NON PIU' LIMITI MA LIBERTA' DELL'ESSERE

28.08.2016 06:44

Paolo , nella seconda lettura , tratta dalla lettera agli Ebrei ( 12,18 – 19.22-24a ) svela in quale realtà siamo chiamati e invitati a vivere …. Illustra , con il trasporto , la forza e la convinzione che lo caratterizzano e lo distinguono , la proposta cristiana o cristica . Non vi siamo calati pienamente , ma come scrive l’apostolo , ci siamo solo “ accostati “ …. le parole esatte , precise sono : “ … vi siete accostati ….“ cioè abbiamo scelto , compiuto il passo verso …… , siamo al primo approccio …. appunto “ accostati “ , ci siamo fatti vicini , prossimi , tramite la nostra personale e libera scelta abbiamo risposto alla proposta , abbiamo compiuto un atto e più precisamente abbiamo reso atto la fede …. le fede è divenuta , in quel farsi prossimi , realtà , tangibile , sensibile , visibile , udibile . Entriamo con circospezione ma non da turisti ….. entriamo , siamo invitati ad entrare da cittadini nella Gerusalemme celeste , ne prendiamo possesso , ne assumiamo la cittadinanza , con il nostro libero consenso , che è quell’essersi accostati , quel volere esserci , è volere partecipare e godere delle realtà ultraterrene , che dunque , in forza della nostra libera scelta , del nostro consenso , risposta , fede , divengono anche terrene . Il mito finalmente diviene realtà non è fantasia . Il Cristo ( e di conseguenza il cristianesimo ) non è relegato né accostabile ad una figura mitologica , ma storica , vera , reale e la dottrina che lui ha portato , insegnato , proposto altro non è che la vera vita , la vera via , la verità : “ Io sono la Via ,la Verità e la Vita ….” leggiamo in Giovanni ( 14,6 ) . Chi solo si accosta , chi solo percepisce, è gradito al punto che il suo nome è scritto nei cieli , nell’universo infinito superando di fatto la finitudine del mondo , la mondanità e la globalità …. in Dio siamo tutto nel Tutto , ma siamo … cioè definiti … . Essendo Dio in Dio anche noi possiamo affermare che la nostra distinzione , il nostro essere possa definirsi per analogia : “ ….. io sono colui che sono ….“ perché come Dio nel libro dell’Esodo ( 3,14 ) si identifica , così a noi è assegnata , abbiamo , possediamo la nostra identità : essere , esistere e essere ed esistere in Lui , con Lui … e ancora nel libro dell’Esodo ( 3,12 ) Dio a Mosè assicura : “ Io sarò con te ….” e Gesù in Matteo ( 28,20 ) dice : “ …. Ed ecco , io sono con voi tutti i giorni , fino alla fine del mondo “ … nel Tutto sono tutto e quel “ con “ è inteso anche “ in “ e “ per “ . Non più orizzonti , limiti , barriere , gabbie …. ma libertà , libertà dell’essere che corre nelle praterie del sapere , del conoscere , del rivelato , della saggezza , dell’ affermazione dell’ identità . Accostarsi , il solo accostarsi all’Infinito , al Tutto mi porta ad esserne parte e parte attiva , non passiva . Divengo figlio di Dio , il mio rango è dunque volutamente elevato , siedo a tavola con il Padre , vivo con il Padre e i fratelli , in un clima che l’apostolo trasfigurando cioè osservando la realtà , il vissuto , con gli occhi della fede descrive come : “ … l’adunanza festosa … “ . Solo gli occhi della fede aprono gli orizzonti , li squarciano , li osservano con una prospettiva nuova e ciò spesso spaventa , il mito ( il ritenuto fantastico ) diviene realtà , tutto cambia anche il corpo che percependo , vibra …. pensiamo alle visioni dei mistici … all’estasi di santa Teresa d’Avila , magistralmente rappresentata e immortalata nella marmorea scultura del Bernini è lì , a rappresentare con tutti i limiti umani , la percezione vibrante non di un mondo nuovo , ma del mondo vissuto pienamente con il corpo , l’anima e lo spirito , cioè con tutto me stesso , perché è quello che sono …. ci insegna Dio , ancora attraverso San Paolo , prestando la sua voce a Paolo , siamo per due terzi appartenenti al mondo che travalica i sensi ( li supera, nel senso che li potenzia , li matura , li trasfigura , li porta oltre la loro figura , ne svela la loro vera essenza , il loro vero modo di essere ) e per un terzo siamo solo sensi , legati al corpo , al tangibile , al materiale . Accostarsi , al monte Sion , alla Gerusalemme celeste , significa armonizzare la nostra componente interiore ed esteriore , rendere unità quella divisione in terzi , appianare , essere unici , definiti e liberi da divisioni , classi , categorie portare tutto sullo stesso piano , affinchè tutto sia unificato e le cose visibili e quelle invisibili siano percepite e percepibili , accessibili e divengano eterne … Paolo nella prima lettera ai Corinti le distingue auspicando la loro unità , la nuova realtà ( 1.4, 16-18 ) : “ Per questo non ci scoraggiamo ….. “ scrive , perché in quello che lui definisce “ … il momentaneo , leggero peso della nostra tribolazione … … le cose visibili sono di un momento , quelle invisibili invece sono eterne “. Nelle realtà della città del Dio vivente , proprio perché è vivente , cioè vive , siamo chiamati , invitati ad entrare , noi viventi e viventi di questa vita …. entriamo già qui , scegliendo ….. nella città del Dio vivente , non dobbiamo aspettare di lasciare questa vita , che non lasceremo mai , perché la prolungheremo eternamente nei modi , secondo la nuova alleanza che ci viene proposta . Ciò che ci è richiesto è la fede , l’adesione , l’affidamento alla novità , che implica la scelta e questa scelta condiziona già la vita di ogni giorno , la quotidianità … come ? Ascoltando … e l’ascoltare è la grandezza dei miti : “ …. beati i miti perché erediteranno la terra ….“ ( Mt.5,5 ) ascoltare è ciò che contraddistingue i miti , ascoltare la parola , ascoltare la parola di Dio , che parla , parla a noi ogni giorno , ad ognuno di noi , è Parola eterna , da sempre e per sempre , è unica e definitiva , indelebile è dunque sacramento e parla a noi nell’intimo della nostra coscienza : “ Obsculta , o fili …. “ “ Ascolta , figlio mio …. “ è il suono di una voce suadente , che penetra in noi , nell’intimo , nel nostro intimo, è il linguaggio complice dell’amore , dell’amante con l’amato , che chiede una riposta ,brama una risposta , vuole ottenere una risposta : “ … Mi hai sedotto Signore … e io mi sono lasciato sedurre “ ( Ger. 20,7 )