... libertà non è partecipazione ...
28.11.2020 15:09
“ … Perché, Signore, ci lasci vagare lontano dalle tue vie e lasci indurire il nostro cuore , così che non ti tema? ….” domanda il profeta Isaia che di seguito auspica “ … Ritorna per amore dei tuoi servi , per amore delle tribù , tua eredità … “ è ciò che è stato solennemente proclamato dalla Liturgia della Parola nella prima lettura di questa I domenica del Tempo di Avvento.
Dunque perché il Signore permette che si vaghi lontano dalle sue vie e che il nostro cuore si indurisca tanto da non più portare , manifestare quel rispetto per Dio sottolineato dal verbo temere?
Perché ? Perché Dio rispetta la libertà dell’uomo , della sua creatura , la nostra libertà .
L’uomo , noi fratelli cristiani ,vaghiamo proprio come scrive il profeta , poniamo una distanza tra noi e Dio perché avvertiamo la presenza di Dio , concedetemi il termine , come una palla al piede , percepiamo Dio come colui che frena , limita quando non impedisce le nostre azioni , i nostri pensieri , il nostro istinto . A proposito di ciò vi leggo un pensiero di S. Cipriano ( dal suo trattato Sulla Morte ) : “ … Siamo presi da paura e dolore al pensiero di dover comparire davanti al volto di Dio … Pretendiamo poi onori e premi da Dio dopo che lo incontriamo tanto di malavoglia ! … “ .
In buona sostanza la presenza di Dio , obbliga l’uomo a riflettere e a rendersi conto soprattutto dei propri limiti , delle proprie povertà , dei proipri doveri . L’uomo patisce la superiorità del Creatore perché da essa emerge la sua inferiorità , il suo lassismo , la sua infedeltà . L’uomo non possiede lo spessore di Dio può al massimo aspirare ad assumere l’identità di uno dei tanti dei dell’Olimpo , di quegli idoli che l’uomo stesso si fabbrica , all’apparenza solidi , ma nella sostanza l’idolo ha piedi di argilla che collassano sotto il proprio peso, perdendo equilibrio e stabilità .
Si legga e acquisisca e si faccia tesoro , di ciò che riporta il libro del profeta Daniele ( 2,24 e ss.) e sull’entità , della rovina a cui si va incontro con la perdità dell’equilibrio e della stabilità , ma soprattutto si impari la via d’uscita dalla rovina che è la stabilità , racchiusa in queste poche parole nel racconto di Daniele : “ … ma c’è un Dio nel cielo che svela i misteri … … “ ( Dn. 2,28 ) .
Dio dunque è stabilità , fermezza , equilibrio , virtù che permettono di fondare su ciò che è stabile , non su ciò che è provvisorio . Il Signore Gesù ( Mt. 7,24 ) insegna : “ …. chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia … “ e si legge nel libro del profeta Geremia ( 17,5 ) : “ … Maledetto l'uomo che confida nell'uomo,che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore … “ e ancora ( 17,7 ) : “ … Benedetto l'uomo che confida nel Signore e il Signore è sua fiducia … “ .
Si è stabili su fondazioni ben radicate . Costruire sulla roccia signica edificare su ciò che c’è da sempre e Dio è presente da sempre , è presente nella sua Parola : “ … il cielo e la terra passeranno , ma le mie parole non passeranno … “ ( Lc.21,33 ) insegna Gesù . Dio è eterno da sempre e per sempre , non è un fulmine a ciel sereno è il cielo stesso e nel cielo stesso .
La libertà è condizione , stato , diritto , indipendenza , facoltà , arbitrio , autonomia di agire , intendendo e riconoscendo nell’agire l’azione che interessa e coinvolge l’intera persona ciò che la costituisce il suo aspetto integrale, la sua identità come insegna Paolo , corpo , anima, spirito e a queste componenti si aggiunga la vita divina , la vita di grazia ricevuta nel Sacramento del battesimo .
