MEDITATE, GENTE MEDITATE

11.03.2015 08:58

La catechesi che il papa ha tenuto mercoledì scorso 4 marzo c.a. aveva come oggetto gli anziani, in essa sono risuonate frasi dure, ma quanto mai vere: “ le nostre società non si sono organizzate abbastanza per far loro posto con giusto rispetto e concreta considerazione per le loro fragilità e le loro dignità”, “gli anziani sono una ricchezza, non si possono ignorare”, e il santo padre ricorda le parole di Benedetto XVI suo predecessore: “ la qualità di una società, vorrei dire di una civiltà si giudica anche da come gli anziani sono trattati e dal posto loro riservato nel vivere comune”. Ancora papa Francesco afferma lapidario:” in una civiltà in cui non c’è posto per gli anziani o sono scartati perché creano problemi, questa società porta con sé il virus della morte”. Parla poi di cultura del profitto che fa apparire i vecchi come “zavorra”, che per questa cultura non solo non producono, ma sono soprattutto un onere: vanno dunque scartati. Poi giudica il santo padre, giudica e accusa:” è brutto vedere gli anziani scartati, è una brutta cosa, è peccato. C’è qualcosa di vile in questa assuefazione alla cultura dello scarto. Ma noi siamo abituati a scartare gente”. Ancora lapidario nel raccontare di un esperienza in Argentina; l’abbandono degli anziani è per il papa peccato mortale: “ questo si chiama peccato mortale, capito?”. E ricorda che la Chiesa ha sempre sostenuto una cultura di vicinanza agli anziani… La Chiesa non può e non vuole conformarsi ad una mentalità d’insofferenza e tanto meno d’indifferenza e di disprezzo nei confronti della vecchiaia. Dobbiamo risvegliare il senso collettivo della gratitudine, di apprezzamento, di ospitalità, che facciano sentire l’anziano parte viva della comunità”. Conclude il santo padre ricordando che:” l’anziano siamo noi, fra poco, fra molto, inevitabilmente, comunque anche se non ci pensiamo… una società senza prossimità, dove la gratitudine e l’affetto senza contropartita – anche fra estranei – vanno scomparendo, è una società perversa. La Chiesa fedele alla Parola di Dio non può tollerare queste degenerazioni… dove non c’è onore per gli anziani non c’è futuro per i giovani”. Ieri ho celebrato le esequie di un amico presso la casa di riposo Belletti Bona in Biella. In quella cappella ho visto, ho fatto esperienza della cultura di scarto di cui parla il santo padre, e non in sé per la struttura, ma perché quel lembo di terra, quella costruzione è affidata alla Chiesa, e per essa alla diocesi, è tempio, è casa di Dio. Se l’amministrazione che fa ciò che può in questi tempi difficili è impegnata a gestire altre problematiche, la diocesi potrebbe farsi carico di manutenere dignitosamente la casa del Padre (fare imbiancare i muri, sistemare l’illuminazione, l’impianto audio-fonico, di stuccare e lucidare i pavimenti di marmo, di sistemare dignitosamente la sacrestia, di fare dorare i vasi sacri, patena, calice, pisside), poi dare assistenza con un diacono permanente al sacerdote nella sua funzione di presidente dell’azione liturgica, per potere animare, organizzare una sobria e dignitosa liturgia che è fatta di gesti sicuri, attenti che danno e richiamano l’immagine del sacro, del divino. I testi sacri, lezionari e messale sono al limite della decenza distrutti, cadenti, letteralmente a pezzi, i lezionari sono poi della vecchia edizione, cioè non sono stati cambiati, la pianeta e la stola sgualcite, senza più forma, al limite del decoro. Le candele riposte sull’altare e il cero pasquale (che rappresenta il Cristo), in plastica sono sporchi e mal decorati. Ho letto in queste cose il segno dell’abbandono, e le parole che il papa ha rivolto alla società, alla civiltà, in fondo sono rivolte a questa chiesa locale e osservando in generale la partecipazione dei fedeli posso concordare con il santo padre, nella casa degli anziani, che dove non c’è onore per gli anziani, non c’è futuro per i giovani. In questo tempio, in questa casa di Dio, del Padre, oggi come 2000 anni fa Gesù avrebbe rovesciato i banchi e rivolgendosi a chi di dovere li avrebbe accusati di fare della sua casa un mercato, sì un mercato, perché alla fine della celebrazione nella casa del Padre sono stato avvicinato dai mercanti del tempio che riducono in tariffe il sacro. Anziani... In due mesi di degenza presso questa struttura mia mamma non ha mai ricevuto la visita del cappellano!