... l'essenziale del vivere la vita cristiana ....

02.03.2018 22:33 “ … Egli infatti conosceva quello che c’è nell’uomo …. “. Così , con questa frase , con queste prole , si conclude il brano di Vangelo poc’anzi proclamato e che la Liturgia della Parola ,in questa III domenica di Quaresima , propone . Nel periodo che precede la conclusione del brano , Giovanni l’autore , annota che Gesù : “ … non si fidava … “ dei Giudei , cioè del popolo di cui la Bibbia ne narra la storia , il popolo al quale Dio , il Padre , invia il Figlio … quel popolo che non lo riconosce perché …. non vuole riconoscerlo e non ha nessuna intenzione di riconoscerlo . Ma i Giudei rappresentano tutti i popoli della terra al quale Dio , il Padre , invia il Figlio che non è riconosciuto tale …. perché nell’uomo c’è altro … non l’Altro , l’attenzione è posta per altro ma non per l’Altro . Paolo è perentorio , scrive ai Romani ( 7, 19 ) in prima persona , ma nome e per conto di tutta l’umanità : “ … infatti io non compio il bene che voglio , ma il male che non voglio …. “ . L’uomo tende al bene , si sente attratto , solo attratto al bene , poi però si volge verso la coinvolgente ,attraente e accattivante via della convenienza di altro , non dell’Altro che è unico , e che è il bene . La differenza ? E’ come dire , questo o quello ,il neutro , il generico ,l’indifferente …. a fronte …. del differente , del diverso , di ciò che è come me , ma che da me si distingue ,non per annientarmi ma per valorizzarmi ,elevarmi , per mettere in evidenza e far emergere le mie differenze e appianare le mie diffidenze … questo è l’Altro ,l’Altro da me , questo è il bene . L’uomo è fatto , è creato per consegnarsi nelle mani dell’Altro e non di altro . Se l’uomo si consegna nelle mani dell’Altro scopre se stesso la sua interiorità , e quanto sia in sé la tensione alla verità e alla libertà ; se diversamente si consegna nelle mani di altro , non penetra se stesso , esercita la marginalità , la superficialità , che lo rendono dipendente cioè schiavo , quindi non libero , esposto e in balia della menzogna …. la non verità . Gesù nel Tempio ,entra in ciò che doveva essere lo spazio divino , quella terra santa che Mosè calpesta a piedi nudi , non per camminarvi o attraversarla o peggio ancora per lasciarvi traccia , ma per aderirvi , per essere con essa un tutt’uno e ciò su invito dell’Altro non di altro . Se metto le radici nella terra santa , mi nutro di santità che è tensione a quel bene a cui aspiro e che respiro , che mi fa diverso cioè mi fa essere l’Altro . Se aspiro e respiro santità mi distinguo perché la parola santità significa separazione dunque se mi separo , mi metto in rilievo , sono conoscibile , riconoscibile , perché non sono più nel o del gruppo , ma distinto da esso , sono l’Altro , il definito , il certo , l’essere …. non altro ,l’indefinito , l’incerto , il forse , il provvisorio , il nulla . Gesù nel Tempio non trova più lo spazio divino , ma altro , e incontra l’uomo che si affida ad altro , che attinge ad altro ,che rifiuta la santità e la sacralità di quella terra …. i suoi piedi sono ricoperti da calzari e calpestano la terra ,e perché non nudi , non vi aderiscono e la santità non può attecchire . Nel Tempio Gesù fa esperienza del distacco , della solitudine , del tradimento ancor più e ancor prima che nella Passione . Comprende come l’uomo consideri il Padre , l’Altro ….. come altro , constata come abbia perso la sua valenza , il suo valore , dunque la sua dignità , la sua paternità , la famigliarità . La reazione di Gesù è azione e Giovanni lascia intendere bene ciò che è altro ….. da ciò che è l’Altro . L’uomo è spinto e posto da Gesù fuori dal Tempio , fuori dal sacro recinto , ma non è escluso , è allontanato momentaneamente quel tanto che basta perché possa poi riavvicinarsi per essere nuovamente incluso , cioè portato , riportato dentro al recinto , nelle viscere di Dio , nel suo essere , nel suo vivere , nella sua essenza , nella sua esistenza che è la divinità . Il resto , ciò che per definizione è altro , viene sparso , gettato a terra perché venga calpestato , perché non ha valore . Solo ciò che ha valore , l’Altro , l’uomo , viene preservato perché possa nuovamente essere o meglio ancora “ ri- essere “, rigenerato , proprio perché è stato generato . E’ storia , fratelli cristiani , l’uomo non ha concesso a Gesù la stessa possibilità , non lo ha allontanato per poi riavvicinarlo , ma lo ha escluso o meglio ancora annientato , e a riprova di ciò , nel Tempio , nello spazio sacro Gesù profetizza la sua eliminazione , invita alla sua distruzione ( per usare un linguaggio giovanneo ) alla sua esclusione dallo spazio … Gesù non deve più occupare lo spazio , perché c’è altro che lo occupa , perché quello spazio è destinato ad altro . Se dunque lo spazio sacro è per altro e non per l’Altro , ogni luogo , ogni singolo luogo , anche l’interiorità , la spiritualità , l’intimità ( che sono anch’essi spazi ) divengono preda , possesso di altro …. perdono la loro autonomia la loro libertà , si annullano , si annientano , sono come i semi che seminati tra i rovi ,crescendo vengono soffocati , gli è preclusa la possibilità di elevarsi verso la fonte che li fa vivere , li fa essere , dunque soccombono . Ciò che c’è nell’uomo , è dunque la volontà di sostituire l’Altro , con altro . Dio , il creatore conosce a fondo e perfettamente la sua creatura , è a conoscenza che l’uomo nega lo spazio sacro , la terra santa , che è interiorità , spiritualità , intimità , verità e libertà che altro non sono che la proposta dell’Altro . Dunque la proposta dell’Altro è l’essenziale ,il suo contrario , il marginale , ha la sua genesi in altro . L’uomo dunque può solo riscattarsi nell’Altro , non con altro . Questa riflessione fratelli cristiani, è un invito a scendere in se stessi , lasciando da parte altro , per darsi vicendevolmente alla ricerca nell’Altro , dell’Altro , cioè in Dio scopriamo noi stessi . Non sia questo , un segno per la Quaresima , ma l’essenziale del vivere la vita cristiana .