MI RITORNI IN MENTE...

24.03.2015 08:17

Mi ritorni in mente… Cantava Lucio Battisti, a me invece ritorna in mente ciò che il santo padre ha affermato all’Angelus qualche settimana fa in occasione degli attentati terroristici Lahore in Pakistan a due chiese cristiane. Vi trascrivo le esatte parole:” cari fratelli e sorelle, con dolore, con molto dolore ho appreso degli attentati terroristici di oggi contro due chiese nella città Lahore in Pakistan, che hanno provocato numerosi morti e feriti. Sono chiese cristiane. I cristiani sono perseguitati. I nostri fratelli versano il sangue soltanto perché sono cristiani. Mentre assicuro la mia preghiera per le vittime e per le loro famiglie, chiedo al Signore, imploro dal Signore, fonte di ogni bene, il dono della pace della concordia per quel paese. Che questa persecuzione contro i cristiani che il mondo cerca di nascondere, finisca e ci sia pace”. Queste parole mi hanno portato a riflettere. E deveno farci riflettere tutti. Il santo padre dice che le chiese che hanno subito l’attentato: “ sono chiese cristiane” e poi ancora “ i cristiani sono perseguitati”. Questo è il grido di allarme ad un mondo cristiano per nulla interessato all’accaduto. Se san Paolo invitava nella seconda lettera ai Corinzi, a quella comunità di essere parsimoniosa nella raccolta delle elemosine, per i santi di Gerusalemme in difficoltà, mi chiedo in quest’occasione se le chiese, soprattutto quelle occidentali si sono mosse per gli attentati. Siamo abituati all’indignazione delle associazioni cattoliche per i barconi che attraversano il canale di Sicilia, e per questi si mobilitano, ma per i fratelli cristiani, cioè i santi della chiesa in Lahore (come scriverebbe san Paolo), non hanno neppure sentito il dovere d’indire una comune preghiera, eppure il santo padre, lui che sa cosa significa chiesa in uscita, sa cosa significa periferia, lui gesuita sa cosa significa la persecuzione fisica, per la storia stessa del suo ordine che in America Latina l’ha subita e testimoniata, lui c’invita alla preghiera. Qui a Biella cosa si è fatto? Non si è neppure sentito il dovere di convocare in cattedrale una preghiera per la chiesa sorella che è in Lahore. In fondo meglio raccogliere pasta e latte, così ci si sente a posto con la coscienza; ha ragione il santo padre, il mondo, e direi il mondo cristiano, nasconde le persecuzioni dei cristiani, dei suoi stessi fratelli; in fondo accendere la caldaia per scaldare la cattedrale costa, e poi la gente non dev’essere disturbata per ciò che succede in Pakistan, ma deve essere “munta” per ciò che succede qui, dobbiamo fare, raccogliere, distribuire, chiaro che se chiediamo preghiere e presenze nessuno ne ha un tornaconto, noi siamo quelli che fanno qualcosa: il progetto fra Galdino, l’aiuto ai rifugiati mussulmani, mentre la preghiera per i fratelli cristiani d’oltre oceano può attendere… è tempo sprecato. La chiesa in uscita auspicata dal santo padre è il desiderio di uscire da una logica borghese, perbenista, autoreferenziale e piegata su se stessa, dunque piagata. La quaresima di fraternità, non esiste, è fumo, nostro dovere è l’impegno quotidiano nella preghiera per i cristiani perseguitati, il resto lascia il tempo che trova; qualunque sia la risposta cari amici di chiesa controcorrente questa gente non ce l’ha, è la riflessione di ieri, la risposta è nella Parola, rileggete l’attenzione che Paolo in tutte le sue lettere ha per le comunità cristiane, per i santi delle chiese, dunque non per tutti o per chiunque; qui c’è qualunque risposta, il resto come affermò Tommaso d’Acquino dei suoi scritti:” è solo paglia”.