... lo è ...?
28.02.2021 08:22
La prima lettura cha la Liturgia della Parola di questa II domenica del Tempo di Quaresima ci ha proposto è mutila , cioè mancante di alcune sue parti fondamentali .
Mi soffermo sul versetto 13 del capitolo 22 del libro della Genesi che poc’anzi è stato proclamato nel quale è stato letto : “ ... Allora Abramo alzò gli occhi e vide un ariete impigliato con le corna in un cespuglio . Abramo andò a prendere l'ariete e lo offrì in olocausto invece del figlio ... “ .
Per completezza il versetto citato avrebbe dovuto essere preceduto dalla lettura ( omessa ) dei versetti 7 e 8 nei quali si sarebbe potuto leggere : “ ... Isacco si rivolse al padre Abramo e disse: .... «Ecco qui il fuoco e la legna, ma dov'è l'agnello per l'olocausto?». Abramo rispose: «Dio stesso provvederà l'agnello per l'olocausto, figlio mio!».
Tra il vesetto proclamato e i due omessi, come si legge nel libro della Genesi , trascorsero tre giorni.
Le parti omesse fratelli , sono fondamentali per la nostra personale riflessione , per la nostra fede , per il nostro credo . Le parti volutamente omesse dalla Liturgia della Parola richiamano la nostra responsabilità . E’ lasciato alla nostra libertà , al nostro sentire , al nostro senso del dovere , alla nostra curiosità , al nostro sentimento ricercare e rileggere e approfondire alle fonti la Parola che si è ascoltata nell’assemblea , perché l’incontro , il dialogo , il rapporto con Dio continui , sia mantenuto vivo , presente , reale .
Dopo l’ascolto dunque dovremmo desiderare riascoltre , rileggere la Parola .
Fratelli cristiani , Abramo non dubita mai della Provvidenza di Dio , del Dio provvidente , questo è il messaggio che traspare , che emerge dal racconto biblico oggi proclamato .
Abramo non si preoccupa affatto della richiesta di Dio per quanto assurda possa sembrare a noi ma non a lui ; accetta nella fede la richiesta di Dio certo , sicuro che Dio avrebbe provveduto a suo tempo e a suo modo e, il suo sguardo è attento a scrutare l’orizzonte per scorgere la Provvidenza di Dio , il suo intervento , l’intervento di Dio nella sua storia, perché in quel luogo si consumò un fatto fondante della storia di Abramo e di conseguenza della nostra storia fratelli cristiani : Dio intervenne , come sempre interviene nella storia dell’uomo e a favore dell’uomo .
Non spera Abramo in un intervento divino , di Dio , è certo , sicuro dell’intervento di Dio , perché Abramo crede in Dio , ha fede in Dio : Dio è l’oggetto e il soggetto del suo credo .... e dovrebbe esserlo anche del nostro . Lo è ? E nel lasciare aperta la domanda , ve lo richiedo : lo è ?
Abramo crede all’opera di Dio che per bocca di Gesù ,di Dio stesso , è il credere in Dio : “ ... Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo fare per compiere le opere di Dio?». Gesù rispose: «Questa è l'opera di Dio: credere in colui che egli ha mandato» ...” ( Gv. 6,28-29 ). Questo insegna da sempre e per sempre insegna la Sacra Scrittura , la Parola di Dio , il Verbo di Dio , Dio stesso e questo percepisce e crede Abramo : l’olocausto è dunque il credere , la fede in Dio , nel Signore .
La stretta vicinanza di Abramo a Dio , il suo rapporto di profonda amicizia con Dio - dunque per pedagogia divina - Abramo giunse a pensare come Dio , ciò che non riuscì a Pietro benchè questi vivesse con Gesù , il Cristo ,il Figlio di Dio , Dio , prova ne sono le parole di rimprovero che Gesù indirizzò all’apostolo evidenziate nei Vangeli di Marco e Matteo : “ ... Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!»... “ ( Mt.16,23 ) ; ma ad Abramo Dio non riserva nessun rimprovero , anzi promette una discendenza , la continuità , la vita .
Abramo seppe fare suo il pensiero di Dio , dunque agì come Dio agiva , ossia rimanendo saldo , fedele alla promessa fatta e ricevuta da Dio , fedele all’impegno stabilito con Dio , dunque certo , sicuro che Dio non lo avrebbe impegnato oltre a quelle che erano le sue forze , le sue possibilità , le sue capacità .
Secoli dopo Paolo , l’apostolo Paolo, tradurrà ciò nelle sua prima lettera indirizzata ai cristiani della comunità di Corinto ( 10,13 ) : “ ... Dio è fedele e non permetterà che siate tentati oltre le vostre forze, ma con la tentazione vi darà anche la via d'uscita e la forza per sopportarla ... “ .
Abramo si pose alla sequela della Parola di Dio , visse con e per il Verbo di Dio , dunque può essere denominato antelitteram cristiano perché seguace della Parola, di Cristo indicato da Giovanni nel suo Prologo ( 1,1 ) come il Verbo , presente sin dall’inizio : “ ... In principio era il Verbo,il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio ... “ . Il Verbo , la Parola creatrice che fa essere ogni cosa come il libro della Genesi ( 1,3 ) afferma : “ ... Dio disse: «Sia la luce!». E la luce fu ... “ . Il Verbo , la Parola che fa essere , rende vivente ciò che dice , materializza ciò che sostiene .
Abramo è trasformato dalla fede , non ha più nulla di umano se non la vita biologica , di fatto egli vive la vita divina , della vita divina .
