... la vita del mondo che verrà ...
13.09.2020 08:52
Breve ma intenso il brano proclamato che costituisce la seconda lettura , tratta dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani, che la Liturgia della Parola propone oggi XXIV domenica del Tempo Ordinario .
Vita e morte non ci appartengono , non sono nostro appannaggio , non sono in potere dell’uomo , infatti Paolo che trascrive quanto Dio vuole che apprendiamo , usa un linguaggio chiaro ,lapidario , il linguaggio di Dio : “ …. nessuno di noi vive per se stesso e nessuno muore per se stesso … “ .
Dunque , questo è il linguaggio di Dio , questo è il suo pensiero, è ciò che Dio vuole che ascoltiamo , che leggiamo , che comprendiamo e che meditiamo .
Ma se vita e morte non ci appartengono , non appartengono all’uomo , a chi appartengono ? Chi le detiene?
La risposta è nella continuazione della frase ispirata all’apostolo Paolo : “ …. perché se noi viviamo , viviamo per il Signore , se noi moriamo , moriamo per il Signore . Sia che viviamo , sia che moriamo , siamo del Signore … “ .
Questa risposta , questa affermazione ci presenta dunque due mondi , due aspetti di un’unica realtà .
I due mondi , i due aspetti sono la vita e la morte mentre l’unica realtà è il Signore .
Vita e morte dunque sono solo aspetti , momenti di un’unica realtà : il Signore ; infatti Paolo sentenzia , nella lettura poc’anzi proclamata che il Signore è : “ … Signore dei vivi e dei morti … “ perché: “ … Cristo è morto ed è ritornato alla vita … “ .
Nella disputa con i sadducei : “ … i quali affermano che non c’è risurrezione … “ ci informa Matteo nel suo Vangelo ( 22,23 ) , Gesù citando il colloquio tra Dio e Mosè riportato nel libro dell’Esodo ( 3,6 ) rispose così : ( 22,31-32 ) “ … non avete letto quello che vi è stato detto da Dio : Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe … Ora, non è Dio dei morti, ma dei vivi … “ .
Dunque in Dio , nel Signore vi è un’unica realtà : il Signore , che è vita : “ … Io sono la via, la verità e la vita … “ dice Gesù (Gv.14,6 ) e vita per sempre , vita eterna , eternità , quella vita che l’uomo non può dare , non può fabbricare , perché non può creare essendo l’uomo creatura dunque non Creatore .
Non è certo il sommo Poeta , Dante , a svelarci l’esistenza di un mondo oltre la vita , un mondo che noi tutti , sì fratelli cristiani , anche noi credenti , riteniamo un mondo di morte .
In realtà vi è un solo mondo , una sola realtà , un solo tempo e quel mondo , quella realtà , quel tempo è vita .
Viviamo già fratelli cristiani la morte e la viviamo nel momento stesso in cui siamo stati concepiti , a dire il vero , secondo il nostro credo , la viviamo già nel progetto di Dio , nelle sue intenzioni , nel suo amore , infatti Egli nella sua bontà infinita ci ha donato l’eternità , la vita eterna perché ci ha voluto da sempre e per sempre , ci ha voluto divini , partecipi della sua natura , ci ha conferito la vita di Grazia , la vita divina , la vita eterna .
Osserva S. Tommaso d’Aquino nelle “ Opere “ : “ … L’Unigenito Figlio di Dio , volendoci partecipi della sua divinità , assunse la nostra natura e si fece uomo per far di noi da uomini dei … “ e nel Salmo 81 si prega : “ … voi siete dei , siete tutti figli dell’Altissimo , ma certo morirete come ogni uomo … “ e per concludere San Bruno di Colonia , il fondatore dei Certosini , nel suo Commento ai Salmi scrisse : “ … Essendo lui Dio deificherà anche i suoi … “ cioè noi , frateelli cristiani .
Dunque una sola realtà , come una sola è la vita , vita eterna , definitiva , per sempre .
Pochi giorni or sono ,festeggiando la Natività della Vergine Maria , la Liturgia della Parola , ha proposto la genealogia di Gesù Cristo ( Mt. 1,1-16.18-23 ) l’ha proposta e proclamata .
