MANA DOCET
Ho acquistato , ieri, un piccolo libro scritto da Gustavo Gutiérrez , domenicano peruviano , fondatore della Teologia della liberazione , dal titolo “ Perché Dio preferisce i poveri “ . Nelle primissime pagine l’autore cita due frasi di Papa Francesco tratte dalla Evangelii Gaudium . Il Papa premettendo che “ La Chiesa deve arrivare a tutti senza eccezioni “ di seguito afferma “ Quando uno legge il Vangelo incontra un orientamento molto chiaro : non tanto gli amici o i vicini ricchi bensì soprattutto i poveri e gli infermi , coloro che spesso sono disprezzati e dimenticati “ .
Poi ,verso notte prima di spegnere la luce e chiudere gli occhi , ho letto la prefazione di un libro scritto da un parroco della mia diocesi don Giovanni Zacchero dal titolo “ Sala ,Chiesa , Comune , Lavoro , Emigrazione “ ( Sala , cari amici di Chiesa Controcorrente è un piccolo paese in cui don Zaccheo oltre ad esservi nato ne è anche parroco ) . L’edizione di questo libro risale all’anno 1986 e la prefazione è stata curata da don Angelo Stefano Bessone storico locale e compaesano ( salese ) del parroco don Zaccheo. Nella prefazione don Bessone estrapola e propone al lettore una frase di un testo dal titolo “ Storia della fatica “ di un autore , tale Ricossa a me sconosciuto, ma non all’attento e arguto sacerdote : “… la storia della gente comune porta al riconoscimento dell’importanza della gente comune “. Credo che le due frasi , mettano in risalto l’importanza del popolo , della gente comune appunto , sempre dimenticata e spessissimo disprezzata come evidenzia Papa Francesco . Due episodi emblematici , che riflettono ed amplificano il messaggio delle due frasi .
Tempo fa , non ero ancora prete , nella chiesa cattedrale ho partecipato alla S. Messa celebrata secondo l’intenzione di un “ importante “ esponente politico . La S. Messa con inizio alle ore 18,15 , alle ore 18,25 non era ancora iniziata in quanto “ l’importante “ esponente politico era fortemente in ritardo . L’officiante designato, passeggiava su e giù per la navata , parato con camice , stola e casula , armeggiando con il telefonino e aspettando e imponendo quindi agli ignari fedeli riuniti per la funzione ….. la gente comune , i comodi dell’irrispettoso ritardatario . Giunto che fu , è sta accolto con salamelecchi e sorrisi dall’officiante che raggiante per l’onore di quella presenza raggiungeva l’altare maggiore per dare inizio alla funzione con ben 15 minuti di ritardo, mentre solitamente negli altri giorni della settimana celebrava l’eucarestia secondo le intenzioni della gente comune nell’orario stabilito ed in un altare laterale . Ecco spiegato cosa vuol dire essere gente comune e cosa vuol dire essere amici di chi conta : i ricchi , i potenti . D’altra parte l’ultima è di questi giorni : dopo due mesi , trascorsi tra malattia e convalescenza ( che l’hanno tenuto lontano dall’ attività pastorale parrocchiale ) , un confratello ha scelto di rientrare celebrando la S. Messa secondo le intenzioni di una famiglia in vista della parrocchia , non è rientrato per celebrare la S. Messa secondo le intenzione di una delle tante famiglie comuni della parrocchia , ma per una famiglia amica e ricca .
L’altro esempio viene da monsignore , il fatto che prediliga circondarsi di amici pensionati di medio - alto ceto sociale e che li stipendi pure , agevolandoli e privilegiandoli ; amici , ricchi e amici ricchi non gente comune , non giovani o meno giovani bisognosi di lavoro e di quello stipendio che è per loro dignità ( è questa una osservazione del Papa durante l’incontro con i lavoratori sardi ) . Monsignore preferisce agevolare e stipendiare chi non ne ha bisogno solo perché conta , è ricco ed è amico e soprattutto non è gente comune .
La gente comune , per questo principe, non ha nessuna importanza , né tanto meno le parole del Papa, tra l’altro pronunciate in una Enciclica dunque nell’atto di insegnare ,che è atto magisteriale , ma a Biella , nella diocesi di Biella si proclama il Vangelo secondo la parrocchia del duomo e si segue l’imperativo “ Mana docet “ , ma forse, a giudicare dalle affluenze e del seguito , tutto ciò è piuttosto fallimentare. La gente comune qui da noi , in diocesi , non ha storia , dunque non ha importanza , ed è spesso e volentieri disprezzata e dimenticata : Mana docet , dunque sono confutate le affermazioni di Papa Francesco nel suo Magistero e quelle ( del a me sconosciuto) Ricossa .