Nel Dio in cui crede , anch’egli è Dio perché : “ ... Dio ... “ come scrisse Paolo nella sua prima lettera ai Corinti (15,28 ) “ ... sia tutto in tutti ... “ . In Abramo c’è Dio , in esso , in Abramo , Dio vi abita , ha preso dimora , così Abramo in Dio ; Abramo è chiamato a vivere nel seno di Dio , della Trinità che aveva già incontrato alle Querce di Mamre : “ ... Poi il Signore apparve a lui alle Querce di Mamre, mentre egli sedeva all'ingresso della tenda nell'ora più calda del giorno. Egli alzò gli occhi e vide che tre uomini stavano in piedi presso di lui. Appena li vide, corse loro incontro dall'ingresso della tenda e si prostrò fino a terra, dicendo: «Mio signore, se ho trovato grazia ai tuoi occhi, non passar oltre senza fermarti dal tuo servo ... “ . ( Gen.18,1-3 ) . Ai tre uomini che stavano in piedi presso di lui Abramo si rivolge con “ ... Mio signore... “ cioè Dio , che è trino , Trinità .
La fede di Abramo dunque possiede la forza di spostare un monte , può ordinare ( certa di essere obbedita ) ad un gelso di trapiantarsi nel mare come afferma Gesù nei diversi passi dei Vangelo apocrifi .
La fede di Abramo conosce il peso della Parola nel passo in cui si afferma , per bocca di Gesù stesso , Parola e Verbo di Dio ( Mt.17,20 ) che : “ ... niente vi sarà impossibile ... “ perchè : “ ... nulla è impossibile a Dio ... “ (Lc.1,37) . La certezza di Abramo dunque è quella che alzando gli occhi avrebbe scorto l’olocausto , nel tempo e nel modo che Dio aveva stabilito .
Fratelli ma non recitiamo nella preghiera che Gesù ci ha insegnato , il Padre Nostro : “ ... sia fatta la tua volontà ... “ ? . La scelta del tempo e il modo di intervento sono propri di Dio non sono lasciati alle nostre facoltà , e ciò per nostro favore ; questo Abramo ha imparato nel suo rapporto con Dio , divenendo amico di Dio .
Insegnava alla sua comunità il sacerdote fiorentino Don Divo Barsotti : “ ... abbiamo una nostra vita o è il Cristo che vive in noi ? Abbiamo nostri sentimenti ... nostre idee ... nostri pensieri ? Vuol dire che non siamo cristiani ... ! Non più un pensiero nostro ... non più un nostro sentimento ... non più nostre idee ... non più un nostro programma ... non più una nostra vita ... è il Cristo che vive in noi ... “ .
E’ parafrasando l’apostolo Paolo nella sua lettera ai Galati ( 2,20 ) : “ ... non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me ... “ che don Barsotti , sviluppa le sue affermazioni per concluderle con queste parole che sono un rafforzativo al suo ragionamento : “ ... miei cari fratelli dovremmo prendere sul serio il cristianesimo , non si tratta di essere buoni , ci sono troppi buoni in questo mondo .... non si tratta di esercitare le virtù ... non si tratta nemmeno di amare come intendiamo noi , amare vuol dire morire , morire a noi stessi per essere veramente posseduti da Lui , il vero amore è proprio il dono si sé , il dono di sé perché l’altro ci possegga ...” .
Fratelli cristiani è questa l’esperienza di Abramo e questa dovrebbe essere anche la nostra esperienza che dovrebbe scaturire dalla Parola , dall’incontro , dallo stretto contatto con il Cristo , che è in noi .
Non desta preoccupazione ad Abramo la richiesta che Dio avanza , infatti il patriarca per tre giorni tace , cade il silenzio dopo la richiesta di Dio , dopo l’impegno richiesto . Abramo entra nel tempo dell’attesa , vive il tempo dell’ attesa , dell’evento , dell’avvenimento : il tempo della Risurrezione , della nuova vita offerta e meritata per mezzo della fede .
Latto di fede di Abramo materializzerà l’olocausto , ciò che deve essere materialmente offerto , ciò che è gradito , l’oggetto del sacrificio , il sacrificato , il sacrificabile che definisce il sacrificio . La fede di Abrano ha fatto sì che l’olocausto non fosse più l’uomo , non fossi più io , ma Dio stesso , il Figlio ... infatti nel sacrificio eucaristico il sacerdote offre a Dio l’unico sacrificio a Dio gradito : il Figlio e nel Figlio noi tutti siamo offerti al Padre : “ ... perché diventiamo in Cristo, un solo corpo e un solo spirito ... Egli faccia di noi un sacrificio perenne a te gradito ... “ si recita nella terza preghiera Eucaristica de Messale Romano .
A Dio giunge gradita la disponibilità di Abramo, questo dunque è il sacrificio gradito a Dio .
Dio non grava Abramo dell’atto di sacrificare , di Abramo si compiace e accetta la sua umile disponibilità , la pronta disponibilità a sacrificare .
Il sacrificio gradito è mettersi totalmente nelle mani dell’altro , abbandonarsi all’altro, consegnare all’altro tutta la nostra persona , corpo , anima e spirito e per Abramo altro , oltre ovvero il privarsi di ciò a cui più tiene : Isacco , il suo unico figlio come Dio si è privato del suo Figlio , l’unico suo Figlio , l’Unigenito il sacrificato ,che è perenne sacrificio .
Concludo con l’esortazione di Don Divo Barsotti : “ ... miei cari fratelli dovremmo prendere sul serio il cristianesimo ... “ .