.... liberi ... siamo liberi ....
29.06.2019 14:33
Viene i brividi fratelli cristiani sentire rileggere l’esclamazione che Paolo scrisse 2000 anni or sono ai Galati : “ … Fratelli , Cristo ci ha liberati per la libertà ! … “ . Dunque siamo stati liberati , da Cristo , da Dio , per essere liberi , non in nome della libertà ma in nome di Dio per la libertà , per essere liberi , per vivere , per esistere da esseri liberi , per vivere da liberati essendo noi stati schiavi .
La libertà è legata allo Spirito e non al corpo secondo quanto indica , sempre nella seconda lettura dell’odierna XIII domenica del Tempo Ordinario , un Paolo ispirato : “ ….camminate secondo lo Spirito …. la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito … “ . Dunque anche in catene , anche prigionieri , imprigionati , rinchiusi nelle più anguste segrete , anche murati vivi , ma dotati di una attiva vita spirituale , cioè vita secondo lo Spirito , viviamo la libertà , viviamo di libertà , viviamo da uomini liberi .
Non sono i muri a negare la libertà , a limitare la libertà come vogliono oggi convincerci , come vogliono educarci . La libertà è dunque principalmente vita spirituale , vita interiore , interiorità ; al contario se vita secondo la carne , la vita che ci viene offerta , che ci è imposta non è più libertà …… ne facciamo esperienza ogni giorno e per tutta la vita , attraverso il lavoro ,gli obblighi e la quotidianità imposta .
Il trascinare questo corpo e le opere che da esso derivano sono un peso che non ci fa sentire liberi , che non ci fa essere liberi , che non ci rende liberi , al contrario , ci rende prigionieri . Non sono le opere a farci sentire liberi , a decretare la libertà ma l’opera .
E l’opera , l’opera di Dio è il credere , sono parole di Gesù che Giovanni riporta nel suo Vangelo (6,29 ) : “ … Questa è l’opera di Dio : credere in colui che egli ha mandato …. “ e la parola di Dio è certa e veritiera dunque libera .
Come cristiano , come discepolo , come battezzato sono libero dunque quando compio l’atto di credere , che è l’atto di fede , che è credere in ciò che spero , come si legge nella lettera agli Ebrei ( 11,1 ) : … La fede è fondamento delle cose che si sperano …. “ .
L’opera , la vera opera , l’opera gradita a Dio è dunque il credere , che è un atto , un’azione .
Un atto , un’azione che si esplica , che si materializza attraverso la lettura della Parola scritta che è l’inizio , è inizio della fede ( la lectio ) è ciò che dà inizio alla fede , al credere , alla vita secondo lo Spirito , alla vita spirituale . La Parola , la lettura della Parola è anche preghiera ( l’oratio ) perché Parola di Dio ripetuta , la sua Parola proclamata , urlata , diffusa , la sua Parola , la preghiera più gradita a Dio . Sulla lectio , sulla lettura della Parola si innessta la meditazione ( la meditatio ) il ripensare la parola , interiorizzarla ,e poi ripensarla ancora ( la ruminatio ) rimasticarla per poterla applicare alla nostra vita ( l’ actio ) , l’azione . Questa sequenza ripetuta porta, presto o tardi alla visione della Parola , alla contemplazione della Parola ( la contemplatio ) ,l’abbandonarsi alla visione , alla percezione dell’Eterno , dell’eternità .
Il credere, la fede è dunque un percorso liberamente proposto …. proporre non imporre , non impartire un comando ,un obbligo .
La Parola , parafrasando Paolo nella sua lettera agli Ebrei ( 11,1 ) è dunque la : “ … prova di quelle ( cose ) che non si vedono … “ . Se dunque credo a ciò che la Parola dice ( Parola che poi è Cristo , dunque Dio che parla , quindi presenza , persona ; ed è Parola e Cristo fin dal pricipio , cioè da sempre e per sempre secondo quanto afferma Giovanni nel prologo del suo Vangelo ( 1,1; 14 ) : “ … In principio era il Verbo , il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio …. “ e ancora “ ……. E il Verbo si fece carne …. “ . Dunque se credo , se compio l’atto di credere , compio l’opera di Dio , rendo presente , realizzo cioè , le cose che si sperano e di conseguenza le cose che non si vedono . Le cose invisibili divengono prova , cioè dimostrazione , testimonianza , esperienza , documento …. ciò che è visibile agli occhi , ai sensi , ciò che è tangibile , ciò che si tocca , ciò che si vive .
Gli occhi della fede rendono visibile l’invisibile, certo lo sperato , dimostrano l’esistenza di quel mondo che gli occhi , i sensi non colgono , quel mondo , quella realtà , quella verità , quella dimensione invisibile , non visibile e proprio per questo eterna , dell’Eterno , che appartiene all’Eterno ; dunque un mondo che si realizza già qui , ora , subito quel mondo che è eternità , che dimostra che la vita eterna essendo eterna è da sempre e per sempre , che la vita , la nostra vita , la nostra esistenza è divina , perché categoria della divinità è l’esistere da sempre ed esistere per sempre , appunto eternamente .
Vivere , esistere al di fuori di ciò significa porsi sulle spalle un giogo , quel giogo che Eliseo ( lo abbiamo ascoltato nella prima lettura ) brucia , segno della sua cessata schiavitù e della cessata schiavitù di quella parte di crezione con cui lui Eliseo è compromesso . Ricordiamoci fratelli cristiani , facciamo mente locale che l’uomo è parte della creazione, che l’uomo interviene sulla e nella creazione e ricordiamo che la creazione è stata anch’essa creata tanto quanto l’uomo e prima ancora dell’uomo e che come l’uomo anch’essa : “ …. nutre la speranza di essere lei pure liberata dalla schiavitù della corruzione , per entrare nella libertà della gloria dei figli di Dio … “ leggiamo nella lettera ai Romani ( 8,20-21 ) e non solo , ma la lettera canonica così prosegue : “ … essa non è sola , ma anche noi , che possediamo le primizie dello Spirito , gemiamo interiormente aspettando l’adozione a figli , la redenzione del nostro corpo … “ . ( 8,23 )
Anche Cristo , anche Dio pone sulle spalle dell’uomo un giogo , un peso , è scritto , è sua Parola , è Parola di Dio ( Mt.11,28-30 ) : “ … Venite a me , voi tutti , che siete affaticati e oppressi e io vi ristorerò . Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me , che sono mite e umile di cuore e troverete ristoro per le vostre anime . Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero … “ .
Il giogo di Dio , il carico che Dio pone sulle spalle dei sui figli , dei suoi discepoli , di coloro che vogliono , che scelgono di assumerlo non è quello che l’uomo pone sulle spalle di un suo simile e a notare ciò è Gesù stesso nel comportamento degli scribi e dei farisei , cioè in noi fratelli cristiani ( in noi non negli altri , non giochiamo a sottrarci , proprio come gli scribi e i farisei , al giudizio ) e se Gesù lo nota , Matteo lo denuncia riportando , nel suo Vangelo ( 23, 4 ) , ciò che Gesù , il Cristo , Dio constata: “ …. Legano infatti pesanti fardelli e li impongono sulle spalle della gente , ma loro non vogliono muoverli neppure con un dito …. “ .
Dunque fratelli ? Liberati , liberi per la libertà , lo abbiamo sentito proclamare : è Dio stesso che lo vuole !