttosto nel vago… erano stupiti… Ben diversa è la fine del racconto, che per farvi comprendere la differenza fratelli cristiani ve ne riporto le esatte parole:” la sua fama si diffuse subito dovunque in tutta la regione della Galilea”. Marco lo abbiamo letto, fratelli cristiani precisa subito e dovunque. Subito, l’avverbio usato allorchè gli apostoli i primi apostoli seguono il Signore:” lasciarono subito… reti, padre, barca, lavoro” immediatamente cioè senza mediazione, senza pensare senza avere bisogno o tempo di pensare; e poi quel dovunque, dappertutto, una diffusione a macchia d’olio, Gesù occupa, prende posto, dilaga nella cronaca del tempo. Per il suo insegnamento? No, ma per un fatto che accade nella sinagoga di Cafarnao, a seguito del suo insegnamento che è lo svelamento della sua Parola, cioè di se stesso, la sua manifestazione, che non è colta se non da un indemoniato, solo lui riconosce in quella Parola il Santo di Dio, solo uno spirito ( per ben maligno, malvagio che sia) nessun altro, nemmeno i suoi discepoli che riconosceranno ciò quando discenderà su di loro lo Spirito Santo, lo Spirito di Dio, Spirito che riceveranno. “io so chi tu sei: il Santo di Dio” cioè “ Gesù nazzareno”un modo d’identificare Gesù, manifestare Gesù che ci porta alla croce, in quel cartello posto sopra il suo capo, (INRI) Gesù nazzareno re dei Giudei. Esorcizzato quell’uomo posseduto, la fama di Gesù cresce nella regione, subito e ovunque, non è dunque l’atto dell’insegnamento che fa proseliti, ma l’esercizio dell’esorcismo. Non la fede, ma un atto finalizzato, un atto circoscritto, privato, diviene il “trampolino di lancio”. Il sensazionalismo fratelli cristiani riempie la nostra vita, la voglia e la ricerca del sensazionale,del miracolo, del luogo spesso magico della guarigione della veggenza. E’ questo fratelli cristiani il messaggio cristiano? E’ questo il messaggio di Gesù? Il gesto, l’atto sensazionale, la guarigione del corpo è educazione, è insegnamento, è pedagogia all’altra guarigione, la nostra personale salvezza, dal peccato, la riacquisizione dell’armonia, il reingresso nel giardino perduto, la vita eterna: la liberazione dalla morte! La guarigione del corpo, la liberazione dagli spiriti malvagi sono specchio della vera liberazione, della vera guarigione: la salvezza dell’uomo, l’introduzione dell’umano nel nuovo mondo, nel regno eterno di Dio in cui invitati, per entrare, per introdursi è necessaria la fede, la fiducia, la speranza, la grazia: sperare e credere nella salvezza è grazia. Ci si salva consegnandosi, consegnandosi ci si apre alla grazia, si guarisce consegnandosi, in fondo non è ciò che fa l’indemoniato e Gesù compie il miracolo perché conosce il cuore dell’uomo, di chi è lì in rappresentanza dell’umanità ad osservare quel sabato a Cafarnao nella sinagoga; il cuore dell’uomo è attirato dal sensazionalismo, dunque Dio per amore di questa umanità incredula si concede, concede ai sensi dell’uomo il fatto, l’atto che stupisce e intimorisce e ciò fa crescere di fama porta alla notorietà. Di Gesù ora, da stupiti dei suoi insegnamenti ora sono intimoriti, cioè temono quell’uomo, si consegnano a lui schiavi, sottomessi e sottoposti, obbedienti a poteri straordinari, atti, azioni. Le parole che usano sono appunto: “ comanda persino agli spiriti e gli obbediscono”. Dimenticano l’insegnamento, il maestro che dedica la sua vita per l’allievo, per seguire subito e ovunque l’immagine dell’uomo forte, colui che incute timore, una forma di paura che porta ad obbedire, ma che non è nei programmi di Dio, perché in essi all’obbedienza è anteposta e proposta la scelta, la libera scelta. Ciò è riduttivo, l’uomo dimostra la sua attitudine a farsi domare, dominare, imporre piuttosto che lasciarsi convincere attraverso l’insegnamento, cioè attraverso la pazienza, il dialogo, la proposta, l’interiorizzazione, l’incontro alla pari. Con ciò l’uomo rinuncia a vivere la divinità che è il lui, la grazia, la partecipazione alla vita divina, rinuncia a vivere per sopravvivere. E’ spettatore e superstite di una tragedia l’uomo, la perdita della sua libertà, della sua autonomia, della sua personalità e della sua dignità, che avviene consegnandosi al sensazionalismo, alla dipendenza dei fenomeni, all’azione esterna, alla sua interiorità alla sua intimità. Dobbiamo fratelli cristiani recuperare quell’intimità che avviene non lontano da qui, ma all’interno del “qui”, nel luogo in cui siamo, perché il luogo siamo noi, noi siamo il luogo d’incontro, con la nostra bocca assaporiamo e gustiamo l’incontro con la presenza; con i nostri occhi vediamo la presenza; con le nostre orecchie ascoltiamo la presenza; con le nostre parole ci rivolgiamo alla presenza; con le nostre narici respiriamo la presenza. Così, e qui si manifesta giornalmente il Signore e questo è il suo insegnamento che tra il nostro stupore insegna e ha insegnato.