FIGLI DI UN DIO MINORE
Nulla di peggio dei fratelli che non si amano e si sopportano: soprattutto quando il maggiore è così supponente, coì gretto, così meschino. Qual’ è mai il pericolo di una religione e di una chiesa quando è “occupata” da simili fratelli! Era il maggiore, fuori, nei campi, anche il giorno del ritorno del minore. Sempre nei campi. Un fratello solo legato agli interessi. Lui, “il maggiore”, l’altro “il minore”! L’avrà costui, qualche volta, sentito se non come un fratello, almeno come eguale? Avrà parlato mai parlato da pari a pari? O l’avrà il maggiore considerato sempre un estraneo e un concorrente? Peggio: uno sempre da correggere e da convertire!
Sì, fame di libertà è la vera ragione per cui se n’è andato il prodigo, ma anche bisogno di “liberazione” dall’incubo del maggiore: questo fratello “proprietario di Dio!” questo supponente: sempre troppo fedele, sempre troppo giusto, sempre troppo onesto, e insopportabile appunto. Perché per certi di noi, anzi per molti della nostra risma, non siamo noi a sbagliare, ma è Dio a sbagliare. Non ha dato a noi tutti i diritti di rappresentanza? Non siamo noi gli operai della prima ora, quelli che hanno portato tutto il peso della giornata e del caldo? E allora? “Questo tuo figlio”, dirà alla fine sempre il maggiore. Mentre il padre, nello sforzo di ricomporre l’unità infranta dirà: “Questo tuo fratello”.
Questi fratelli maggiori, zelanti e avari: imprenditori e trafficanti; coltivatori di interessi personali; uomini di grandi mezzi, intenti alla propria carriera; amanti del proprio benessere e dei molti privilegi: pronti a servirsi perfino della pazienza del padre per i loro calcoli; sapienti nell’usare la loro condizione per esigere di più. Sono i credenti dai conti sempre aperti, diligenti nel notare ogni servizio, in conto di sempre più avere. E di avere in proprio, con esclusione di tutti gli altri: gelosissimi se altri godono e facciano festa per un bene che essi non sono nemmeno in grado di comprendere. Sono cose che avvengono a tutti i livelli; ma che sono ancora più gravi quando accadono nel campo dello spirito, nell’ambito di una presunta fede, dentro un recinto sacro. Questi credenti così fedeli e gretti; così fortunati e stolti; così privilegiati e avari! Ma pure questa deve essere una figura che ci portiamo tutti dentro, come quella del prodigo, almeno alternativamente. TUROLDO
Fantastica , l’intuizione di Padre Turoldo sul fratello maggiore nel racconto lucano del figliol prodigo , letteralmente è fantastica : per il servita il fratello maggiore è “ così supponente , così gretto , così meschino” . Poi Turoldo si chiede : “ Qual’ è mai il pericolo di una religione e di una chiesa quando è – occupata – da simili fratelli ? E ,lo descrive come il “ fratello legato agli interessi perché sempre fuori nei campi , anche nel giorno del ritorno del fratello minore , suo fratello , e ancora Turoldo afferma la più grande delle verità sotto forma di esclamazione , unilaterale , a senso unico ,unica , lapidaria e precisamente che il fratello maggiore considera il minore nel peggiore dei modi : uno da correggere e da convertire . Mi viene in mente la correzione fraterna , una aberrazione usata ai tempi del seminario con la quale , come in caserma , i seminaristi più avanti negli anni di studio bacchettavano , correggevano “fraternamente” ,quelli degli anni inferiori con la benedizione dei superiori , una modalità appunto da caserma , per il ricordo di chi ha assolto il servizio militare . La correzione fraterna è data anche ai collaboratori laici , e di questo ne godono …….. l’onore concesso di riprendere gli altri , mentre loro possono essere ripresi solo dal prete “dal capo” , e quando va bene cercano di riprendere ( cercano ) , come nel mio caso , il prete dato in pasto dagli stessi preti ai laici , lasciato in loro balia , martire nell’arena, tra le beve feroci , ecco dove nasce l’idea del normale avvicendamento , dal fratello maggiore che finalmente può correggere , gli è conferito il potere di correggere, dal potere temporale al braccio secolare ; così hanno flagellato Gesù , poi correzione , chiama correzione , l’odore