LASCIATE CHE I BAMBINI VENGANO A ME

22.07.2014 20:58

Mi giunge voce, eccellenza, che per la seconda volta si è lasciato andare a giudizi non proprio positivi circa la mai ordinazione. Lo scorso anno un suo prete, canonico della cattedrale noto per il malvezzo del pettegolezzo, dichiarò che gli ultimi due preti, secondo una sua confidenza erano “venuti male”, uno dei due sono io. Ultimamente le male lingue, di cui purtroppo lei ama circondarsi, diffondono una sua dichiarazione che gli ultimi due preti ordinati, di cui uno sono sempre io, sono stati per lei delle “sorprese”, (in negativo naturalmente).

Sulla capacità di discernimento suo e dei suoi stretti collaboratori, il famoso consiglio episcopale, avanzavo già seri dubbi e le sue dichiarazioni confermano i dubbi, e a pensare ciò ho il conforto di parecchi confratelli. Lei è perfettamente al corrente che, molti dei preti da lei ordinati, hanno dato seri problemi a lei e a questa diocesi e di questo pericolo, era stato a suo tempo messo al corrente dai suoi formatori che non li ritenevano idonei al sacerdozio. Due sono stati, da lei, trasferiti ad altre diocesi, altri sono ancora qui in diocesi. Io che sono uno degli ultimi due preti ordinati, colui che è “venuto male” e che è divenuto “sorpresa”, chiede semplicemente ma insistentemente a lei di governare la diocesi che le è stata affidata e di dialogare con i suoi preti. Spero per lei, che quelli incardinati nelle diocesi in cui sono stati trasferiti, non creino i problemi che hanno creato qui, lo dico soprattutto per la sua coscienza; dei due ricordo soprattutto l’insegnante del liceo scientifico, mandato poi a Roma a studiare senza che ne avesse titolo, infatti non era munito neppure del diploma di media superiore. Ma più avanti relazionerò anche sulle nomine degli insegnanti di religione nelle scuole cittadine.

Nel prosecuo della presente mi permetto di mettere al corrente ed in evidenza ai frequentatori di Chiesa Controcorrente, l’infelice definizione e la povertà del linguaggio di cui lei fa uso nel definire un uomo, “ venuto male”, il poco rispetto che lei denota nei confronti di un suo prete, un uomo, eccellenza, viene sempre bene perché è figlio di Dio, lo predichiamo, ma poi lo dobbiamo vivere. Della classe sacerdotale Gesù, che ha capacità di discernimento e di giudizio, e al quale lei di certo non si può paragonare, è lapidario: “ legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito”.

Comunque se sono “venuto male” come lei dice, e lei non sen’è accorto, e se non se ne sono accorti i componenti del suo consiglio episcopale, è perché lei dimostra di non essere all’altezza di governare questa diocesi e a questo punto è un problema suo, della sua coscienza. La tanto declamata paternità non le appartiene perché lei non è padre, già biologicamente non lo è, è un suo limite, non si può acquisire la paternità. Poi c’è la trasparenza me non verso l’esterno, verso gli altri, ma verso se stesso, la sincerità…è ora che si segga e guardi chi ha ordinato, la loro storia, e lei sa chi, li passi in rassegna tutti quanti, e sia sincero con se stesso, trasparente, cristallino, prima di dare giudizi così pesanti sul sottoscritto. Lei sa bene eccellenza che sono “venuto bene” tanto bene da comprendere i suoi limiti e comunicarglieli, candidamente, come un bambino. Gesù dei bambini diceva: “lasciate che vengano a me” e intendeva proprio le peculiarità del mondo puerile, l’immediatezza, la sincerità, l’onestà, la trasparenza, l’assenza di malizia. Gesù aveva bisogno di trasparenza perché viveva con uomini che non lo erano, che non capivano, corrotti dal mondo dalla mondanità. Impari a circondarsi di bambini, di sincerità, di trasparenza, e non di mondanità, questo è il Maestro, non deleghi, perché “il cuore dell’uomo è un abisso” dice il Salmo, guardi chi le vuole bene, e dice le cose come stanno e non come vorrebbe che fossero, al di là della realtà. Eccellenza questo è oppio, Marx dice della religione, con la r minuscola, che è l’oppio dei popoli, accettare una non realtà, ciò che non è, per la realtà, cosa che veramente è, è oppio.

Io non sono accolto, perché uso un linguaggio e un atteggiamento troppo diretto nei suoi confronti, mi accusa il suo vicario, invitandomi poi a non presentarmi più a palazzo, (il suo vicario quello che non ha mantenuto ciò che gli ho confessato, cioè ciò che avrebbe dovuto essere sotto segreto confessionale, e al quale lei, dopo che l’avevo informata della mancanza, non ha detto nulla); ecco su questa non accoglienza le rispondo come leggo in Matteo, ma è scritto anche in Marco, (noi preti, anche lei vescovo dobbiamo sempre rifarci alla Scrittura): “ se qualcuno non vi accoglie…uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi…” .Dunque se lei con le sue parole, e i suoi collaboratori con il loro comportamento non mi avete accolto, vi scuoto via, siete polvere, forte nella fede che è il Signore che mi ha voluto prete (lei ne è stato solo lo strumento), e con la certezza che la mia comunione con il presbiterio ed il mio vescovo è confermata nella preghiera (che è la più alta forma di carità) e nei sacramenti (che sono la presenza reale del Cristo).

 

P.S. E’ vero che noi preti, dobbiamo nutrirci della parola scritta da Dio, ma spesso è formativo leggere e rileggere scritti di confratelli che hanno vissuto in prima persona la non accoglienza. Per questo la invito a documentarsi, nel sito di chiesa controcorrente trova le lettere che don Lorenzo Milani scrive al suo vescovo il cardinal Florit. Noti il linguaggio, secco, deciso, ma sincero ed il contenuto che è amore del figlio verso il padre: non è stato così per il padre verso il figlio. A lei la scelta!

donandreagiordano