MAL ELEVE?

12.10.2015 09:06

Entro  di diritto ,perchè uomo e prete , nel merito delle nomine che monsignore ha fatto in questi giorni a cui il suo giornale ha dato ampio spazio e rilievo  .  Sono un montanaro , cocciuto , testardo e testone restio alla delega  o al pettegolezzo , pronto al confronto , allo scontro e alla polemica e all’ironia ciò che devo dire , ciò che ho nel gozzo lo devo sputare fuori , così sono stato educato , forse mal educato a sentire qualcuno che mi fa sapere che l’educazione è il tacere , ricordate l’ evangelico “ tacebat “ o il dantesco “ il più bel tacer non fu mai scritto “ , salvo poi constatare che sia Cristo che Dante nella loro vita poco, anzi pochissimo hanno taciuto . Cristo muore in croce perché parla e parla anche troppo , Dante per le sue idee , certamente non taciute , subisce e patisce  l’esilio .  Entrambi, lo dico agli uomini di cultura e di spirito che mi consigliano di tacere, questi non sono esempi da propormi  perché a dire il vero , invece di convincermi all’anestetizzazione del mio apparato vocale  , eccitano il mio apparato mentale  .

Monsignore , con la sua gerarchia ha nominato in questi giorni  il vicario per il clero e riconfermato il vicario alla pastorale ( spero di usare bene i titoli , non vorrei offendere o far mancare nulla ai due confratelli in carriera , ma meglio sarebbe dire in … corriera ) . Circa quello della pastorale , rinominato , dovrebbe fare  ( ma sicuramente l’ha già fatto ) una analisi circa il suo operato ,cioè chiedersi  se la pastorale in generale ( lui che è il generale della pastorale ) ha dato i risultati sperati o se ha dato dei risultati e se li ha dati quali ; quindi  divulgarli sul giornale di paparino che sotto sotto , dirige e censura  . Anche se,  da quest’anno sono il penultimo arrivato , per cui  devo tacere  , stare zitto , secondo il dettame da caserma che si respira nel presbiterio ( si respira proprio perché nessuno del presbiterio ha prestato il servizio militare ) io non credo di non avere ancora maturato il diritto di parlare malgrado monsignore mi ricordi il tacebat   .

Il ri-pastoralista mi ricorda Idi Amin Dada , il dittatore ugandese , che collezionava onorificenze di ogni genere da sfoggiare ad ogni occasione mondana , appuntandosele sul petto della sua divisa , ma di fatto o non gli appartenevano o le aveva fatte realizzare per celebrare se stesso . Uno che non riesce a riconoscere una persona da un pedone schierato su di una scacchiera ha poco del pastore ; uno che passa i natali nei mercatini altoatesini ha poco del pastore ; uno che è capace a soffiare ai suoi confratelli i contributi dell’8 per mille ha poco del pastore ; uno che non comprende le priorità e non riconosce il bisogno , la necessità e la povertà ha poco del pastore , non parliamo poi del seminario cittadino suo fiore all’occhiello , con il valzer degli ingressi , delle uscite , dei reingressi e delle riuscite oltre ad avere permesso l’ingresso a personaggi ( dimostrando elevate se non sublimi doti di discernimento ) che potremmo definire il loro modo di atteggiarsi pittoresco forse anche teatrale . Ma se la pastorale è l’attaccamento alla poltrona allora ha dimostrato grande ,anzi grandissima pastoralità , tanto che dall’ex dittatore ugandese  ha ereditato il medagliere infatti il nostro ha collezionato e colleziona tanti di quegli incarichi che per lui è stato stampato un apposito annuario diocesano perché il numero delle medaglie forgiate appositamente per lui ( nella fucina di via Vescovado 10 ) e con le quali ama , gode fregiarsi era esagerato e il peso del medagliere non gli avrebbe più permesso di alzarsi dalla poltrona ; dunque il massimo impegno ,le sue forze sono profuse  alla pastorale della poltrona aspettando , pregando , lavorando perché la poltrona diventi cattedra e la  costruenda cappella nell’oratorio divenuto scaltramente luogo di culto ( aggirando così la CEI , prendendo in giro il santo popolo di Dio e mettendo i piedi in testa ai confratelli con seri problemi ai loro luoghi di culto) si trasformi in cattedrale e tutto con la solenne benedizione di monsignore . Un po’ di ironia non fa mai male ……  ma seriamente consiglio a chi ricopre qualsiasi incarico in diocesi , la turnazione , per favorire gli altri e per evitare di montare in superbia , quella superbia che spesso anzi spessissimo si tramuta in arroganza . La turnazione volontaria è dettata dall’intelligenza , quella coatta dalla giustizia  . Quando manca , quando la turnazione è assente è perché è assente la logica , si entra cioè nell’ottica del vuoto mentale che penso sia una patologia .

Circa il nuovo vicario dei preti , che non conosco se non di vista , posso dire a monsignore , che sarebbe stato preferibile un altro sacerdote , che da anni per conto suo, volontariamente presta attenzione al clero anziano ,perché il clero biellese è formato per la maggior parte di preti anziani , non c’è stato e non c’è ricambio … frutto di una pastorale sbagliata ? .. ai posteri l’ardua sentenza …. poetava Manzoni  .   La cura e l’attenzione umana per il clero anziano è il carisma di un sacerdote in diocesi che ha il difetto  di dissentire  dall’operato di monsignore e del suo entourage , questo fa la differenza . I suoi carismi non sono dunque spendibili , non gli resta che l’angolo o l’essere posto , dalla maestra , dietro alla lavagna , inoltre non ha sul petto un medagliere da sfoggiare come il nuovo vicario  ( basta consultare l’annuario diocesano per constatare ed accorgersi che è ben evidenziata la linea dell’ascesa al potere ….. fosse così anche la linea degli investimenti ecclesiali in borsa ….  ) di cui , data la carenza del legale e tradizionale numero dei canonici c’è chi, tra i pettegoli che gli fanno quadrato , parla già di canonicato . Che dire ? … dire …..