L'ORGOGLIO DELL'ELEMOSINA!

13.01.2016 06:39

Leggo una riflessione di Don Divo Barsotti , fondatore della Comunità dei figli di Dio , il quale intelligentemente specula sulla nascita della Comunità . La riflessione ha ormai radici lontane , siamo nell’aprile dell’ anno 1955 , precisamente il giorno 7, il concilio Vaticano II non era neppure in cantiere , e Giovanni XXIII era ancora il Patriarca di Venezia e di nome faceva Angelo . Quel pretino , come direbbe Guareschi , mistico e precursore dell’età conciliare , come si detto sopra , specula sulla definizione di Comunità con una libertà che è propria dell’uomo di fede , dell’uomo che parla di Dio perché parla con Dio , come è stato detto di S. Domenico fondatore dell’Ordine dei Predicatori . Vi trascrivo parte della riflessione del sacerdote pisano , cari amici di Chiesa Controcorrente , perché possa essere riletta ,ripresa e meditata , ma la scrivo soprattutto per gli operatori Caritas , perchè spesso , molto spesso  il loro fare è un fare per fare , un fare per sé che è un gesto magari socialmente valido ma intriso di egocentrismo dunque non è un  gesto cristiano , così non si manifesta il Signore . Don Ferraris , vicario generale , (  guardando a quello  che c’è oggi , beh … un’altra cosa .. una cosa diversissima … neppure accostabile ) lascia al santo popolo di Dio questa sua affermazione : “ Se possiederete la carità manifesterete il Signore “ , questa frase , era stata incisa sulla sua lastra tombale nel cimitero di Chiavazza.

Commentando l’amore “ comandato da Cristo dopo l’ultima cena “ Barsotti afferma che : “ è amore scambievole , quello che gli uomini devono portarsi gli uni agli altri , e non gli uomini in genere ma i suoi discepoli : un amore onde gli uni debbono amare gli altri come Gesù ha amato , di un amore totale , di un amore che è dono pieno e intero di sé , di un amore che importa anche il ricevere pienamente il dono dell’altro , di un amore che crea la Comunità , l’unità dei credenti , l’unità dei fedeli , dei discepoli “ e continua affermando che : “ Un amore universale è un amore donato , offerto , ma non ha necessariamente una risposta. L’amore che invece è comandato da Cristo dopo l’ultima cena , è l’amore che esige la risposta , l’amore vicendevole – Amatevi l’un l’altro - . E’ l’amore che crea la Comunità , che dimostra anzi , l’unità di tutti in Lui “ .  Quanto sopra trascritto è  premessa alla definizione di Comunità che don Barsotti conia con queste parole : “ Comunità : omnia mea tua sunt et tua mea sunt . Non vi è più né tuo né mio : ognuno è impegnato a donarsi totalmente e non soltanto a donarsi , ma a ricevere anche il dono dell’altro . Non è vera carità quella che è soltanto dono . Ci manteniamo sempre in una condizione di privilegio , in fondo donandoci soltanto . Dare e ricevere : dobbiamo sentire questo . Non vivremmo la Comunità se noi sentissimo soltanto di dover donare ad un’altra figliola perché è più semplice , più povera di noi . Anche questa figliola ha molto da donarci e noi dobbiamo ricevere il suo dono , sentire il bisogno del suo dono ed accettarlo …….. credo che sia questo veramente il nuovo comandamento di Cristo e che la Comunità esiga l’esercizio precisamente di questo amore vicendevole , che importa una compenetrazione dell’uno nell’altro quasi una – circuminsessione – fra noi una pericoresis . Quello che è proprio delle Persone divine deve essere proprio anche delle persone umane nel mistero di quell’unità che è il Cristo totale “ .

Alla luce di quanto si è letto , i progetti di raccolta cibo e vestiario , il pagamento delle bollette , i voucher per lavare i vetri , la preparazione di un anonima busta colma di ogni genere di conforto non è carità , il progetto Fra Galdino , non è carità , non è cristianesimo non è un atto di una Comunità Cristiana , è un atto socialmente valido , diciamo elemosina , dunque un atto a perdere che non produce comunione perché non c’è scambio , non si è alla pari , chi dà è in una posizione di privilegio , chi riceve è in una posizione di svantaggio . L’anonimato mantiene queste posizioni , da una parte la sicurezza di chi dà e dall’altra la vergogna di chi riceve . In questi casi si dà per ricevere da sé stessi , ma non dall’altro ; consolazioni e compensazioni ….. stupidaggini del polemico don Andrea ? Può darsi , cari delatori ed è per questo che  vi ho trascritto e continuo nella trascrizione del pensiero , di un uomo che è stato definito uno dei grandi mistici del secolo scorso : “ In fondo , c’è l’orgoglio nel voler soltanto amare e donare , nel soltanto far noi : dobbiamo sentire anche il bisogno degli altri . Non soltanto il bisogno di darsi , ma anche il bisogno di ricevere . Vi potrà sembrare che io non possa ricevere nulla : io debbo invece ricevere tutto da voi , come tutto voi dovete ricevere da me . Allora nasce la Comunità : quando il dono è veramente reciproco “ . Non credo vi sia altro da aggiungere , commentare ulteriormente sarebbe come la disfida di Barletta ricordate : “ Maramaldo tu uccidi un uomo morto “ , devo però , da uomo di Chiesa , consigliare ( non impongo come gli arrogantelli abatini che sguazzano e starnazzano nella stessa aia ) e il consiglio consiste : fare magari meno , ma fare bene …… perché così non si sta facendo bene , si fa tanto buonismo che è la cosa più a buon mercato che vi sia , accontenta  tutti ( ma meglio sarebbe ammettere che scontenta tutti ) e  non impegna nessuno ….. perché l’impegno cristiano è ben altra cosa …… carità è comunità , comunione , comunanza , sopratutti dei beni ….  e di tutti i beni !