Sono libero dunque, la mia persona si realizza, assume un’identità , la mia identità , che mi fa essere eternamente ciò che sono ma ciò avviene quando la mia vita ha un senso e quando quel senso l’ho scelto , l’ho scelto io .
Libertà dunque come volontà e coscienza di ordine morale , sociale , politico , intellettuale , spirituale .
Spesso si sente dire e si è cantato che la libertà è partecipazione , ma , fratelli , è libertà anche scegliere di non partecipare che è un modo di partecipare a questo mondo in modo alternativo, diverso, altrimenti i consacrati che popolano i monasteri di clausura continuatori di qualla tradizione millenaria che ha avuto la sua origine dagli eremiti , laici e chierici che lasciarono il mondo nei primi secoli del primo millenio decidendo di ritirarsi per dare senso alla propria esistenza sarebbe stato vano . Erano nel mondo ,e sono nel mondo ma con la cosapevolezza di non essere del mondo , di non appartenere ad esso , come Gesù auspica .
Per raggiungere ciò , per scegliere , per dare senso alla propria vita è necessario vagare e nel vagare , nel nostro vagare si sperimentano il buio , la lontananza , l’assenza , il vuoto che è solitudine e silenzio esteriore e interiore . Tutto ciò scelto , accettato , vissuto ,sperimentato anche da coloro nei quali la Chiesa ha riconosciuto l’eroicità delle virtù elevandoli agli onori degli altari : i santi e i beati .
Fratelli crsitiani ,siamo chiamati a scegliere , e la capacità di scegliere, la libertà , diviene nostra identità che Sant’ Agostino ne Le Confessioni ( 1,1.5 ) riassume con queste parole: “ … ci hai fatti per te , e il nostro cuore non ha posa finchè non riposa in te … “ dunque secondo il santo dottore non si può fare a meno di scegliere , non si può fare a meno della libertà che sfocia nella pace interiore .
Dio rispetta la nostra libertà , che può essere anche il nostro non aderire a Lui . Dall’esercizio di essa dipendono le nostre scelte . Dio le attende , attende l’esercizio della nostra libertà , attende la nostra scelta che è una e non molteplice , la Libertà e non le libertà scelta unica e unidirezionale perché riprendendo Agostino siamo stati fatti per il Signore e il nostro cuore non ha pace se non riposa in esso ,se ad esso non tende . Il tormento , l’angoscia , lo smarrimento è dato dal quel vagare lontano da Dio , la pace inizia quando liberamente , per nostra scelta iniziamo l’avvicinamento , l’innamoramento , solo allora il nostro cuore si pacifica perché tendendo a ciò che ci attrae diamo senso alla nostra esistenza , alla nostra vita . Se la nostra esistenza ha un senso godiamo della pace frutto della nostra libera scelta.
Ha un costo la scelta , costa l’esercizio della libertà : “ … Mi hai sedotto, Signore, e io mi sono lasciato sedurre ; mi hai fatto forza e hai prevalso … “ (Ger.20,7) . Ha un costo la forza con cui Dio entra nella mia vita , penetra in me, perché l’atto, l’ingresso , l’invasione , la penetrazione , il prevalere è forza che supera la mia resistenza , le mie forze . A Dio si può rispondere solamente con l’accoglienza , la disponibilità , così si ama , così ci si consegna all’altro , così si genera .
Scegliendo , esercitando la libertà si scaricano , ci si libera di pesi che non ci appartanengono .Si prega infatti con il Salmo 54 : “ … Getta sul Signore il tuo affanno ed egli ti darà sostegno,mai permetterà che il giusto vacilli …” dunque esercitare la libertà forma giusti e Pietro , l’apostolo Pietro, in riferimento a questo Salmo nella sua prima lettera (5,6-7) afferma : “ … Umiliatevi dunque sotto la potente mano di Dio, perché vi esalti al tempo opportuno, gettando in lui ogni vostra preoccupazione, perché egli ha cura di voi … “ .
