NELLA SOLENNITA' DELLE TRINITA', LA FESTA DELLA TRASPARENZA.

16.06.2014 11:53

Pubblichiamo l'omelia tenuta in occasione della solennità della Trinità il 15 giugno c.a  nella chiesa di S. Lorenzo in Ponderano. A cui seguiranno una serie di riflessione sulla trasparenza, origine e fonte della vita politica, sociale e spirituale.

“La grazia del Signore nostro Gesù Cristo, l’amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo”. Ecco spiegata la Trinità fratelli cristiani. Tre atti fratelli cristiani, atti cioè concretezza, realtà, vita, movimento, persone. “La grazia del Signore nostro Gesù Cristo” la grazia dunque è, proviene dal Cristo, è la vita divina, che riceviamo nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo nel giorno del nostro battesimo, divenendo figli di Dio, cioè potendolo chiamare Padre; la vita divina, l’atto di trasmettere la vita divina è affidato al Cristo, è lui che battezza:”…egli vi battezzerà in Spirito Santo” si legge in Marco nella ricorrenza del Battesimo di Gesù. Come in ogni sacramento è il Cristo che agisce, il ministro presta, si presta, dunque è Lui che mi introduce nella vita divina con un atto e la mia vita cristiana sarà un atto continuo di rimando, analogo a quell’atto da cui ho avuto origine. “Sia con tutti voi” conclude Paolo, cioè la grazia, la vita divina sia con tutti noi. “l’amore di Dio Padre” l’amore è l’atto con cui si trasmette la vita, biologica e analogamente la vita divina. Attraverso quell’atto io ho origine, sono concepito, nasco. Amato cioè cercato e voluto, atteso. L’amore che il Padre ha per il Figlio è atto che non si consuma nell’atto stesso, che non è fine a se stesso, ma continua e si perpetua, cioè è eterno, sia che sia tra Dio Padre e il Figlio Cristo, sia che tra me e i miei figli, è eterno, ecco il principio fondante delle famiglie, altro che dei partiti politici (scusate l’inciso)! Stare insieme eternamente, questa è coerenza. E’ con l’amore che si trasmette la vita, così si viene al mondo con un atto d’amore, cercarsi per unirsi per divenire unità, uno solo, da cui nasce, ha origine la molteplicità. Quell’atto è talmente reale, concreto, vero, che diviene persona, presenza, lo Spirito Santo. Lo Spirito Santo dunque è amore, unità, unione. L’immagine dell’amore nella sua pienezza è l’amore sponsale, atto a generare vita, è la vita che genera vita, cioè che dà continuità, futuro, gioia perché l’atto che si consuma è apertura, benevolenza, disponibilità, piacere quindi godimento. E Paolo anche qui si augura, ci augura che l’amore di Dio Padre sia con tutti voi, con tutti noi, con me. “La comunione dello Spirito Santo”. La comunione fratelli cristiani è l’atto di rinuncia del sé…per l’altro. Credo il più alto dei tre atti, anche più dell’amore, impone l’annullamento di sé per l’altro, per il mio prossimo, colui che mi passa accanto, in favore dell’altro, l’altro diviene come me, diviene sé in me, trova in me la sua realizzazione, nella comunione si diviene per e a favore dell’altro. Ancora Paolo invoca su di noi la comunione, la comunione dello Spirito Santo sia con tutti voi. Paolo lo rivolge ai Corinti, che oggi siamo noi. Fratelli cristiani, la Trinità è grazia, amore e comunione. Nell’atto di comunione, nell’atto di rinuncia del sé per l’altro, io mi spoglio completamente, mi spoglio di tutto me stesso non per generare vita biologica come avviene nell’amore sponsale, ma per generare vita spirituale; centro non è l’amato per l’amante, centro è solamente l’altro da me nella sua diversità. Francesco è il santo che più ha incarnato la comunione,  l’ha portato nella sua carne come Cristo ha portato nella sua vita divina la vita umana, Francesco nell’atto di denudarsi completamente di fronte al popolo di Assisi, entità politica, sociale e spirituale, dichiara la rinuncia ai suoi averi, ma soprattutto di se stesso, della sua intimità e mostra la sua intimità e vi rinuncia, non è più solo per sé, ciò che farà da quel giorno sarà pubblico, comune, condiviso, sarà comunione quindi trasparenza. Così come il Cristo che sale in croce nudo, la cronaca dei vangeli ci informa  che gli viene tolta la tunica, cioè ciò che lo ricopriva, che lo vestiva, e gli storici ci fanno sapere che la condanna alla crocifissione prevedeva proprio per umiliare il condannato, l’esposizione dello stesso nudo. Ancora oggi, che altri scoprano le parti intime di un altro è frutto di umiliazione. Lo stesso peccato originale ha la conseguenza in Genesi di sentirsi, di scoprirsi nudi. Il peccato dunque è coprire qualcosa, nascondere qualcosa, non volere mostrare, non condividere più, non essere più in comunione con tutto se stesso, ma parzialmente, solamente con una parte, non riconoscere più la comunione perché nascosta: “Tutti e due conobbero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture” Nascondere nascondersi. “L’uomo e sua moglie si nascosero dalla presenza del Signore Dio in mezzo agli alberi del giardino”. L’uomo e Dio non conversano più insieme, non passeggiano più insieme nel giardino, perché nell’uomo ci sarà sempre da quel momento in poi, qualcosa da nascondere, o meglio converseranno ma non più come prima, quando l’uomo nudo era pienamente disponibile a ricevere. La trasparenza non c’è più c’era in origine, ora è coperta da foglie di fico. La trasparenza è dunque poter vedere oltre, vedere dentro, lasciarsi vedere, osservare, non porre ostacoli a ciò che c’è dall’altra parte. Il vetro mi permette di vedere oltre, lo specchi che è vetro non mi permette di vedere oltre, ma solo di vedere me stesso e non l’altro che è aldilà. In ultimo, per definizione, noi fratelli cristiani, sappiamo che la comunione è l’Eucarestia, è l’atto con cui si assume il pane eucaristico e sappiamo inoltre che la parola eucarestia significa ringraziamento, ringraziare per ciò che si è ricevuto, con un atto ricevo e con un atto ringrazio, ricevere implica il non essere nascosto ma è il rendersi visibile, così come il ringraziare, il ringraziare implica la presenza e non il nascondimento. La formula di Paolo che ha per oggetto i tre atti grazia, amore e comunione ci dice che è nell’Eucarestia che quegli atti sono contenuti, come ogni atto. Tutto è ricapitolato per usare un termine paolino, nell’Eucarestia, in Cristo. In essa c’è l’atto creativo di apertura alla vita che nell’Eucarestia è esaltato, è portato a compimento, in quella perfezione di cui la Trinità ne è origine  e fonte. E c’è l’atto distruttivo, il peccato, perché nell’Eucarestia viene purificato, trasformato anch’esso in quella perfezione di cui la Trinità ne è origine e fonte. Dio non si nasconde, non può perché  è trino, è Trinità, ma neppure l’uomo è solo, è solitudine, è nascondimento, perché creatura, è presenza del Dio trino, e se è presente Dio è presente il tutto, l’universo, l’intera umanità che è stata, che è e che sarà. Allora fratelli cristiani perché nascondersi, perché negarsi, perché mettere le tende alle finestra

donandreagiordano