L'UOMO...RE DELL'UNIVERSO
E’ la solennità di Cristo Re, è la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo fratelli cristiani. Quest’affermazione “Nostro Signore Gesù Cristo, Re dell’universo” è sintetizzata e racchiusa in una sola frase, in quel periodo che chiude, che conclude la lettera di Paolo ai Corinti:” perché Dio sia tutto in tutti”. Dio è l’essere supremo, è l’ordinatore il coordinatore di tutta quanta la realtà, cioè di ciò che è di ciò che è, che esiste, ma anche di ciò che è stato, che era, che è esistito e di ciò che sarà, che deve ancora essere, per questo è l’essere supremo. Dio ricapitola in sé, passato, presente e futuro, rendendo questi tre momenti, legati al tempo e per noi distinti, in un solo momento, il presente, dunque annullando il tempo e affermando la Presenza, la continua Presenza. La Presenza è assenza di tempo, perché è continua, si è sempre presenti, sempre al presente, solo al presente, c’è sempre, dunque è per sempre e da sempre, è eternità: cioè assenza di tempo… Presenza per l’appunto. Se Dio ricapitola in sé il tempo, cioè è Presenza, eternità, è da sempre e per sempre… è tutto, cioè l’intero, la totalità, la pienezza: il Tutto. Non c’è altro, c’è l’Altro con la A maiuscola, Dio, poi ci sono io, voi, noi, c’è la creazione, ma non altro, altro da Dio non c’è. Se c’è l’Altro da me cioè Dio, affermo la diversità, dunque c’è anche un altro da me con la a minuscola, anch’esso con la sua diversità (personalità, dignità, corpo, anima, spirito, virtù e quanto ci volete mettere). Essere altro non è la possibilità di essere fuori dal tutto, infatti non riusciamo, non abbiamo la capacità di concepire, il tutto, figuriamoci se possiamo comprendere o concepire che ciò che definiamo con il termine altro possa essere qualcosa oltre Dio, alternativo a Dio. Dio attraverso la sua Parola, da millenni ci dice, ci spiega chi è, chi è lui, chi è Dio, e chi siamo noi, l’uomo, l’umanità. Paolo afferma che Dio è tutto in tutti, e Paolo non scrive di suo pugno, ma scrive perché ispirato da Dio, dal Tutto, dal Tutto in tutti, affinchè noi si possa comprendere chi siamo (identità), e quale sia la nostra posizione non solo in questo mondo, ma nell’universo che è l’insieme di tutto ciò che esiste, che è il tutto intero, l’insieme della materia distribuita nello spazio e nel tempo. Dunque Dio pone una spina nella carne di Paolo, (e lo stesso Paolo ce lo ricorda nella seconda lettera ai Corinti) e questa spina è la sua Parola, è Dio stesso che lo tormenta, perché il cristianesimo è l’eterno tormento, l’eterna domanda, l’eterna ricerca, l’eterna scoperta e riscoperta, l’eterna inquietudine. La Parola, la spina è trasferita in ognuno di noi, è impressa nel nostro corpo per piagarci, perché attraverso il dolore si cristallizzi, si fissi il monito della sua Presenza fisica in noi:” sia tutto in tutti”, è il tutto in me, è Dio in me, e ciò mi dice, afferma è prova che sono portato al cospetto dell’essere supremo, del Tutto, e se per lui non c’è più il tempo, così è anche per me, perché sono in lui, e perché sono in lui anch’io posso contemplare il tutto perché in lui e per lui, ho assunto la dignità di figlio, perché figlio del tutto che è Padre, se Dio è il tutto, ed io parte del tutto, sono in lui contenuto perché lui è in me ed io sono in lui. La sua Parola mi dice che sono stato creato nel giardino, che sono stato posto lì, io uomo, primo uomo Adam (umanità), ho scelto e dato il nome a ciò che era nel giardino, prima di me, a me Dio lo ha chiesto perchè quel tutto, la creazione, parte anch’essa del tutto creatore, e del tutto creato, fosse in me e negli altri da me, cioè in tutti. La sua Parola m’insegna che si è incarnato, è divenuto uomo, dio uomo, umanità, Adam, perché io per sua grazia, potessi divenire da creatura, figlio, come il suo Figlio, dunque che da una condizione subordinata, assumessi la condizione dominante: sono figlio, siamo figli del creatore, non marionette o pedine ma figli con la dignità di figli, cioè di coloro che partecipano e vivono della sostanza del Padre. Dio, nella frase ispirata a Paolo, “perché Dio sia tutto in tutti”, ci dice che è lui il centro, indiscutibilmente tutto ruota intorno a lui, questo è il teocentrismo, è lui il creatore, la Presenza, l’origine, che è da sempre e per sempre l’eterno, l’eterna Presenza, il Tutto che contiene tutto. Il Cristo è il centro che permette la ricapitolazione di tutto nel Tutto, prende tutto per trasmetterlo al Tutto, al Padre lui che è il Figlio, per purificare, pulire e consegnare l’umanità, che da creatura divine non solo persona me viene generata, divenendo quindi di diritto parte della sua generazione, della generazione di Dio attraverso l’adozione a figli, come ci ricorda s Paolo; Cristo è dunque il centro e la sua posizione è il cristocentrismo. Infine l’uomo, l’umanità per cui tutto ciò è stato fatto e voluto, e forzando e sbilanciandomi forse sino all’eresia (si fa per dire) ma per amore, per ammirazione per l’umanità, per la mia e la vostra umanità, e l’ammirazione e la devozione a Dio, possa dire che per Dio l’uomo è la cosa più importante, (fatta a sua immagine e somiglianza, e nel cui genera ha voluto incarnarsi). Da semplice creatura, l’uomo viene raccolto per amore, solo per amore, accolto ed elevato al rango regale per grazia, per gratuità. L’uomo è dunque al centro del progetto di Dio, la sua posizione è posizione è classificata antropocentrismo. L’uomo è così posto da Dio al centro del progetto e per suo volere, per grazia e per mezzo di Cristo, l’uomo vive della vita divina cioè predestinato alla vita eterna, cioè per lui, per l’uomo l’annullamento, la morte è sconfitta, e il suo nome è scritto nei cieli…eternamente! Chi è dunque fratelli cristiani il Re dell’Universo?
Omelia per la solennità di Cristo Re dell’universo