L'ALBA DEL GIORNO DOPO
Sentite cosa scrive David Maria Turoldo cari amici di Chiesa controcorrente
Fossi stato contemporaneo del Signore, io non so da che parte mi sarei schierato; non so se già fin dalla prima ora non mi fossi trovato dall’altra parte. Perché vederlo così come si è presentato: uno senza fissa dimora, senza una pietra dove posare il capo; un girovago e cappellone, amico di pubblicani e prostitute, e così scatenato contro le istituzioni e contro la gerarchia, tanto che i nostri anticlericali fanno sorridere al confronto!... Accettarlo così, ecco cosa vuol dire non scandalizzarsi di Cristo!
Poi cita Matteo 23, 13 “Guai a voi scribi e farisei ipocriti, sepolcri imbiancati, dall’interno pieno di ossa marcite!”
Ora se penso alla gente che governa questa diocesi, vescovo, troika, amici borghesi benpensanti, perbenisti e quei vergognosi pensionati che ancora non hanno capito che devono dimettersi… Ma Cristo è stato davvero quel cappellone che amico di prostitute e pubblicani ha urlato contro istituzioni e gerarchie, i borghesi e quando vedo questa gente usare,o meglio abusare della sua figura, del suo messaggio, della sua Parola, cioè di Lui stesso mi viene da vomitare e sento un forte senso di nausea. Il Cristo è più presente nell’operaio che lotta per il suo posto o per il posto di lavoro di altri, è più presente per chi lotta con forza per l’affermazione di ogni forma di diritto e di giustizia pagando di persona, è questa gente, questi “cristi” dunque Cristo che cos’hanno in comune con il vescovo di questa diocesi che come Mosè li dovrebbe guidare mentre preferisce che il popolo resti a servire il faraone e insiste perché si fermi asservendosi al potere e ad ogni occasione ricorda che era meglio mangiare le cipolle d’Egitto che affrontare l’avventura del deserto. Questo che dovrebbe essere un capo non ha il popolo né i giovani, non ha più nessuno, solo il vuoto di una corte simile a quella di Saul che perso il consenso di Dio piano piano si svuota perché vecchia e nella quale resta solo chi è talmente compromesso che può solo sperare l’impensabile l’annientamento della novità: Davide figura del Cristo. Questa corte con il suo faraone infondo disprezza il cappellone che non ha fissa dimora, girovago che ad essa preferisce accompagnarsi a prostitute e pubblicani e che si scatena contro la gerarchia e le istituzioni. Questa corte ed il suo gerarca preferisce e favoreggia i pensionati di lusso e borghesi benpensanti, perché di questo ha paura, lo teme, ne prova invidia come Saul per Davide. Questa corte e il suo gerarca ha scelto di ricevere da scribi e farisei ipocriti, da sepolcri imbiancati dall’interno di ossa marcite, è una generazione perdente, finita che non accettando il suo tempo disperatamente lo “ruba” alla migliore gioventù.