NOBLESSE OBLIGE
Ieri mattina di fronte all’ingesso di quello che fu il seminario cittadino ( prima che monsignore lo smantellasse ) dal quale sono stato epurato o meglio “ normalmente avvicendato “ e nel quale non metterò mai più piede sino all’avvicendamento di tutta la classe dirigente di questa spa (diocesi ) che presto sarà accorpata ad un’altra ( grazie a Dio ) ,ho incrociato il rampollo di palazzo, il figlio prediletto, il giovane canonico, che monsignore porta su di un palmo di mano ( lo aveva già fatto qualche anno fa con un'altra speranza del presbiterio ora felicemente convolato a nozze) e ha anche la spudoratezza di additarlo come esempio ad un clero che in fondo ha saputo pesare e soppesare l’uno e l’altro , tanto da farsi gli “ affaracci “ suoi , fregandosene dell’uno e dell’altro adottando il motto di mussoliniana memoria “ me ne frego “ . In fondo attraverso il comportamento della dirigenza di questa spa ( “ l’esempio vien dall’alto “ celebre proverbio , e il paolino “ osservando attentamente il loro tenore di vita” ) il clero avrebbe dovuto imparare l’esatto contrario e cioè quello di milaniana memoria “ I care “ . Il rampollo, forte della considerazione di monsignore, da tempo , cioè da anni ,è montato in cattedra e superbia , con l’arroganza di chi detiene un potere non solo effimero ma risibile ,eppure accontentandosi di quella miseria di potere bacchetta a destra e sinistra come uno vecchio “ zitello “ misogino, parte del clero sottopostogli .
Mi ha visto e suonando il clacson della sua macchina ha attirato la mia attenzione per poi alzare la mano in segno di saluto al quale non ho risposto . Non ho risposto perché penso che nell’era moderna in cui viviamo, imperante la tecnologia poteva anche schiacciare il pulsante che comanda elettronicamente i vetri e far risuonare il saluto con la voce anziché con il clacson di una automobile . Ma si sa lui è il rampollo , volutamente posto su di un piedestallo a cui si ha il dovere di guardare con rispetto per i ruoli che ricopre , lui è il superiore , il braccio secolare del potere curiale ( quello che papa Francesco vuole spazzare via ,immondizia dunque ) quello che ti convoca ( perché comandato ) e ti dice che sei una pedina ,perché è il pensiero del capo ,del gerarca . In fondo ,è un arrogante prepotente che per opportunismo scende ogni mattina ,in questi giorni poi, che la calura ha reso soffocante , per agitare i flabelli che rinfrescano il principe , cosa non si fa per la carriera !
Forse pensa che un suono di clacson o un fischio come si richiama un cane sia il migliore modo di comunicare, di iniziare il dialogo , l’educazione d’altra parte non è mai entrata a palazzo , né nella testa di chi lo abita e lo frequenta assiduamente ,né è mai stata insegnata in seminario dove presente il rampollo con gli altri superiori al completo , c’era chi (oggi prete con incarichi di ruolo nella pastorale……. lo sanno bene monsignore e stretti collaboratori ) tra i seminaristi con le mutande abbassate , poneva il suo lato B sulla faccia degli occupanti il pulmino del seminario in pieno centro della città di Milano durante una gita , tra le risate dei superiori rampollo compreso . Ora il rampollo che non ha mai voluto dialogare con il sottoscritto , perché pedina , cioè non persona , (lui intellettuale insegnante tra le macerie del seminario cittadino, tra le altre cose senza averne titolo , è fra quelli che da anni deve ancora conseguire la licenza ) ritenuto ( io ) cosa da spostare a suo piacimento con il benestare del principe ,con un colpo di clacson decide e pretende di imporre un saluto ? Sarebbe quello un saluto ?
E’ vero che sono stato abituato in questi pochi anni di sacerdozio a ricevere gli auguri di compleanno dal principe su di un biglietto con lo stemma nobiliare sfocato e la firma stampata , a ricevere le nomine dalle mani del portinaio anziché dal vescovo della città a cui fa “schifo” incontrare il clero di serie minore quale sono io e tanti altri , insomma in questi pochi anni ho capito non solo che siamo alla presenza di una gerarchia curiale decadente , secolarizzata ,bollita , inesistente priva di capacità organizzativa , di buon senso , serietà , umanità e spiritualità ; a volte mi chiedo se credono a qualcosa oltre al potere , al denaro ,agli agi, ai vizi ,alla mondanità , alle amicizie che contano ……. Paolo nella seconda lettera ai Corinti scrive : “ Noi fratelli , non predichiamo noi stessi , ma Cristo Gesù Signore ; quanto a noi siamo i vostri servitori per amore di Gesù “ . Al contrario , cari amici di Chiesa Controcorrente questa gente predica se stessa , perché crede e si ferma , alla prima affermazione di Paolo, che : “ Le cose visibili sono d’ un momento “ e non crede più che : “ quelle invisibili sono eterne “.
Tra l’altro avreste dovuto vederlo il rampollo dentro l’abitacolo della sua automobile : il ritratto della decadenza , una polo bianca , la faccia scocciata erano circa le 10 del mattino , forse si era appena alzato ? lui canonico , un pezzo importante della chiesa locale……. se penso ai canonici che hanno occupato gli stalli del coro del duomo , io bambino andavo a sentirli pregare l’ufficio in coro alle 6 del mattino ,tutti seduti al posto loro assegnato, con l’allora vescovo , lui Sua Ecc.Rev.ma Mons. Rossi. Tra i canonici , rampollo in testa ,alcuni dicono in giro ( ma non è vero ) che non ci tengono alla nomina, lo abbiamo visto correre non certo in polo bianca , ma in talare e farsi fotografare ,all’aeroporto di Verrone ad accogliere il card. Bertone dopo una serie di critiche all’alto prelato in presenza dei seminaristi ( “mai dire mai” la saggezza degli anziani, sconosciuta agli arroganti ) . Mi sono vergognato per lui come mi vergogno di appartenere a questa diocesi , con un clero ( buona parte ) che si fa gli “affaracci” suoi al motto “ me ne frego “, e un funzionario che lo presiede , funzionario , ma non pastore . Felice invece sempre di più , di appartenere alla Chiesa universale , sono prete della Chiesa universale , di cui questa Chiesa locale fa certamente parte e credo, in fondo, che il Signore susciti in me questo spirito critico ,e di dissenso e questo mio modo personale di appartenere alla Chiesa . E’ chiaro che questa condizione provoca in me sofferenza , devo essere segno, dunque caricarmi di questo dissenso e di questo spirito critico e della conseguente emarginazione proprio come il capro espiatorio ( è il motto del mio sacerdozio tratto da uno dei diari di don Divo Barsotti ) e fare delle parole dell’Apostolo delle genti la mia consolazione e il mio obbiettivo : “ Io ritengo che le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi “ . Al caro rampollo dico che difficilmente riuscirà ad incasellarmi o a manipolarmi come si fa con una pedina , difficilmente , non c’è riuscito sino ad ora, ha provato , perché è caratteristica degli arroganti quella di cercare non di imporsi ,ma di mettere i piedi in testa agli altri…… tempo fa con noi seminaristi si definì provetto musicista ( non la pensava così l’allievo del can. Sella , il compianto can. Garella ) dunque continui a suonare il clacson della sua automobile ……. ma per salutare monsignore ….. noblesse oblige .