LEBBRA!!!

23.06.2015 08:37

Il 7 maggio ho ricevuto una mail che per dovere di cronaca e trasparenza non posso tacere, non citare e commentare. E’ firmata per esteso e reca anche un numero di telefono e l’invito a contattare chi mi ha scritto di cui tutelo con il silenzio la sua privacy. Tratta di un argomento quanto mai attuale  per la Chiesa e che ha fatto e  fa soffrire chi ha retto e chi  la regge (papa Benedetto ha affrontato con severità questo argomento e papa Francesco vuole fare chiarezza e soprattutto giustizia). Ora chi mi scrive tratta dell’argomento riportandomi parte di un colloquio che lo stesso ha avuto in diocesi e che di seguito vi riporto testualmente: “ in parole povere mi è stato detto: 1° di farmi i fatti miei (molto educatamente sia chiaro), che se andavo avanti con la mia “ricerca” la responsabilità era solo mia e 2° che se non mi andava di vederlo dovevo cambiare Chiesa”(è sottointeso che l’argomento verte sul comportamento di un prete). Ora se sorge un problema grave o semplice che sia deve essere affrontato, non certamente eluso, trattato come quella frase, anche minacciosa lascia intendere; quella risposta evidenzia la paura di affrontare, la volontà di celare  una situazione sicuramente spinosa ma che non è solamente limitata, o propria della Chiesa ma estesa anche alla società civile, laica, da sempre e lo sarà per sempre in una società capace di accusare ma che tollera un turismo deviato: ipocrisia, cultura dell’ipocrisia. Chi mi scrive conclude: “dopo questa mia esperienza mi sono allontanato dalla Chiesa” perché? Perché mi chiedo? E  dobbiamo chiederci? Come invita e consiglia la Sacra Scrittura, questo fedele ha fatto ciò che doveva fare… Ha conferito con chi di dovere, ora se vuole come suggerisce la Sacra Scrittura può tornare a chiedere spiegazioni con l’assistenza di due testimoni, sta poi a chi in diocesi ha la responsabilità di governo trarre le dovute conclusioni e dare opportune risposte, opportune ed esaustive. Questo fedele ha la coscienza pulita e a posto, ha fatto ciò che doveva fare non certamente l’altra parte. Ho pensato e ripensato se pubblicare queste righe, le ho scritte, corrette, riscritte e ricorrette, mi sono confrontato a lungo con amici e ho pregato il Signore d’illuminarmi, poi ho deciso di pubblicarle.