In essa sono elencate tutte le 42 generazioni che hanno preceduto Gesù da Abramo sino a Giuseppe : “ … lo sposo di Maria dalla quale è nato Gesù , chiamato Cristo … “ .
Esse , le generazioni , non sono un ramo secco , morto , che va tagliato perché parte del passato , non sono solamente una notizia storica , un albero genealogico , esse sono proclamate, cioè lette solennemente da 2.000 anni nelle e dalla Chiesa a riprova che sono dati loquaci , notizie vive , sono parte della vita , sono il divenire , ciò che si succede , che si tramanda , sono storie di uomini e di tempi , sono vita , sono il presente su cui si innesterà il futuro essendo il presente conseguenza del passato .
Ciò che viviamo proviene da ciò che abbiamo vissuto e condiziona ciò che vivremo perché ciò che facciamo in vita rieccheggia nell’eternità .
La condizione , l’esperienza del tempo presente Gesù la fa vivere a Pietro , Giacomo e Giovanni sul monte Tabor ( Mc. 9,2-8 ) quando davanti a loro si trasfigurò , cioè quando andò oltre superando la sua figura , la sua immagine, mostrando il suo vero aspetto , la sua essenza dunque svelando per chi poteva comprendere o percepire : “ … Quelle cose che occhio non vide, né orecchio udì , né mai entrarono in cuore di uomo … “ ( 1 Cor. 2,9 ) .
Comparvero Elia con Mosè che discorrevano con Lui , e Gesù ricevette da Pietro queste parole di stupore : “ … Maestro, è bello per noi stare qui … “ .
La vita eterna , la vita è dunque una realtà bella , piacevole , che invita non solo a desiderarla , ad ambirla ma a gustarla , a viverla .
La vita eterna è la dimensione per sempre e di sempre ,definitiva , definisce la nostra identità fratelli cristiani , non reca in sé la provvisorietà e la fallibilità , non è perfetta , ma tutto si svolge , si sussegue nel modo in cui deve svolgersi e susseguirsi ,dove tutto è regolato da leggi che rispettano la natura e i tempi dell’uomo e del mondo , senza errori , intoppi ,dove tutto scorre : “ … Panta rei … “ l’aforismo di Eraclito filosofo greco del IV secolo a.C. .
La vita se eterna è legata alle cose eterne, le cose che non si vedono , che sono invisibili perché quelle sono eterne , diversamente dalla cose visibili che sono di un momento che appartengono al tempo , dunque non all’eternità . Le cose che non si vedono sono le cose che si sperano insegna Paolo nella sua lettera agli Ebrei , ( 11,1 ) e la loro realizzazione , il loro renderle reali , vere , sensibili è l’aspirazione dell’uomo , di ogni uomo perché la speranza realizzata è la felicità dell’uomo è ciò che lo realizza .
La fede dunque , ciò che non si vede , come scrive Paolo fonda le cose che si sperano , quelle cose che non sono visibili , dunque che sono eterne e la fede è prova delle cose che non si vedono . Dunque credere , riporre fede realizza ciò che si spera e rende reale ciò che non si vede .
Dio ha voluto l’uomo per sempre e lo vuole per sempre accanto a sé , non lontano da sé .
Lo vuole riportare in Eden dove tutto era cominciato , dove l’uomo è stato creato poco meno degli angeli si prega infatti , in riferimeneto all’uomo , con il Salmo 8 ( 6 ) : “ … l'hai fatto poco meno degli angeli,di gloria e di onore lo hai coronato … “ .
Già , di gloria che è il conferimento della vita divina ,e di onore che altro non è che il posto riservato al l’uomo nel regno di Dio .
Sì , il Signore rivuole l’uomo in Eden ,perché come scrisse Paolo nella sua prima lettera alla comunità che era in Corinto ( 6,15-20 ) : “ …. Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo? … non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi? Infatti siete stati comprati a caro prezzo …. “ .
Quando rientremo in Eden passeremo transiteremo da oriente, là dove i cherubini armati con la fiamma della spada sfolgorante furono posti a custodia dell’albero della vita , l’albero dell’eternità che è ciò che l’uomo avrebbe voluto carpire e rubare nel giardino non capendo che già nel progetto di Dio l’eternità era la conseguenza , la continuazione della vita terrena … perché è questo fratelli che noi crediamo , su questo cui fondiamo il nostro credo : la vita del mondo che verrà .