L'INDEFINIBILE DEFINITO

20.03.2015 08:55

Assorbiti dalla materialità del fare, dalle cose, dal tempo, dal rendere l’atto solo umano escludendo la sua parte divina, riducendolo a solo ciò che si vede, si ode, si tocca, si assapora, ad un luogo, ad uno spazio, profondo, largo, lungo e alto, ciò che è identificabile con qualcosa o qualcuno, là o lì, questo o quello voglio riportarvi cari amici di Chiesa controcorrente una meditazione di don Divo Barsotti: “dobbiamo veramente agire non “come sé” il tempo non fosse più, o non fosse più qui, mentre in realtà vi siamo, ma rendendoci conto veramente che l’essere qui non toglie nulla all’essere là, che il vivere oggi non toglie nulla al vivere allora. La contemporaneità nostra con Cristo, non è una contemporaneità nel senso di due che vivono nel medesimo tempo: si tratta di essere uno, si tratta più di unità che di contemporaneità. Unità di tutto il tempo con l’Atto divino, unità di tutta la creazione col Cristo, con Gesù. Non è che lui e non è che l’atto della sua Morte. Non è che lui e non è che l’atto della sua Resurrezione. Io vivo quest’atto, io entro in Cristo medesimo, io e lui non siamo che uno, non facciamo più che uno. Coincidenza del tempo con l’eternità, dell’atto dell’uomo con l’atto di Dio: coincidenza di ogni luogo nello spazio con l’hic et nunc (qui e ora) del mistero”. Il solo tendere a vivere a fondo l’Atto è immergersi nel mistero, nella ricerca di ciò che è indefinibile ma definito, perché Dio si è incarnato, il suo Spirito è in ognuno di noi, noi siamo dunque parte di una Unità sapientemente distribuita, possediamo Dio, il suo Spirito nella sua pienezza, nella sua essenza, di cui Barsotti scrive “io entro in Cristo medesimo”. Eppure corriamo a destra e a sinistra, riempendo di altro la nostra esistenza, viaggi, pellegrinaggi, buona tavola, denaro, cose, favori che occupano luoghi e spazi e non sono il Mistero.