MAI GIOCARE AL RIBASSO
“ Un uomo scendeva da Gerico …. “ così inizia la parabola che Gesù racconta al dottore della Legge che voleva metterlo alla prova , e quando si inizia a leggere o si ascoltano queste righe , si evoca e si materializza davanti a noi quella figura che un omiletica pressante e scontata da anni propone , arrivando addirittura a raffigurare il Cristo che si carica sulle spalle quell’uomo che “ …. cadde nelle mani dei briganti … “ . Entriamo anche noi in quel racconto per cercare di andare oltre quell’immagine assegnata e scontata per cercare qualcosa di nuovo ,qualcosa che si cela tra quelle righe e che vuole essere scoperto , svelato . La classe che esce con le ossa rotte da questo racconto , è la classe sacerdotale rappresentata appunto in prima istanza dal sacerdote e poi dal levita , colui che apparteneva alla tribù di Levi ( fratello di Mosè ) che fin dai tempi dell’uscita dall’Egitto aveva , nel popolo di Dio , mansioni relative al culto . Quella classe allora come oggi , ha nel suo interno uomini , ministri di Dio di cui Gesù dirà in Mt. 23 : “…… non fate secondo le loro opere perché dicono e non fanno …. infatti ,legano dei pesanti fardelli e li mettono sulle spalle della gente ; ma loro non li vogliono muovere neppure con un dito . Tutte le loro opere le fanno per essere osservati dagli uomini …... amano i primi posti nei conviti , i primi seggi nelle sinagoghe i saluti nelle piazze ed essere chiamati dalla gente Rabbì …. “ e ancora rivolgendosi a loro Gesù dice : “ Stolti e ciechi ! Che cosa è più grande : l’oro o il tempio che santifica l’oro ? “ La classe sacerdotale e le classi che ne dividono il potere ( scribi e farisei ) in questo racconto , per bocca stessa di Gesù, sono persino ridicolizzate nella loro natura …. passarono oltre , dando l’idea di avere scavalcato il malcapitato . Nel racconto centrale invece primeggia la figura del Samaritano , di fatto appartenete ad una corrente scismatica del popolo ebraico e non per questo giudicata dal Signore ; costui , diversamente dagli altri due si ferma sul malcapitato e lo soccorre , ne ha cura , se ne fa carico . Questo in sé il racconto . Ora il samaritano scrive Luca , imbattendosi nel malcapitato , “ …. ne ebbe compassione … “ e l’etimologia della parola ci rende edotti del suo significato cioè “ patire con “ . Il samaritano dunque fa suo quel dolore , secondo la sua condizione , comprende la situazione e si comporta secondo le indicazioni della sua coscienza , lo soccorre , compie un gesto che potremmo definire umano , filantropico , un gesto di amore nei confronti di un essere umano , così recita il vocabolario della lingua italiana alla parola filantropia . Quell’uomo ,quel samaritano , dunque compie un gesto nobile , che lo eleva dal punto di vista morale , etico , ma nel racconto lucano Gesù fa definire a quel dottore della Legge , cioè a quello scriba o a quel fariseo , come il credente deve porsi davanti a Dio e agli uomini , se credente : “ Amerai il Signore tuo Dio , con tutto il tuo cuore con tutta la tua anima , con tutta la tua forza e con tutta la tua mente , e il prossimo tuo come te stesso “ . Ora amare il prossimo è inteso come amore totalizzante , oblativo , un amore che coinvolge tutto me stesso … corpo , anima e spirito cioè l’unità dell’uomo come la definisce Paolo nella sua lettera alla comunità di Tessalonica , o se vogliamo ai santi della Chiesa che è in Tessalonica ( 1 Ts. 5,23 ) : “ Dio …… custodisca tutta la vostra persona , - spirito , anima e corpo - …. “ . Questo è lo sforzo richiesto all’uomo da parte di Dio , nei confronti del suo prossimo , è richiesto quell’amore che la creatura rivolge verso il creatore e a se stesso , un amore inteso biblicamente cioè amorfe inteso come conoscenza , l’amore sponsale e l’amore paterno , gli unici per l’uomo totalizzanti. Ora dobbiamo ammettere che il samaritano nel suo nobile e grande gesto non dimostra l’amore totalizzante che intende Gesù , e che da Dio è offerto all’uomo , all’umanità . Il samaritano , non ama con amore sponsale , né con amore paterno , e la prova è che consegna il malcapitato all’albergatore e a lui chiede , pagando , che ne abbia cura . L’amore paterno , quanto l’amore sponsale presuppongono la cura diretta , non certo la cura per delega . Paolo scrive alla comunità di Corinto che quando un membro del nostro corpo soffre , ne soffre tutta l’unità ( 1 Cor. 12 , 26 ) : “ Se un membro soffre , tutte le membra soffrono insieme , e se un membro è onorato tutte le membra gioiscono con lui “. Il Cristo dunque non è la figura del samaritano , il samaritano ama non della pienezza dell’amore , ama da uomo , parzialmente , l’amore totalizzante è quello che Gesù fa dire a quelle classi che sistematicamente non solo non amavano , ma non compativano neppure , ma sfruttavano la loro posizione in seno a quella società , il loro status a loro favore per bieco opportunismo . Gesù a quelle classi , le classi che detengono il potere , politico , religioso e culturale ( allora come ora ) dice almeno di imitare il samaritano ,cioè almeno di predisporsi a compatire che è una forma ridotta dell’amore totalizzante , ma che , per chi detiene il potere , è almeno un l’inizio di un cammino formativo e pedagogico verso l’attenzione all’altro , quel : “ Va’ e anche tu fa’ così “ detto da Gesù al rappresentante di una classe a sè , che Gesù ritiene staccata da ogni contesto politico , sociale , culturale e religioso e dal popolo stesso , è la raccomandazione di partire da qualcosa di concreto per arrivare a qualcosa di spirituale , perché quella classe dimostra di avere perso la parte più importante nell’uomo , la sua interiorità , la sua anima ed il suo spirito e di avere conservato per opportunismo solo il corpo ,cioè i sensi , è ciò che si legge nella seconda lettera ai Corinti di S. Paolo ( 4,18 ) : “ Le cose visibili sono di un momento , quelle invisibili sono eterne “ e Giovanni ( 6,63 )riporta queste parole di Gesù : “ E’ lo spirito che dà la vita , la carne non giova a nulla ….. “ . Attenzione dunque fratelli cristiani , se proprio lo desideriamo , identifichiamoci pure a ribasso nel samaritano come uomini in ricerca , ma non identifichiamo il Cristo , che nella nostra vita ci invita sempre ad elevarsi , mai a giocare a ribasso , è tale il suo amore e la sua stima per noi che condivide ogni momento della nostra quotidianità trasfigurandola cioè santificandola per noi , a nostro favore ….. lasciamo fare a Lui senza volerlo etichettare .