e la vista del sangue inebria , fa perdere il senno dunque ci si spinge oltre, sino in fondo alla correzione , la vendetta , la vita , la correzione chiede la vita , soffoca la vita . Turoldo si spinge ad augurare la “ liberazione “ dall’incubo del fratello maggiore . La correzione fraterna è un incubo , perché si vuole lasciarla divenire tale , volutamente la si lascia andare fuori controllo , si chiude un occhio a scapito del malcapitato , chi capita sotto , dal sottoscritto a tutti quei fedeli che si sono stancati , che sono stati forzatamente “ stancati ” in questi anni e che se ne sono andati , lasciando tutti i banchi delle chiese ai fratelli maggiori , perché li occupassero loro, finalmente tutti per loro , roba loro . Ora , oggi in tante parrocchie , prima fra tutte quella della cattedrale che ne è l’esempio , sono rimasti più fratelli maggiori che fedeli , che hanno finito di sbranare perché non è rimasto più nessuno da sbranare se non loro stessi , quindi si sbranano tra di loro , con il pettegolezzo , la maldicenza celata , sottovoce , quel “ buon gioco e cattiva sorte “ , quei sorrisi forzati , non il paolino sopportarsi a vicenda , ma il malefico odiamoci a vicenda senza darlo a vedere , l’obbiettivo è avanzare occupare , guadagnare posizioni .
Turoldo poi si lascia andare , a briglie sciolte , li inquadra i fratelli maggiori , gli amici e stretti collaboratori di monsignore preti e laici che siano : “ zelanti e avari ; imprenditori e trafficanti ; coltivatori di interessi personali ; uomini di grandi mezzi , intenti alla propria carriera ; amanti del proprio benessere e dei molti privilegi ; pronti a servirsi della pazienza del padre per i loro calcoli ; sapienti nell’usare la propria condizione per esigere di più . Sono i credenti dai conti sempre aperti ,diligenti nel notare ogni servizio , in conto di sempre più avere . E di avere in proprio , con esclusione di tutti gli altri : gelosissimi se altri godono e facciano festa per un bene che essi non sono nemmeno in grado di comprendere . Sono cose che avvengono a tutti i livelli ; ma che sono ancora più gravi quando accadono nel campo dello spirito , nell’ambito di una presunta fede , dentro un recinto sacro . Questi credenti così fedeli e gretti ; così fortunati e stolti ; così privilegiati e avari ! “ e conclude saggiamente : “ Ma pure questa deve essere una figura che ci portiamo tutti dentro , come quella del prodigo , alternativamente “ . Così, siamo tutti così , tutti siamo chiamati in causa , perché toccati dal peccato originale ,tranne loro , loro no , monsignore & company , e proprio perché non sono così, ma migliori degli altri dunque addetti ad amministrare gli altri , questa gente scatena in Nietzche la sentenza : “ non bisogna entrare in chiesa per respirare aria fresca “ ed in Marx “ la religione è l’oppio dei popoli “ . Il popolo non ama l’oppio, la droga , la dipendenza ,quella condizione è per i fratelli maggiori i viziati , sono loro che credono di vivere in un’altra dimensione , in una altra realtà ,credono di esseri i migliori , gli eletti , fuggendo così la realtà , imponendo l’effimero , che non è cristianesimo . Uno di questi un giorno mi ha confidato una stupidaggine , una baggianata , in tono semiserio ma che dice molto della personalità di questa gente : sosteneva che in diocesi due sono i sacerdoti che non sono stati toccati dal peccato originale don…………. e don…………. e si vantava di avere fatta questa battuta , a monsignore ed al suo parroco , che a sua detta sua concordavano e ridevano : il riso ,è proprio vero , che abbonda sulla bocca degli stolti !
Il prodigo in fondo se n’è andato perché affamato di libertà , conclude Turoldo , per bisogno di liberazione dall’incubo del maggiore , da questo fratello “ proprietario di Dio “ ed io leggendo ciò penso ai pettegoli di piazza del faraone , alla troika , al faraone stesso e ai suoi stretti collaboratori tutti “ proprietari di Dio “ . E Turoldo ancora continua nella descrizione del maggiore sotterrandolo , letteralmente sotterrandolo : “ supponente ,sempre troppo fedele , sempre troppo giusto , sempre troppo onesto e insopportabile appunto “ .