l'uomo trinitario ? corpo , anima e spirito
26.05.2018 22:13
“ …. Essi però dubitarono … “ , è ciò che abbiamo sentito raccontare da Matteo , durante la proclamazione del suo Vangelo in questa celebrazione della solennità della Santissima Trinità . “ ….. gli undici discepoli andarono in Galilea sul monte che Gesù aveva loro indicato . ….. Lo videro , si prostrarono …. “ annota Matteo “ …. però dubitarono …. “ . Ma è proprio vero che negli undici , in coloro cioè che erano stati scelti direttamente da Gesù subentra uno stato di incertezza , l’incapacità di scegliere che conduce alla confusione ? Forse troppe cose erano a loro accadute in un breve lasso di tempo , tante e tali cose da essere incapaci , da parte degli undici di elaborarle ?
Non è , il loro , un dubbio metodico , cartesiano , scettico cioè , ciò che esclude che si possa giungere alla conoscenza del vero , della verità , e non è neanche indifferenza . E’ forse quello stato in cui lo spirito resta indeciso tra una affermazione e una negazione , le quali appaiono egualmente possibili ?
E’ questa , una situazione che non permette una scelta ? No anzi …. la richiama con forza …. Ciò stimola alla scelta , dunque all’elaborazione . La cima di quel monte , per gli undici è la cima , l’apice della loro capacità , della loro interiorità , del loro essersi spinti e del loro lasciarsi condurre in alto : “ … Mi hai sedotto Signore e io mi sono lasciato sedurre …. “ e non solo , ma anche : “ …. mi hai fatto forza e hai prevalso … “ leggiamo nel libro del Profeta Geremia ( 20,7 ) . Quel punto , la cima , la vetta , è il punto in cui i discepoli comprendono , percepiscono di essere presenti a se stessi , sono di fronte alla loro interiorità , nel loro intimo , staccati , lontano dal mondo …. nel mondo ma non del mondo ….. parole di Gesù trascritte da Giovanni . Mai come in quel momento …… sottolineato dalla posizione geografica , topografica cioè in cima al monte , in alto ….. su …. in vetta , appunto sul monte …. in contatto con il cielo ( non essendoci più terra , essendo dunque oltre la terra , al limite della terra ) gli undici sono al massimo di loro stessi , in una condizione che è l’oltre a se stessi , il fuori da sé … condizione , anomala , inusuale , testimoniata dal fatto che non si reggono in piedi , infatti sono prostrati ,scrive Matteo ( sua è la cronaca ) cioè distesi con la faccia a terra e il corpo ben aderente alla cima , alla vetta , al limite di loro stessi , del loro essere , del loro ambiente , del loro mondo , del mondano . La situazione che vivono è fortemente una altra dimensione , vivono la realtà dell’eternità , dell’eterno , del mondo salvato , non più del mondano da cui provengono , in cui sono radicati , ma di cui percepiscono lo strappo violento da quel radicamento come scrive Geremia : “ …. mi hai fatto forza e hai prevalso … “ . Colgono la realtà del mondo salvato , colgono la verità , nella sua totalità , la vedono davanti a loro materializzata, persona , non ideologia e ne sono schiacciati , schiacciati dal peso della verità che schiaccia a terra , perché la verità incrocia e penetra lo sguardo . Sono schiacciati a terra con la faccia nella polvere perché la verità è ambita ma pesante da portare , da presentare al mondano perché parte costituente il mondo , il mondo salvato . La verità che è dunque un peso , spinge al dubbio , e nel mondo salvato stimola all’elaborazione , perché all’elaborazione è conseguente la scelta e la scelta è definirsi , è identificarsi , dire e proclamare la propria identità : dire chi sono . La verità identifica , si che , a ragione e per la proprietà transitiva possiamo concludere che il dubbio identifica , è dunque elitario , cioè non è da tutti come non lo è la verità , ed è una fase , un passaggio e potremmo affermare un passaggio obbligato , dal dubbio … alla scelta . Non ci sono compromessi alla verità , c’è solo adesione o rifiuto , dice Gesù “ …. chi non è contro di noi è per noi …. “ sono parole di Gesù che Marco annota , ( 9,40 ) e ancora Gesù “ …. Sia invece il vostro parlare sì,sì ; no,no ….. “ riporta Matteo . ( 5,37 )
Il dubitare è dunque , di conseguenza , apertura al vero , è metodo al vero , è desiderio e tensione alla verità e , il dubitare , che Matteo annota, è accompagnato da un atteggiamento di umiltà che è, su indicazione , raggiungere il posto indicato …. è fatica ,cioè salire il monte per osservare , per vedere come annota Matteo con quel “ lo videro “ ….. e, attraverso la prostrazione , è il totale abbandono di se stessi. Il dubbio è dunque canale privilegiato di ingresso al profondo , all’intimo ….. è via , metodo , possibilità alla certezza , al vero , alla verità . Il dubbio è prostrazione cioè atteggiamento , posizione , attesa , elaborazione e verifica dunque , come sua conseguenza , soluzione , scelta , realizzazione . Il dubbio è dunque sempre mezzo mai fine …. fine , il fine , la scelta, è la verità …… Cristo . Nella prostrazione con la faccia schiacciata a terra , sprofondata nella terra, i discepoli , noi fratelli cristiani osserviamo ciò di cui siamo fatti …. polvere , sì polvere , ma impastata e modellata dalle sapienti mani dell’artista ….. e quel rivolgere lo sguardo a Cristo , dei discepoli ,di noi fratelli cristiani è il guardare , osservare e comprendere la divinità in cui siamo innestati perché , come si legge nel libro della Genesi , fatti ad immagine e somiglianza di Dio o meglio come letteralmente il libro della Genesi riporta “ …. e Dio disse : << facciamo l’uomo a nostra immagine , a nostra somiglianza …. >> “ ( 1,26 ) ecco Dio , divina unità plurale , sostanza eterna che crea , genera e anima , il sempre essere e il sempre esistere perché essenza ed esistenza . Ecco la Trinità mani che modellano , soffio che fa essere , amore che unisce ed ecco l’uomo , l’uomo trinitario corpo , anima e spirito .