La libertrà è un dono , una grazia di Dio , una medicina , è ciò che ci fa star bene , che ci pacifica se la si usa correttamente . Il valore del suo peso , perché essa ha un peso , eccome ce l’ha lo sappiamo , è misurato da queste parole di Gesù ( Mt. 11,30 ) “ …. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero … “ .
In che modo ci si dispone a scegliere ? Come si esercita la libertà ? Attraverso l’ascolto ( Dt.6,4 ) : “ … Ascolta, Israele … “ l’ascolto presuppone il silenzio , il fare silenzio e il silenzio è frutto della veglia , a cui siamo invitati dal odierno Vangelo: “ … fate attenzione vegliate … “ .
Voglio concludere questa mia lunga riflessione con un’estratto dell’omelia che il papa Benedetto XVI tenne nell’ottobre del 2011 durante la visita alla comunità certosina di Serra S.Bruno , in occasione della memoria del santo fondatore dell’Ordine Bruno di Colonia.
“ … Abbandonare le realtà fuggevoli e cercare di afferrare l’eterno …. “ scriveva l’allora Pontefice “ … il forte desiderio di entrare in unione di vita con Dio , abbandonando tutto il resto, tutto ciò che impedisce questa comunione e lasciandosi afferrare dall’immenso amore di Dio per vivere solo questo amore …. Il progresso tecnico, segnatamente nel campo dei trasporti e delle comunicazioni, ha reso la vita dell’uomo più confortevole, ma anche più concitata, a volte convulsa. Le città sono quasi sempre rumorose: raramente in esse c’è silenzio, perché un rumore di fondo rimane sempre, in alcune zone anche di notte. Negli ultimi decenni, poi, lo sviluppo dei media ha diffuso e amplificato un fenomeno che già si profilava negli anni Sessanta: la virtualità che rischia di dominare sulla realtà. Sempre più, anche senza accorgersene, le persone sono immerse in una dimensione virtuale, a causa di messaggi audiovisivi che accompagnano la loro vita da mattina a sera. I più giovani, che sono nati già in questa condizione, sembrano voler riempire di musica e di immagini ogni momento vuoto, quasi per paura di sentire, appunto, questo vuoto. Si tratta di una tendenza che è sempre esistita, specialmente tra i giovani e nei contesti urbani più sviluppati, ma oggi essa ha raggiunto un livello tale da far parlare di mutazione antropologica. Alcune persone non sono più capaci di rimanere a lungo in silenzio e in solitudine …… ritirandosi nel silenzio e nella solitudine, l’uomo, per così dire, si “espone” al reale nella sua nudità, si espone a quell’apparente “vuoto” cui accennavo prima, per sperimentare invece la Pienezza, la presenza di Dio, della Realtà più reale che ci sia, e che sta oltre la dimensione sensibile. E’ una presenza percepibile in ogni creatura: nell’aria che respiriamo, nella luce che vediamo e che ci scalda, nell’erba, nelle pietre… Dio, Creator omnium, attraversa ogni cosa, ma è oltre, e proprio per questo è il fondamento di tutto. ….. lasciando tutto, per così dire si “rischia”: ci si espone alla solitudine e al silenzio per non vivere di altro che dell’essenziale, e proprio nel vivere dell’essenziale si trova anche una profonda comunione con i fratelli, con ogni uomo … Questa vocazione, come ogni vocazione, trova risposta in un cammino, nella ricerca di tutta una vita … in questo consiste la bellezza di ogni vocazione nella Chiesa: dare tempo a Dio di operare con il suo Spirito e alla propria umanità di formarsi, di crescere secondo la misura della maturità di Cristo, in quel particolare stato di vita …. In Cristo c’è il tutto, la pienezza; noi abbiamo bisogno di tempo per fare nostra una delle dimensioni del suo mistero … “ .
Fratelli ,ci è stato dunque spiegato come , perché e cosa scegliere : esercitiamo dunque la nostra libertà ( Gv.8,31-32 ): “ … Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
Il Signora conceda ad ognuno di voi un proficuo Tempo di Avvento .