LIBERI DALLE CATENE
Dunque : “ …. la parola di Dio non è incatenata “ scrive Paolo nella seconda lettera al discepolo Timoteo e di conseguenza a noi nella seconda lettura di questa XXVIII domenica del Tempo Ordinario . La Parola di Dio non sono catene ma è il Cristo , che si è consegnato e si è lasciato inchiodare sulla croce , come recita il Messale Romano nella prima delle due preghiere Eucaristiche della Riconciliazione : “ Quando il tuo Figlio , il solo giusto , si è consegnato nelle nostre mani e si è lasciato inchiodare sulla croce …. “ la Parola dunque è persona che liberamente sceglie , che liberamente è quello che deve essere , nel caso del Cristo fedeltà al Padre sino all’estrema conseguenza , all’estremo sacrificio …. e non è solo la sua missione ma il suo modo di essere , la sua realizzazione personale , il coronamento della sua esistenza : “ Padre , se vuoi , allontana da me questo calice ! Però non la mia volontà , ma la tua sia fatta “ ( Lc. 22,42 ). Il Cristo ha fatto quanto doveva fare come abbiamo sentito proclamare domenica scorsa nel vangelo di Luca ( 17,10 ) : “ ….. Abbiamo fatto quanto dovevamo fare “ e questa è la sua , e dovrebbe essere anche la nostra , realizzazione . La Parola di Dio si è incarnata , è divenuta persona cioè , come Paolo scrive , corpo , anima e spirito : “ In principio era il Verbo , il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio …….. e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi , e noi vedemmo la sua gloria ….. pieno di grazia e verità “ (Gv.1,1.14). Se è libera da catene la Parola , se è come scrive Paolo , come proclama Paolo : “ …. la parola di Dio non è incatenata “ allora non è incatenante , tiene uniti , saldi , è punto fermo di appoggio ma non tiene prigionieri ….. è come la corda in montagna che tiene uniti , legati ….. ci si lega volontariamente per sicurezza , sicurezza reciproca , ma giunti al rifugio, alla sera , al termine dell’ascensione , ci si slega perché quel vincolo di sicurezza è altra cosa . C’è , rimane , ma diviene altra cosa , perchè il compagno di cordata lo si sceglie e ci si affida , chi guida è colui che maggiormente ha esperienza è colui che apre la via , ma che si fida di chi porta con sé , di cui ne ha la responsabilità , se ne fa carico ed entrambi pongono la loro vita nelle mani dell’altro , in un rapporto di libera scelta e reciproca , quindi proficua , fiducia . Il compagno di cordata, per un principio etico è fedele , resta fedele alle sue responsabilità , tiene in sicurezza colui che sta dietro di lui , legato a lui , che è alla sua sequela perché maggiormente responsabile e nel momento di pericolo , per analogia , è come scrive Paolo a Timoteo : “ ….. lui ( cioè Gesù , il capo cordata ) rimane fedele , perché non può rinnegare se stesso “ l’epica storia dell’ alpinismo è disseminata di episodi di questo genere , e affascina proprio per quel codice etico non scritto ma che emerge dalla coscienza umana e che determina l’uomo , e dell’uomo il divino . il prendersi cura dell’altro , il riporre nelle mani dell’ altro la nostra vita , la nostra esistenza , vivere cioè la fiducia , la fedeltà , la fede è segno della presenza di Dio in noi … della divinità …. della vita divina che ci è stata conferita . La fede dunque lega e slega , mai incatena , obbliga , reclude , imprigiona , rende schiavi . La fede è via alla verità e la verità ci farà liberi scrive Giovanni ( 8,31-32 ) : “ Se rimate fedeli alla mia parola sarete davvero miei discepoli ; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi “. Essere discepoli , cristiani è liberamente scegliere a chi legarsi , ma non incatenarsi , è un legame , legame di amore , legame sponsale , sacramentale e se è ciò non è prigionia , schiavitù . “ Io non vi chiamo più servi , perchè il servo non sa quello che fa il suo signore ; ma vi ho chiamato amici , perché vi ho fatto conoscere tutte le cose che ho udite dal Padre mio “ ( Gv.15,15 ) e dopo essere divenuti amici siamo stati voluti figli , amati come figli , attesi come figli e saremo glorificati come figli : “ Quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli e lo siamo realmente ! ...Carissimi , noi fin d’ora siamo figli di Dio …. “ (1 Gv. 1,1-2 ) . Ecco perché la Parola , il Cristo non è incatenata e incatenante , è però ancorata cioè punto saldo su cui sostare , appoggiarsi per poi sciogliersi , sciogliere gli ormeggi per prendere il largo . Punto di appoggio , ancora , punto saldo fermo non per condizionare o immobilizzare ma per dare , concedere libertà . Si dice che alcune specie di uccelli migratori portino nel becco un ramoscello su cui poggiarsi nell’attraversare il mare , serve dunque per far sosta , riprendere fiato , forze , per poi concludere il loro viaggio ….. fratelli cristiani impariamo ad osservare quel mondo naturale che ci circonda , quel residuo del giardino , dell’Eden è anche attraverso l’osservazione di questo mondo che si può trovare il divino . Il divino non va e non è oltre all’essenziale … lo straordinario non è il divino , è l’ordinario il divino ….. la diversità è il divino non l’omologazione , la massificazione . Eppure siamo portati ad omologarci … una prova ? Nella notte nell’orto degli ulivi anziché vegliare tutti gli postoli dormono , e Gesù li redarguisce l’uomo non coglie l’attimo e quello figge , gli sfugge e persa l’occasione l’uomo comprende i suoi limiti e scopre le sue paure e le sue debolezze : “ … andò dai discepoli e li trovò addormentati ….. Perchè dormite ?” ( Lc. 22,35 -36 ) e questo per Dio significa essere uomini , uomini liberi dalle catene …… si digiunerà quando lo sposo sarà tolto ………